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Le Borse non si fidano dei piani europei anti-crisi: Milano apre male

Angela Merkel e Nicolas Sarkozy hanno lasciato assieme, senza rilasciare dichiarazioni, la Alte Oper di Francoforte dove era in programma ieri sera la serata d’addio alla Bce del presidente Jean-Claude Trichet alla presenza di Mario Draghi che ha così salutato il banchiere: “Durante la crisi è stato il primo a reagire, il più veloce”. E di Christine Lagarde, il direttore generale del Fondo Monetario che per prima ha lanciato l’allarme sulla necessità di ricapitalizzare le banche del Vecchio Continente. Nel tardo pomeriggio, prima del concerto fissato per 20, c’era stato un summit a sorpresa tra Sarkozy, il presidente della Ue Van Rompuy (“la situazione sta peggiorando” ha dichiarato in giornata), Barroso, presidente della Commissione, e Angela Merkel.

I mercati sperano che dal faccia a faccia tra i Big dell’Unione Europea sia emerso finalmente quel piano comune da presentare all’approvazione degli altri Paesi nel vertice di domenica.

«Quello che è necessario – ha detto Trichet nel discorso di commiato – è di chiarire una gestione della crisi su tre fronti: rinforzare la capacità dell’Efsf di assicurare la stabilità finanziaria, rafforzare i bilanci delle banche europee e lavorare ad un’appropriata soluzione della crisi greca con aggiustamenti a medio termine».

Secondo gli ultimi conteggi dell’Eba, la European Banking Association, l’iniezione di capitale nel sistema bancario europeo potrebbe risultate minore del previsto. Per raggiungere gli obiettivo voluti di Tier 1, secondo l’Eba potrebbe bastare una cifra tra i 70 e i 90 miliardi di euro, meno della metà dei 200 miliardi già calcolati dal Fmi.

Ieri sera a Francoforte si sono ritrovati i tre candidati alla successione di Mario Draghi: il direttore generale di Banca d’Italia Fabrizio Saccomanni, il direttore generale del Tesoro Vittorio Grilli e il membro del direttorio della Bce Lorenzo Bini Smaghi.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha detto stamani che domani manderà al Consiglio superiore della Banca centrale la lettera con la proposta del nome del nuovo governatore in sostituzione di Mario Draghi. “Sono tenuto al segreto, potete dire solo questo”, ha risposto Berlusconi ai cronisti. I bookmakers, però, danno per favorito Lorenzo Bini Smaghi con un lieve vantaggio sul candidato di Giulio Tremonti, ovvero Vittorio Grilli. Lo stesso Tremonti è stato costretto a negare azioni di lobby sul direttorio per favorire il suo candidato, il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli. La legge che nel 2005 ha riformato lo statuto di Bankitalia prevede che la nomina del governatore sia disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d’Italia.

La ripresa dell’economia è proseguita a settembre, sebbene ad un ritmo modesto, quasi impercettibile. I segnali in arrivo dal paese parlano di uno scenario più debole o quantomeno incerto”. Questo si legge nel Beige Book, il “termometro” dell’economia Usa anticipato ieri dalla Fed. I segnali più convincenti arrivano da energia, auto e turismo. I servizi finanziari restano in panne.

Un giudizio che non ha di sicuro il buonumore di Wall Street, nonostante i dati positivi in arrivo dall’edilizia: a settembre in America sono stati avviati 658mila nuovi cantieri per costruzioni abitative, con una crescita del 15% rispetto al precedente mese di agosto. Gli economisti si aspettavano una crescita del 3,3% a 590mila nuovi cantieri. Ma, a frenare il recupero dei mercati finanziari americani, è stata soprattutto la tensione per le notizie, contraddittorie, in arrivo dall’Europa sul negoziato tra Francia e Germania. Alla fine, l’indice S&P 500 ha chiuso sotto dell’1,3%, il Dow Jones segna -0,63%, il Nasdaq accusa un calo del 2,01%.

Piazza Affari ha guidato oggi i rialzi delle Borse europee dopo i dati positivi sull’andamento dell’edilizia in Usa. L’indice Ftse Mib è salito del 2%, Londra ha guadagnato lo 0,5%, Francoforte è salita dello 0,6%, Parigi +0,4%.

Le Borse europee sono state positive fin dalla mattina, incoraggiate dalle indiscrezioni del quotidiano inglese The Guardian, secondo il quale Germania e Francia si sarebbero accordate per incrementare il fondo di salvataggio europeo (Fondo europeo di stabilità finanziaria) fino a 2 miliardi di euro, da 440 miliardi di euro. Le successive smentite di funzionari della Ue, i quali dicono che nessuno accordo è stato raggiunto, non hanno alterato l’orientamento positivo dei mercati.

L’euro si è indebolito rispetto ai massimi della giornata ed è sceso in serata a 1,378 contro il dollaro, da 1,375 della chiusura di ieri sera.

Chiusura in lieve calo per i Btp che, associata ad un allentamento delle vendite sui governativi tedeschi nel corso del pomeriggio, ha portato lo spread Btp-Bund a risalire dai minimi di giornata in area 385-386 punti base, contro i 387 di ieri, dopo un’accelerazione di oltre dieci punti, fino a 390, in scia alla delusione del mercato per le indicazioni giunte dalla Francia..

Grande attenzione oggi per le aste francesi e spagnole. Parigi offre fino a 7,5 miliardi di euro di bond a due, tre, quattro e cinque anni, più 1,2-1,8 miliardi di indicizzati, mentre da Madrid arrivano altri 3,25-4,25 miliardi di Bonos sulle scadenze 2017, 2019 e 2021. Lo spread Francia-Germania sul decennale allarga in chiusura di 2 punti base a quota 115.

A Piazza Affari e in tutta Europa la spinta al rialzo è venuta dalle banche. Intesa ha corso in rialzo del 7,3%, Banco Popolare +2,8%,Unicredit ha superato le incertezze della prima mattina e ha chiuso in rialzo del 5,2%,Generali è avanzata dell’1,9%, Fondiaria-Sai +1%. Lottomatica è salita del 5,4% dopo gli ottimi dati sulla crescita delle giocate del Lotto a settembre.

Ansaldo ha guadagnato il 3,2% su rinnovate attese di una prossima cessione. La controllante Finmeccanica ha chiuso in calo dello 0,3%.In calo anche StM -2%. L’Espresso ha guadagnato il 4,5% dopo i buoni risultati del trimestre.

Il downgrade di Fiat (-2,5%) ad opera di Fitch? Sergio Marchionne la prende con filosofia. “State vedendo che i downgrade sono distribuiti in tutti i settori, banche, paesi. Il livello di incertezza è molto alto e non ci sorprendiamo di nulla”, Lo sciopero della Fiom, ha aggiunto l’ad, è “una cattiva idea”. Nessuna replica ad Emma Marcegaglia definita l’ “ex presidente di Confindustria”

L’amministratore delegato di Fiat Sergio Marchionne ha confermato i target per il 2011 e il 2012, ribadito di non voler cedere Cnh e annunciato il lancio del marchio Alfa Romeo negli Stati Uniti nel 2013. Nulla di nuovo, invece per la Russia. dove Fiat starebbe cercando un alleato industriale. Il 2012 sarà un anno difficile soprattutto in Itali do ve il mercato sta scendendo a livelli che “non toccava da 20-30 anni. Quest’anno vedremo un mercato da meno di 1,8 milioni di unità. Non ho mai visto un livello simile da quando sono arrivato nel 2004. Bisogna ritornare agli anni ’80 e ’90. Questo significa che la macchina industriale non può girare. Noi abbiamo un terzo del nostro mercato in Italia. Siamo scesi da circa 2,450 milioni di unità nel 2008 a 1,750, con la perdita di 700mila vetture che alla Fiat costa 210mila vetture. Questo è l’equivalente di uno stabilimento italiano. E’ inutile cercare modelli nuovi, a chi li vendiamo? Non c’è mercato”.

Datalogic ha avviato un’operazione di cessione tramite ‘accelerated bookbuilding’ di 2 milioni di azioni, pari a circa il 3,4% del capitale a investitori istituzionali. Datalogic – spiega una nota – possiede a oggi 4,69 milioni di azioni proprie e assumerà, su quelle non collocate, un impegno di lock up dalla data del closing e fino a 180 giorni. Banca IMI agisce in qualità di global coordinator e sole bookrunner, Intermonte Sim come joint lead manager.

Il via libera di Edf al riassetto di Edison dovrebbe arrivare in settimana, attraverso una nuova telefonata fra il numero uno del colosso dell’energia francese, Henri Proglio e il ministro allo Sviluppo Economico, Paolo Romani. I francesi dovranno dire al ministro quanto sono disposti a spendere per l’opzione put che prevede l’uscita certa dei soci italiani a tre anni. Senz’altro meno della richiesta di 1,5 euro, considerata troppo cara.

Solo dopo che ci sarà stato questo vertice, il direttore finanziario di Edf Thomas Piquemal e i negoziatori italiani, il presidente del consiglio di gestione e il direttore generale di A2A , rispettivamente, Giuliano Zuccoli e Renato Ravanelli, potranno sedersi attorno a un tavolo per finalizzare l’intesa che, probabilmente, verrà formalizzata solo a novembre.

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