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Le Borse resistono a Deutsche e Brexit

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Ottobre esordisce in punta di piedi a Piazza Affari. Dopo un avvio negativo, l’indice Ftse Mib si porta poco sopra la parità (+0,06%). Va meglio Parigi (+0,3%), mentre Madrid è in terreno negativo. Chiusa Francoforte per la festa della riunificazione, la borsa più effervescente è Londra (+1,13%), condizionata dal brusco calo della sterlina ai minimi da cinque anni dopo le parole del primo ministero Theresa May sull’avvio delle procedure per la Brexit entro marzo 2017. La divisa britannica scambia a 0,8744 nel cambio con l’euro, ai minimi da ottobre 2011.

Arrivano finalmente notizie positive dalla congiuntura italiana. L’attività del settore manifatturiero è tornata ad espandersi a settembre, dopo essersi contratta ad agosto per la prima volta in un anno e mezzo. L’indice PMI manifatturiero è salito a 51,0 da 49,8 di agosto, meglio delle attese ferme a 50,3.

Di rilievo il balzo in avanti dei Bonos spagnoli: Il rendimento del titolo governativo decennale è sceso sul nuovo minimo storico a 0,862% allargando lo spread con il Btp a +34 punti base, il livello più alto da inizio anno. Il mercato reagisce positivamente alla notizia delle dimissioni del segretario del partito socialista Pedro Sanchez, oppositore intransigente ad un governo di unità nazionale guidato da Mariano Rajoy.

La chiusura della Borsa tedesca è servita ad allentare la tensione su Deutsche Bank: i Cds (strumenti che consentono di proteggersi dal default) viaggiano sui livelli di venerdì. Il Ceo John Cryan dovrebbe siglare in settimana con i sindacati un accordo sul taglio di mille dipendenti sul mercato domestico.

Intanto in Olanda Ing Group ha annunciato il taglio fino a 7.000 posti di lavoro, principalmente in Belgio e Paesi Bassi a fronte di un programma di riduzione di costi di 900 milioni di euro l’anno entro il 2021.

Poco mossa Ubi (+0,09%) in attesa dell’esito del vertice presso il Mef (presente il governatore Ignazio Visco) per fare il punto sulla vendita delle quattro banche messe in risoluzione a fine 2015, dopo che la Bce ha alzato le richieste per dare il via libera alle quattro banche in risoluzione da fine anno.

Stabile Unicredit. Bloomberg riporta che Amundi, Macquarie e la cordata italiana composta da Poste Italiane e Anima sono in pole position nella gara per Pioneer. Amundi dovrebbe essere davanti agli altri due con un’offerta ben sopra i 3 miliardi di euro. 

Intesa -1%, Monte Paschi -0,1%. In ribasso anche Carige (-0,3%): Mediobanca ha riavviato la copertura con raccomandazione Neutral e target price a 0,31 euro.

Ben più effervescente il settore europeo dell’industria del risparmio gestito, trascinato dalla notizia della trattativa per la fusione tra l’americana Janus e gli inglesi di Henderson (+12%). Salgono attorno al 4% anche le quotazioni dei concorrenti come Aberdeen, Jupiter e Schroders.

Prendono il volo anche i titoli italiani. Azimut sale del (+4%) a seguito del via libera alla trasformazione in sgr, non essendoci più i vincoli sul capitale minimo di garanzia, la società potrà procedere al pagamento dell’extra dividendo da 1 euro nel giro di trenta giorni. Banca Mediolanum sale del 2%. Banca Generali +1%.

Bene anche il petrolio, tornato sopra i 50 dollari il barile: Eni +1% e Saipem +1,5%. Ferma Tenaris (-0,1%) dopo il balzo della scorsa settimana. Avanza anche Fiat Chrysler (+1,4%) in attesa dei dati di vendita di settembre in Italia. Cedono posizioni StM (-1,4%) e A2A (-1,2%): Kepler Cheuvreux ha abbassato il giudizio a Hold da Buy lasciando invariato il target price a 1,37 euro.

Riflettori puntati su Gambero Rosso che oggi rimbalza del 10%, a 0,43 euro, dopo la comunicazione dei risultati. Il gruppo ha chiuso il primo semestre 2016 con un valore della produzione pari a 7,7 milioni, in crescita del 6,5% rispetto a un anno prima. L’andamento positivo del segmento Eventi e TV ha più che compensato la lieve riduzione dei ricavi nella Formazione e nel segmento Contenuti Editoriali.

Infine, dopo la tempesta perfetta che lo ha investito, Il Sole 24 Ore è in ribasso del 14% a 0,4374 euro, peggior titolo di Piazza Affari. Il gruppo editoriale ha chiuso il primo semestre 2016 con una perdita di 49,80 milioni di euro Il patrimonio scende di 59 milioni a 28,2 milioni euro. Il gruppo capitalizza ormai meno di 20 milioni di euro.

Nel contempo, hanno dato le dimissioni dal Cda 5 consiglieri: Giorgio Squinzi, presidente, Livia Pomodoro, Claudia Parzani, Carlo Pesenti e Mauro Chiassarini sostituiti dal neo presidente Carlo Robiglio e da Luigi Abete come vice. È stata ottenuta la disponibilità delle banche finanziatrici a ridefinire la struttura del debito e la disponibilità da parte dell’azionista di maggioranza (Confindustria) a valutare positivamente un eventuale aumento di capitale.

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