Maxi rimbalzo sulle Borse europee dopo l’intervento delle autorità cinesi e la spinta arrivata dall’indice tedesco Ifo. A Milano il Ftse Mib chiude in rally del 5,86% con lo spread in calo a 123 punti base, Parigi +4,41%, Londra +3,39% e Francoforte +5,32%. Rimbalza anche Atene +9,38% dopo che ieri il listino ellenico aveva lasciato sul terreno più del 10%.
Il colpo di reni dei mercati all’indomani del “lunedì nero” è arrivato dopo che la Banca centrale cinese ha deciso di tagliare i tassi di riferimento di 0,25 punti base per quanto riguarda il tasso sui finanziamenti e quello sui depositi. Inoltre, è stato abbassato di mezzo punto percentuale il tetto di riserva obbligatoria imposto alle banche, ora al 18% per i maggiori istituti, ed è stata effettuata una nuova iniezione di liquidità da 150 miliardi di yuan (23,4 miliardi di dollari). Un Qe cinese che pare aver dato fiducia ai mercati. Per capire se le autorità cinesi sono però riuscite nell’intento di frenare la valanga asiatica (questa mattina l’indice Shanghai ha perso un altro 7,6%) bisognerà però attendere la riapertura dei listini cinesi questa notte, visto che l’intervento delle autorità è avvenuto a Borse locali chiuse.
A rafforzare i rialzi ci ha pensato anche l’indice tedesco Ifo sulla fiducia delle imprese per il mese di agosto che è salito a sorpresa a 108,3 punti, dai 108 di luglio mentre gli analisti prevedevano una flessione a 107,5 punti.
Positiva anche Wall Street che corre con rialzi attorno al 2% per il Dow Jones e l’S&P500. Fa ancora meglio il Nasdaq che sale di oltre il 3%. D’altra parte mentre analisti ed economisti si interrogano sulla profondità della crisi cinese (correzione o inversione di tendenza?) e cercano di capirne l’impatto sull’economia globale, c’è chi vede ancora rosa in Oriente. Boeing, per esempio, ha alzato le stime sulla domanda di jet prevista in Cina nei prossimi 20 anni. Dicendosi ottimista sull’outlook del secondo mercato dell’aviazione al mondo, il colosso americano dell’aerospazio si attende che il comparto a Pechino necessiti di 6.330 aeri nel periodo: +5% rispetto al target ventennale fornito lo scorso anno.
Sul fronte macroeconomico negli Usa l’indice sulla fiducia dei consumatori di agosto è salito a 101,5 punti sopra le attese di 93,8. Hanno invece deluso le vendite di case nuove di luglio che sono salite del 5,4% a 507mial unità rispetto alle attese del mercato di 510mila unità.
Riparte anche il petrolio con il Wti che sale del 3,27% a 39,49 dollari al barile. Il cambio euro dollaro cede l’1,79% a 1,1411. A Piazza Affari nessun titolo del Ftse Mib chiude in territorio negativo. Sul paniere principale corrono soprattutto le banche: Bper +9,46%, Intesa +8,22%, Banco Popolare è+7,27%, Unicredit +6,89%. In evidenza anche Stm +7,29%.
Rimbalza anche il lusso di Luxottica +6,56% dopo che la società ha rassicurato sulla scarsa esposizione del business: Cina e Hong Kong pesano per circa il 2% dei ricavi totali, mentre la Repubblica Popolare vale il 40% della produzione (e il 6% dei costi). Safilo +5,84%, Moncler +5,73%, Ferragamo +5,21%, Tod’s +2,43%.