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Le Borse perdono fiducia e chiudono tutte in rosso (Milano – 0,97%) mentre lo spread torna a 490

I soldi di Draghi sono arrivati. E a fiumi. Le banche (523) hanno chiesto finanziamenti per 489,1 miliardi (a tre anni e con tasso all’1%), molto più delle stime che circolavano nei giorni scorsi di 200-300 miliardi. E le Borse hanno reagito in un primo momento come tutti si aspettavano: le risorse fresche iniettate nel sistema per scongiurare il rischio credit crunch hanno spinto i listini al rialzo. Poi qualcosa si è inceppato. Il mercato ha incominciato a vendere a piene mani proprio le banche trascinando i listini al ribasso: il Ftse Mib ha chiuso in ribasso dello 0,97%, il Cac dello 0,82%, il Dax dello 0,95% e il Ftse 100 dello 0,55%.

Le banche come utilizzeranno questi soldi?”, si chiedono gli operatori. L’attesa è che vengano destinati per sostenere l’economia reale, evitare il credit crunch e anche comprare debito sovrano. Per ora però a comprare Btp, segnalano gli operatori, è sempre la Bce dopo che lo spread tra Btp-Bund in giornata è tornato a salire a quota 500 (ora è stabile a 485pb).

Sul comparto bancario pesano anche le richieste di ricapitalizzazione dell’Eba che costringeranno le banche ad aumentare il capitale e che, per la prima volta, hanno calcolato l’ammontare necessario di ogni istituto sulla base della contabilizzazione a mark to market dei Btp. Non a caso a Piazza Affari crollano tutti i maggiori istituti di credito che sono alle prese con le ingenti ricapitalizzazioni indicate dall’Eba.

SPROFONDANO LE BANCHE
INTESA CONTRO CORRENTE

In rosso Ubi -3,52%, Banco Popolare (-1,8%), Bpm (-3,04%), Mps -3,92 per cento, Bper -4,20%. Unicredit cede il 4,39%, dopo essersi rifinanziata presso la Bce per 7,5 miliardi, giusto l’importo dell’aumento di capitale. Ha affermato oggi il ceo Federico Ghizzoni: il rifinanziamento è «un passo importante: i fondi saranno ora destinati per sostenere l’economia reale, le imprese, le famiglie».

Piazza Cordusio è appesantita anche dal taglio del rating ad A- da parte di Fitch. L’agenzia ha poi messosotto osservazione verso un possbile downgrade anche altre sei banche italiane: Banca Mps, Popolare Sondrio, Banco Desio, Banco Popolare, Iccrea Holding, Intesa Sanpaolo e Ubi Banca.

In controtendenza Intesa Sanpaolo (+1,16%), la banca italiana che ha chiesto più risorse alla Bce (12 miliardi) ma anche l’unica che non dovrà aumentare il capitale.

Nel complesso le banche italiane, che hanno collocato 40,44 miliardi di bond con garanzia statale che saranno usati come collaterali. Tra questi 12 Intesa Sanpaolo, 10 il Monte dei Paschi, 7,5 di Unicredit, 3 ilBanco Popolare, 1,5 Popolare Vicenza, 1,3 Carige, 1,05 Dexia Crediop, 1 miliardo Popolare Sondrio, 800 milioni Credem, 750 milioni Bper, 650 milioni Icrrea Bancaimpresa, 500 milioni Creval, 290 Iccrea, 100 milioni Banca Etruria.

PIL ITALIANO IN CALO
ENEL, 2011 POSITIVO

Il soccorso di Draghi per ora non basta per sgombrare i timori di un credit crunch e di una recessione. In Italia l’Istat ha comunicato che il Pil italiano è in calo nel terzo trimestre del 2011 per la prima volta dal 2009, anche se in linea con le attese degli economisti. La frenata è dello 0,2% mentre rispetto a un anno fa è in salita dello 0,2%. Se nel quarto trimestre del 2011 l’Italia non crescesse, la crescita acquisita sarebbe dello 0,5%.

Negli Usa la vendita di case esistenti in novembre negli Stati Uniti è salita a 4,42 milioni di unità contro attese per 5,05 milioni e un dato in ottobre a 4,25 milioni (rivisto oggi).

L’euro arretra sul dollaro a 1,304, dopo una mattina in salita. Il petrolio Wti sale in area 98,4 dollari al barile dopo che l’Eia ha reso noto che la settimana scorsa (al 16 dicembre) le scorte Usa di greggio sono calate di 10,57 milioni di barili a 323,58 milioni.

L’amministratore delegato dell’Enel (-0,99%) ha dichiarato che il 2011 si chiuderà in positivo per il Gruppo e “in alcuni casi, come in quello del margine operativo, con risultati superiori ai target”.

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