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Le Borse guardano al vertice G-8 di Deauville

Il Drago cinese si presenta al vertice di Deauville con un gradito regalo per i listini europei. La notizia che i fondi asiatici, a partire da quello governativo cinese, si sono fatti avanti per acquistare una parte cospicua dell’emissione dell’Efsf che dovrà sostenere il prestito Ue al Portogallo è stato un vero e proprio toccasana per i mercati obbligazionari del Continente. Di riflesso, le banche hanno trovato un terreno solido per recuperare nella prima parte della mattinata il terreno perduto negli ultimi giorni. Poi, gli umori hanno cambiato di tono, a dimostrazione che la congiuntura, al più, è in una fase di convalescenza; meglio raccogliere, dunque, i primi guadagni e aspettare l’apertura di Wall Street. Ovvero il dato che condizionerà i listini: i dati sul pil Usa nel primo trimestre da cui trarre indicazioni sulle prossime scelte della Fed.

E così dopo un avvio brillante, Banca Intesa è rientrata nei ranghi (+0,7%) consolidando i guadagni della vigilia, mentre i diritti, dopo il balzo della mattina, si sono adeguati al titolo. Rallenta la corsa anche l’Ubi (+1,5) che in avvio di seduta aveva messo a segno un forte incremento (+3,4%). V vanno in terreno negativo Mps, Bpm e Unicredit. E così, mentre l’indice di settore europeo viaggia ancora con un incremento di poco inferiore al punto percentuale, quello italiano ristagna sulla parità. .

Grazie al rally delle banche, l’indice Ftse/Mib registrava all’avvio un incremento pari allo 0,8%, che si è poi sgonfiato. Non frena la marcia della Fiat,(+0,98%) che può contare sulla benzina garantita dai report degli analisti che premiano sia la notizia del prossimo consolidamento dei conti Chrysler, per ora tradotti nei principi contabili Ifrs, sia la prospettiva di un prossimo aumento della quota al 54%, a prezzi senz’altro più vantaggiosi.

Altro tema di rilievo riguarda il recupero dei prezzi del petrolio, sia nella versione Wti (oltre quota 101 al barile) che del Brent (115 dollari). Il trend favorisce il recupero di Eni (+0,4% e Saipem (+ 0,6%), che non accusano per ora contraccolpi dall’ennesima crisi dei rapporti tra i membri del consorzio di Kashagan e il governo kazako, ma anche Tenaris (+1%).

In sintesi, i listini vivono una giornata d’attesa, in vista dei prossimi dati Usa (previsto +2,2% per la produzione, +2,8% per i consumi) e, soprattutto, delle indicazioni dal vertice di Deauville, occasione di un confronto tra i Grandi sia sul fronte della crisi finanziaria che del futuro del Fondo Monetario oltre che della crisi libica, la vera ragione agli occhi di Goldman Sachs per prevedere un aumento del greggio di qui a fine anno. A proposito di Libia, ha fatto scalpore, a poche ore dall’inizio del vertice in terra di Francia, la notizia dell’ennesimo “buco” sui derivati di Socgen, stavolta a danno del Lia, il fondo sovrano della Libia che è pure il primo azionista (congelato) di Unicredit: le speculazioni di Socgen avrebbero provocato, secondo il Financial Times, perdite nell’ordine di miliardi di euro.

Per tornare ai temi di casa, Prelios festeggia la sentenza del tribunale di Milano che ha respinto il ricorso di Borletti contro la vendita della Rinascente ad un pool di investitori thailandesi. La notizia premia anche Investitori Associati e, di riflesso, Dea già sotto i riflettori per la prossima cessione di una fetta della Migros turca, di proprietà di un fondo partecipato dalla società del gruppo De Agostini. Sotto i riflettori all’avvio anche Generali, sull’onda della notizia di una possibile svalutazione della quota Telco in carico presso la compagnia da 2,2 a 1,4 euro, a conferma della trasparenza cui vuole adeguarsi la gestione Galateri-Perissinotto. Ma anche in questo caso i prezzi si sono ridotti (-0,4% a fine mattinata. Bene Sias (+3,5%) oremiata da Nomura, invece in calo Geox (-3,2%)

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