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Le Borse perdono forza, per la Ue accordo lontano

FIRSTonline

Niente di nuovo sul fronte europeo. Non è bastata una notte di negoziati per sbloccare il confronto in videoconferenza tra i ministri finanziari dell’Unione Europea. Mario Centeno – che, nella notte, aveva twittato: “Lavoriamo duro per arrivare ad un accordo” – ha rinviato la conferenza stampa prevista per stamane mentre l’Eurogruppo si è riconvocato per giovedì mattina. Insomma, i contrasti su Fondo Stati, Eurobond e le altre misure per far ripartire le economie restano profondi, ma tutti sono consapevoli dei rischi di una frattura. I dubbi di Bruxelles fanno il paio con l’estrema volatilità dei mercati petroliferi, prima giù poi in forte ripresa di fronte alle notizie contrastanti sul confronto tra i produttori in un clima surreale: il mondo ha esaurito gli spazi dove parcheggiare, in terra o sull’acqua, il greggio che non viene assorbito dal mercato.

WUHAN È DI NUOVO UNA CITTÀ APERTA

Questo serve a spiegare l’incertezza dei mercati, in frenata dopo l’euforia scatenata dalle buone notizie sul fronte dell’epidemia. Oggi, dopo 11 settimane di clausura, ha riaperto del tutto i battenti Wuhan, la città dove tutto è cominciato. Dopo tanto silenzio, la notte è stata illuminata da uno spettacolo di luci lungo il fiume Yangtze, salutato dal canto di migliaia di persone sulla riva. Dalla stazione sono iniziati a partire i primi treni e dall’aeroporto i primi aerei. Tutti gli abitanti sono liberi di andare dove vogliono, purché siano in grado di certificare di essere in buona salute e purché provvisti nel loro telefonino dell’app fornita dal governo che tiene traccia delle persone che incontrano. Insomma, si vede la luce in fondo al tunnel, ma emergono i costi mostruosi che il pianeta dovrà affrontare per una ripresa che impegnerà i prossimi anni. E l’euforia cede il posto all’incertezza.

La Borsa di Shanghai segna un lieve calo. La valuta cinese, lo yuan, si rafforza nei confronti del dollaro a 7,06. L’indice Hang Seng di Hong Kong è in ribasso dell’1%.

Tokyo è in lieve rialzo, la Corea del Sud arretra di circa l’1%. Mumbai +1,5%.

Torna a salire il dollaro, in sintonia con la discesa della propensione al rischio. Si svaluta il dollaro australiano, dopo che Standard&Poor’s ha messo sotto osservazione, con implicazioni negative, il rating del debito del Paese.

WALL STREET PARTE FORTE, POI INCHIODA

Seduta a due volti ieri per Wall Street: in robusta ripresa l’avvio, al punto che l’indice S&P 500 ha rivisto quota 2.800, di nuovo in zona Toro, con un rialzo attorno al 3%. Quasi piatta nelle ultime battute. Il Dow Jones ha chiuso in calo dello 0,12%, S&P 500 -0,6%, Nasdaq -0,33%.

Dopo due giorni in forte calo, ieri sera è tornato a salire il petrolio: Brent a 32,7 dollari, +2%. Gli Stati Uniti hanno annunciato ieri una revisione al ribasso delle stime sulla produzione di greggio del 2020: il taglio è di 1,2 milioni di barili al giorno da qui a fine dicembre, a 11,76 milioni di barili giorno.

EXXON TAGLIA GLI INVESTIMENTI

Exxon Mobil (+1,9%) ha annunciato un taglio degli investimenti per l’anno in corso nell’ordine di un paio di miliardi di dollari. Sale anche Halliburton, che ha annunciato il taglio di 350 dipendenti in Oklahoma, terra dello shale oil.

L’oro è poco mosso a 1.650 dollari l’oncia.

FERRARI, “TOP SCIENTIST” EUROPEO, LASCIA PER PROTESTA

A confermare le incertezze e le tensioni attorno all’Unione Europea arriva stamane la notizia che Mauro Ferrari, dal primo gennaio scorso alla guida dello European Research Council, ha rassegnato le dimissioni nelle mani di Ursula von der Leyen per protesta “contro la risposta europea all’epidemia di Covid -19. Sono molto deluso – scrive – Ero arrivato qui pieno di entusiasmo da fervente europeista, ma, nonostante sia ancora convinto della necessità della cooperazione, quel che ho visto ha completamente cambiato la mia opinione sulle istituzioni”.

PIAZZA AFFARI CHIUDE A +2,2%, MA IN FRENATA

Intanto ieri, mentre si giocava la partita forse decisiva per il futuro dell’Eurozona, le Borse europee hanno vissuto una seduta all’insegna del recupero, in linea con le prime battute dei mercati Usa.

Piazza Affari, partita a razzo in mattinata con un rialzo superiore, nelle prime battute, al 5% (ai massimi dal 10 marzo), ha progressivamente ridimensionato i guadagni. In chiusura il guadagno è stato del 2,19%, a 17.411 punti base (da un massimo a 17.887).

Tonica Francoforte (+2,8%); bene Parigi (+2,12%); Madrid +2,4%. Fuori dalla zona euro Londra si apprezza del 2,9%.

CALANO RENDIMENTI E SPREAD, DOMANI L’ASTA BOT

Il rialzo delle azioni è stato accompagnato dall’aumento dei rendimenti delle obbligazioni. Il Btp decennale ha chiuso a 1,60%, +11 punti base. Lo spread chiude a 190 punti base, in pratica invariato per il contemporaneo calo della carta tedesca, complice la notizia di un aumento di 43 miliardi di euro del debito da emettere nel secondo trimestre e di un sindacato a maggio per il primo titolo a 15 anni. Il rendimento del Bund decennale tedesco sale a -0,31% da -0,44%.

Domani mattina il Tesoro offrirà un totale di 9,5 miliardi di euro in Bot a 3 e 12 mesi. Se il Buono a tre mesi è stato assegnato per l’ultima volta nel 2013, per quello annuale i rendimenti sono visti in sensibile rialzo rispetto allo 0,072% dell’11 marzo. In chiusura il Buono a 12 mesi quotava tra 0,33% e 0,40%.

BRILLA LA SCUDERIA AGNELLI

In Piazza Affari a fare l’andatura, per dirla in gergo ciclistico, è stata la squadra Agnelli, già sacrificata per il blocco degli impianti dell’auto. Taglia per prima il traguardo Exor (+8,27%), miglior blue chip di giornata, davanti a Cnh Industrial (+7,3%), che ha cancellato il dividendo, e Fiat Chrysler (+6,47%), sostenuta dalla notizia del riavvio graduale dal 4 maggio delle attività produttive in Nord America. Equita sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 10,9 euro sul titolo. Ferrari +2,91%.

Tra gli alti industriali brilla Buzzi (+6,77%). Leonardo +2,56%. La francese Thales (-0,6%), attiva nella difesa, ha ritirato i target del 2020, senza fornirne di nuovi. Il dividendo non sarà pagato.

RISULTATI RECORD PER IL RISPARMIO GESTITO

Tra i finanziari, in attesa della decisione dei soci sul dividendo Generali, gli acquisti si sono concentrati sul risparmio gestito, trainato dai volumi del settore. In evidenza Azimut (+5,17%): a fine marzo la raccolta netta positiva ha superato quota un miliardo da inizio anno. Banca Mediolanum +5,57%: la raccolta del mese è stata positiva per 1,4 miliardi. In rally anche Anima Holding (+9,07%). Banca Generali +4%.

Più contrastati i risultati del comparto bancario.

Intesa San Paolo +0,7% dopo il balzo di ieri. Meglio Unicredit (+3,4%) e Mediobanca (+2,02%). Invariata Banco Bpm a 1,21 euro: Citigroup ha ridotto la raccomandazione da buy a neutral, con prezzo obiettivo che passa da 1,75 a 1,5 euro. Continua la marcia della Pop. Sondrio (+2,2%).

SI SGONFIA ATLANTIA, CONTI AMARI PER IL LUSSO

In terreno negativo Campari (-5%), che lascia sul terreno metà dei guadagni della vigilia.

Si sgonfia la speculazione su Atlantia (-5,5%), la peggior blue chip. Governo e società stanno ancora cercando un accordo. Intanto il traffico aereo nello scalo romano di Fiumicino è crollato del 95% a causa della pandemia che sta bloccando i voli in tutto il mondo. Lo ha detto Adr, gestore dell’aeroporto romano del gruppo Atlantia, in una nota in cui comunica l’ulteriore riduzione dell’operatività dello scalo.

Primi conti per il lusso, tra le vittime della frenata dello shopping in Cina. Quasi invariata Ferragamo (-0,08%), che ha annunciato ieri i ricavi del primo trimestre: 220 milioni, in calo del 30,6%. Il cda ha revocato il dividendo sugli utili del 2019. Arretrano Tod’s (-3,8%) e Safilo (-7,01%): Kepler Cheuvreux ha ridotto la raccomandazione sul titolo da buy a hold, con prezzo obiettivo che passa da 1 a 0,75 euro. Gli esperti hanno tagliato le stime dopo che la società ha ritirato la guidance per l’anno in corso per tenere conto dell’impatto del coronavirus.

DIASORIN LANCIA UN NUOVO TEST PER IL CORONAVIRUS

Da segnalare Diasorin (+6,4%). La società ha completato al Policlinico San Matteo di Pavia gli studi necessari al lancio di un nuovo test sierologico per rilevare la presenza di anticorpi nei pazienti infettati dal SARS-CoV-2. Il prodotto, pronto entro aprile, è stato studiato per rispondere all’esigenza di individuare nella popolazione i soggetti che sono già stati infettati dal virus, la cui diagnosi non sia stata effettuata attraverso l’esecuzione di un tampone. La gestione del processo di diagnosi molecolare sarà interamente automatizzata.

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