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Le Borse rimbalzano al traino dell’industria: exploit Mps

Le preoccupazioni sulla pandemia vengono momentaneamente oscurate dai dati positivi dell’Industria – A Milano occhi su Nexi, corrono i petroliferi, bene le banche con il boom di Mps – Sale l’attesa per il voto Usa

Le Borse rimbalzano al traino dell’industria: exploit Mps

L’accelerazione della manifattura in Europa favorisce il recupero dei listini e mette in secondo piano, almeno per un giorno, i problemi indotti dalla pandemia. Chiudono così in rialzo le borse del Vecchio Continente, mentre negli Usa Wall Street viaggia intonata alla vigilia delle elezioni. 

In dettaglio: Francoforte +2%; Parigi +2,11%; Madrid +2,06%; Londra +1,46%.

Piazza Affari è la migliore, +2,55%, 18.400 punti base, con petroliferi e banche in evidenza. Fra i titoli bancari il più effervescente è Mps, +8,32%, nel giorno del cda straordinario per un possibile aumento di capitale, passaggio necessario in vista di un’eventuale aggregazione. Ed è proprio quest’ipotesi a solleticare l’appetito degli investitori dopo che il Sole 24 ore ha scritto di possibili nozze con Unicredit (+3,2%), che però non hanno trovato conferma dal ministero dell’economia. Nel dettaglio le attività italiane dell’istituto guidato da Mustier verrebbero fuse con Mps, mentre le attività estere sempre di Unicredit sarebbero destinate all’integrazione con un colosso europeo, come Commerzbank o Société Générale. 

Fra le big la migliore è Intesa +4,42%. Dalla Bce notizie incoraggianti sui dividendi: Yves Mersch, esponente del board, ritiene che bisognerebbe valutare la distribuzione delle cedole adottando un criterio ‘banca per banca’ a meno che le stime sul capitale non siano gravate da un’eccezionale incertezza.

In luce il risparmio gestito con Banca Mediolanum +5,46%. Nel resto del listino scatto di Exor +5,65% e Buzzi +5,2%.

Sono solo quattro le blue chip in rosso. La peggiore è Recordati -3,84%. Male anche Nexi, -2,58%, dopo la coonferma dell’avvio delle trattative in esclusiva per una fusione con Nets, gruppo danese del settore PayTech, da realizzare attraverso uno scambio azionario. L’obiettivo sarebbe arrivare a un accordo vincolante nei prossimi 10 giorni per creare un gigante del settore dei pagamenti digitali in Europa, mentre Nexi è già impegnata in Italia nella fusione con Sia. Con questa operazione Nexi potrà allargare il perimetro di consolidamento del proprio business ad altri paesi, ma c’è il timore, secondo un trader “che la possa pagare a premio e quindi cara” e ciò spiegherebbe la debolezza odierna.

Perdite per Campari -1,7% e Diasorin -1,49%.

Regina del Ftse Mib è Saipem, +7,63%, in denaro insieme a Eni +5,84% e Tenaris +5,23%. Anche il petrolio agguanta il segno positivo, anche se le orecchie restano piuttosto basse, a causa della gigantesca ondata di contagi nel mondo e restrizioni conseguenti. Il Brent tratta in rialzo dello 0,9% a 38,28 dollari al barile. 

Chiude in rosso il secondario italiano: lo spread con il decennale tedesco sale a 135 punti base (+2,23%), ma resta stabile il tasso del Btp a 0,71%. Nessuna sorpresa è arrivata dall’agenzia Dbrs, che ha confermato per il Belpaese il rating “BBB high”. Gli esperti non hanno cambiato nemmeno le prospettive, che restano negative.

Sul mercato valutario è piatto l’euro-dollaro (1,163), con i lockdown di varie gradazioni che affliggono l’area della moneta unica da un lato e l’incertezza sui risultati elettorali dall’altro, che rappresenta un pericolo per la stabilità dei listini Usa nel prossimo futuro. 

Il democratico Joe Biden risulta avanti nei sondaggi, ma con un vantaggio ridotto in alcuni Stati chiave e ciò può consentire a Donald Trump di racimolare i 270 voti dei Grandi elettori necessari per vincere. Una vittoria di Biden peserebbe probabilmente sul biglietto verde, per le attese di un ampio pacchetto di stimolo. Una vittoria a sorpresa di Trump potrebbe innescare l’incertezza nel breve termine. Gli indicatori di volatilità implicita a una settimana per l’euro e lo yen sono sopra l’11%, il livello più alto da inizio aprile.

In questo contesto trova la spinta giusta l’oro: +0,6%, 1890,3 dollari l’oncia.

La seduta di oggi cancella così una parte delle perdite subite dai listini la scorsa settimana. A dare il “la” agli acquisti sono stati gli indici Pmi manifatturieri di ottobre, che segnano per l’Eurozona un rialzo a 54,8 punti da 53,7 di settembre (ai massimi da luglio 2018) e in particolare l’espansione della Germania (a 58,2 punti da 56,4). Bene l’Italia (a 53,8 da 53,2 punti) che registra il dato più alto da marzo 2018 e sale per il quarto mese di fila.

Il comparto manifatturiero dà grandi soddisfazioni anche alla Cina, che in ottobre registra il ritmo di crescita massimo in quasi 10 anni grazie alla ripresa della domanda interna in un mercato che si sta risollevando rapidamente dalla crisi dovuta al coronavirus.

Notizie incoraggianti arrivano infine su alcuni dei tanti fronti aperti sui vaccini anti Covid.  Oggi Josep Baselga, vicepresidente esecutivo della Ricerca e sviluppo di oncologia dell’azienda farmaceutica AstraZeneca ha detto che la socierà ha già “cominciato a produrre milioni di dosi del vaccino prima di sapere se funziona perché non vuole aspettare 6 mesi. All’inizio dell’anno avremo già 3 miliardi di dosi” e il vaccino sarà venduto a prezzo di costo. 

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