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Le Borse non si fidano e l’oro sale

Il rimbalzo di Wall Street non convince del tutto gli investitori e resta l’incertezza, supportata dall’analisi di Goldman Sachs – Aperture miste in Asia – Tonfo di Walt Disney a Wall Street – L’euro si conferma la moneta più stabile – Italia sotto quota 21.000: pesano anche la situazione politica e lo scontro sulla manovra

Le Borse non si fidano e l’oro sale

Si attenua la tensione, ma i mercati non si fidano troppo. A rivelare lo stato d’animo degli investitori è l’andamento dell’oro, il bene rifugio più popolare nei momenti di crisi. Il metallo giallo guadagna stamane lo 0,7%, a 1.485 dollari l’oncia, livello mai più visto dal 2013. A dare conforto ai listini spaventati dalla prospettiva di una guerra delle valute ci aveva provato il consigliere della Casa Bianca, Larry Kudlow, giurando sulla volontà di Trump di arrivare a un ‘intesa. Ma sui mercati ha fatto più presa la previsione di Ian Hatzius di Goldman Sachs: Washington e Pechino non raggiungeranno un accordo prima delle elezioni Usa del novembre 2020.

TRUMP INSISTE: I TASSI DEVONO SCENDERE. LA FED FRENA

Intanto si torna a parlare di taglio dei tassi. James Bullard, presidente della Fed di Saint Louis, si è schierato contro nuovi interventi a breve sui tassi. Gli ha risposto Peter Navarro, l’interprete più estremo del pensiero del presidente Trump: il costo del denaro, ha detto, va ridotto di almeno tre quarti di punto, “ma l‘ideale sarebbe l’1 per cento”. La sortita ha avuto effetto sui Treasury Note degli Stati Uniti, saliti all’1,67%. Il Treasury a due anni è in prossimità dei minimi degli ultimi 20 mesi, a 1,56%.

DEBOLE TOKYO. LO YUAN ANCORA GIÙ

In questa cornice, il rimbalzo di Wall Street dopo il tonfo di lunedì ha avuto solo un seguito modesto.

Le Borse dell’Asia sono miste: Nikkei di Tokyo -0,5%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen invariato, in rosso l’Hang Seng (-0,4%), mentre da Pechino arrivano segnali d’insofferenza per le proteste che stanno mettendo a rischio la stabilità della piazza finanziaria. Salgono il Taiex di Taipei (+0,3%) e Sidney (+0,7%). Debole il Kospi coreano (-0,2%).

Washington ha annunciato l’intenzione di denunciare la Cina al Fmi per la “manipolazione della valuta”. Pechino ha risposto con interventi che hanno favorito la ripresa dello yuan sul mercato, ma stamane la valuta cinese torna a scendere sul dollaro e lo yen giapponese a rafforzarsi.

Il cambio dollaro yen scende a 106,1 da 106,5 del giorno prima. Il dollaro yuan si porta a 7,047 da 7,019 della chiusura. La valuta degli Stati Uniti si apprezza sul ringgit della Malesia per il quinto giorno consecutivo, a 4,19. Ci sono segnali di stabilizzazione dello won della Corea e della rupia indonesiana.

CALA IL COSTO DEL DENARO IN NUOVA ZELANDA

Il dollaro della Nuova Zelanda cade sui minimi degli ultimi quattro anni, a1,56 sul dollaro statunitense, dopo che la Banca centrale ha tagliato di mezzo punto percentuale i tassi d’interesse. 

In mezzo a tanta volatilità, l’euro è un campione di stabilità: stamane la moneta unica tratta a 1,121 su dollaro.

Wall Street ha ieri reagito alla striscia negativa di cinque sedute consecutive in rosso: Dow Jones +1,21%, S&P 500 +1,30%, Nasdaq +1,39%.

Rimbalzano Apple (+1,9%) e dell’indice dei semiconduttori (+1,28%), i più colpiti dalla guerra delle valute.

TONFO DI WALT DISNEY DOPO I CONTI

Brusco tonfo di Walt Disney (-3,86%) nel dopo Borsa a causa dell’annuncio dei conti trimestrali, peraltro in forte crescita.

Il petrolio Brent tratta stamane a58,9 dollari il barile, in calo dello 0,3%. Ieri aveva chiuso in flessione dell’1,3%.

MILANO PARTE BENE, POI PASSA IN ROSSO

Timido rimbalzo ieri per le Borse europee dopo il lunedì nero. Ma il rally ha avuto vita breve e nel pomeriggio i mercati europei hanno infilato la strada del ribasso.

Piazza Affari perde slancio nell’ultima mezz’ora e cede lo 0,68%, arretrando a 20.631punti.

S’infiamma intanto il confronto sulla manovra tra Matteo Salvini e il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. “Il deficit del 2020 – tuona il vicepremier – non potrà essere inferiore al 2%. Se il Pil è fermo o gli dai un bello scossone oppure una manovra a costo zero non la faccio io. La farà qualcun altro”, ha detto Salvini dopo aver annunciato alle parti sociali l’impegno a ridurre le tasse nel 2020 di 15 miliardi di euro.

Rallentano anche le altre piazze: Francoforte -0,75% nonostante la promettente ripresa degli ordini al settore manifatturiero, saliti a giugno del 2,5% a livello mensile, oltre le attese del consenso, ferme a +0,5%.

TENCENT ENTRA IN UNIVERSAL E FA VOLARE VIVENDI

Chiude in rosso anche Parigi (-0,13%) nonostante il recupero dei titoli del lusso (Lvmh +2,10%). In grande evidenza anche Vivendi (+3,96%) dopo la notizia che la cinese Tencent acquisterà il 10% di Universal Music, controllata dalla società di Bolloré.

Londra -0,69%, condizionata dal comparto delle commdity, legato all’andamento della domanda cinese.

I Btp accelerano sul finale di seduta, soprattutto nella parte lunga ed extra lunga della curva.

In un mercato dai volumi sottili ed esposto alla volatilità, la forbice tra Btp e Bund sul tratto a 10 anni si è attestata in chiusura a 205 punti base, dai 212 del finale della seduta precedente.

Il tasso del decennale si ferma a 1,52%, da 1,56% dell’ultima chiusura.

Il 9 agosto Il Tesoro metterà all’asta 6,5 miliardi di Bot a 12 mesi.

UNICREDIT: PIÙ UTILI, MA SCENDE IL TARGET

Arriva la trimestrale di Unicredit: utili in ascesa dell’80%, a 1,9 miliardi di euro, grazie anche alle partite straordinarie (ovvero la cessione di Fineco). Ma l’istituto ha abbassato la guidance sui ricavi per il 2019 (18,7 miliardi dai 19 già previsti) per l’impatto legato al calo dei tassi di interesse. In lieve calo i ricavi (a 4,5 miliardi da 4,6).

In Piazza Affari ieri banche generalmente deboli con alcune eccezioni: Banco Bpm tiene a +0,12% in attesa della trimestrale che ha annunciato a mercati chiusi: nel primo semestre l’utile netto è stato di 593,1 milioni, in forte progresso rispetto ai 352,6 milioni di un anno prima. Sull’intero 2019 l’eps è atteso oltre i 30 centesimi, in linea con le proiezioni di consensus del mercato. In uscita anche i conti di Creval (+1,86%).

Finecobank recupera il 2,25% dopo il calo della vigilia grazie alla promozione a ‘buy’ da parte di Deutsche Bank. Mediobanca ha invece abbassato a 9,2 euro il target price della banca dopo i conti, sotto le attese su ricavi e margini.

FIAMMATA DI CUCINELLI, SI FERMA TOD’S

Da rilevare nel lusso la fiammata di Brunello Cucinelli, +0,72% in chiusura ma arrivata a guadagnare anche 4% nella seduta dopo la promozione di Jefferies a ‘buy’ da’hold’. Prese di beneficio invece su Tod’s (-4,33%), che nell’ultima settimana ha visto salire le quotazioni del 21% nonostante la debolezza generale del mercato. Moncler -0,8%, Ferragamo +0,3%.

AVANZA FCA, TRACOLLO DI PININFARINA

Nell’automotive si salva Fca (+0,8%), sorretta dall’attesa della ripresa dei colloqui con Renault. In rosso Ferrari (-1%) e Pirelli (-1,5%).

Pininfarina (-9,06%) è il titolo peggiore del listino dopo la revisione della guidance con una stima di riduzione del valore della produzione del 10%. L’azienda ha terminato il primo semestre con una perdita netta di 2,64 milioni di euro, rispetto all’utile di 3,1 milioni contabilizzato nei primi sei mesi del 2018.

Da segnalare anche il calo di Cairo Communications (-4,44%): Equita Sim ha ridotto il rating da buy a hold e il prezzo obiettivo da 4,1 a 3,5 euro.

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