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Le Borse frenano, le materie prime corrono, il Bitcoin crolla

L’America litiga sull’inflazione e sulla strategia della Fed e Wall Street frena, mentre riprendono quota le materie prime – Nuovo tonfo delle criptovalute – Btp sotto pressione – Banche sotto i riflettori a Piazza Affari

Le Borse frenano, le materie prime corrono, il Bitcoin crolla

La Fed sta sbagliando tutto. “Le autorità monetarie stanno sottostimando i rischi, estremamente elevati, alla stabilità finanziaria e all’ascesa dell’inflazione, messi a rischio dai tassi estremamente bassi”. Lawrence Summers, già segretario al Tesoro con Bill Clinton e figura di spicco del fronte democratico, ha rincarato ieri sera in un incontro organizzato proprio dalla Fed di Atlantia le critiche alla gestione della politica monetaria Usa, troppo condizionata a suo dire dall’ala sinistra del partito democratico. I mercati, poco interessati al confronto politico Usa, prendono atto però che le banche centrali, sia la Fed che la Bce, non intendono cambiare rotta. E, di riflesso, tornano a spingere al rialzo sulle materie prime, trascinate dalla ripresa, confidando di non esser puniti da una stretta. Il risultato, peraltro, è di stallo dei listini in bilico tra l’inflazione che sale e il denaro che abbonda. A farne le spese per ora è solo il Bitcoin, massacrato a occidente e a oriente.

Stamattina le borse dell’Asia scendono, in alcuni casi con ribassi giornalieri che non si vedevano da circa tre mesi. Indice S&P ASX 200 di Sidney -2%, Nikkei di Tokyo -1,4%, CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen -0,2%. Sono chiuse le borse di Hong Kong e di Seul.  

LA CINA BOCCIA GLI ACQUISTI IN CRIPTOVALUTE

La Banca del Popolo della Cina ha ribadito la sua contrarietà ai token come forme di pagamento digitale: il bitcoin perde l’8%, a 39.600 dollari, minimo da febbraio. Anche Christine Lagarde ha ribadito la contrarietà: “Bitcoin ed ethereum non sono criptovalute ma criptoasset. Sono speculativi, volatili, non stabili e come hanno detto molti miei colleghi, quelli che investono in questi asset devono essere pronti a perdere tutto”.

Il future dell’indice S&P500 di Wall Street è in calo dello 0,3%. Seduta debole ieri per le Borse Usa: Dow Jones -0,78%, S&P 500 -0,85%, Nasdaq -0,56%.

TLC IN CAUTA LIBERA: AT&T- 5,8%

L’effetto positivo dei conti di Wal Mart e di Home Depot è svanito quando è scoppiata la bufera sulle tlc. AT&T ha lasciato sul terreno il 5,8% dopo aver annunciato il taglio dei dividendi: dopo l’operazione sui media con Discovery (valore 43 miliardi di dollari) occorre fare economie. Giù anche Verizon (-3,71%) e T Mobil (-1,31%).

MGM NEL MIRINO DI AMAZON

La battaglia sui media continua. Secondo Bloomberg, la Metro Goldwyn Major è destinata a finire nel portafoglio di Amazon, decisa a rinforza l’offerta di prime Video. Costo dell’operazione: 9 miliardi di dollari.

ANCORA GIÙ IL DOLLARO, FRENA IL PETROLIO

Continua il rialzo dell’euro sul dollaro, alla quinta seduta consecutiva di rialzo, a 1,223. Stasera usciranno le minute dell’ultima riunione della Fed. Facile prevedere che il documento confermerà la politica espansiva della Banca centrale.

Il petrolio WTI è in ritirata a 64,8 dollari il barile, -1%. Il greggio di riferimento del Texas è zavorrato dalle aspettative di un aumento delle scorte di idrocarburi degli Stati Uniti e dai passi in avanti del negoziato sul nucleare dell’Iran.

L’Agenzia internazionale dell’energia, in uno studio approfondito su come raggiungere gli obiettivi climatici entro il 2050, ha esortato a interrompere subito i nuovi investimenti in petrolio, gas e carbone per rispettare i target sulle emissioni.

L’EUROZONA SCIVOLA IN RECESSIONE “TECNICA”

L’economia della zona euro si è contratta dello 0,6% nel primo trimestre del 2021, come mostrano i dati a cura di Eurostat che confermano una recessione tecnica, la seconda dall’inizio della pandemia, con il Pil che ha registrato una flessione in tutti i Paesi più grandi a eccezione della Francia. È scesa anche l’occupazione (-0,3%), così come l’attivo commerciale dell’Eurozona (a 13,1 miliardi, dai 23 di febbraio). Questi dati, in sé negativi, non hanno turbato più di tanto gli umori dei mercati, confortati dall’andamento finalmente positivo della campagna vaccinale. L’incertezza della congiuntura, poi, rappresenta un’arma importante contro i falchi, che chiedono di cominciare a ridurre gli acquisti di titoli, che, sostiene una ricerca di Francoforte, rischiano di aiutare le aziende zombie. “Guai – ha risposto Christine Lagarde – a ritirare gli aiuti troppo presto”.

La Corte costituzionale tedesca ha respinto il ricorso contro il programma di acquisto di titoli pubblici da 2.400 miliardi di euro targato Bce, sostenendo che Francoforte ha dimostrato che il programma è appropriato.

MILANO RISALE A 25 MILA, POI ARRETRA

Per un breve momento Piazza Affari ha recuperato ieri mattina quota 25 mila, ai massimi da 14 mesi, per poi correggere in chiusura, assieme agli altri listini, a 24.880, con un rialzo impercettibile dello 0,06%.

VIVENDI DISTRIBUISCE AI SOCI I TITOLI UNIVERSAL

Più pesante il calo di Parigi (-0,60%). L’utility francese Engie si mette in luce con un rialzo del 3%: stamattina la società ha diffuso la trimestrale. Vivendi è in rialzo del 2% a seguito della decisione di scorporare e distribuire ai suoi azionisti Universal Music Group. In contemporanea, la holding prenderà in considerazione la possibilità di cedere una quota del 10% della stessa UMG a un fondo statunitense.

Francoforte -0,45%. Madrid -0,12%.

TLC NELLA BUFERA: CROLLANO VODAFONE E ILIAD

Piatta la Borsa di Londra (+0,02%). Nel primo trimestre il tasso di disoccupazione in Gran Bretagna è diminuito oltre le attese, al 4,8%, mentre le assunzioni sono ulteriormente aumentate ad aprile.

Giornata di passione per le tlc: Vodafone -8,91% dopo aver annunciato un calo dell’1,2% degli utili adjusted. A Parigi Iliad (-10,23%) ha detto che rivedrà al ribasso l’obiettivo di cash flow a causa dell’aumento della spesa per il 5G.

BTP ANCORA SOTTO PRESSIONE, LO SPREAD FRENA NEL FINALE

Ancora tensioni sul mercato obbligazionario. Nel pomeriggio il rendimento dei Btp decennale è sceso a 1,04% da 1,09% dell’apertura. Lo spread, che si era allargato fino a 120 (circa 25 punti base in più in un solo mese), chiude attorno a 115 punti.  I rendimenti del Bund decennale si stanno intanto riavvicinando allo zero, dopo molto tempo (ieri -0,112%).

La Ue è tornata sul mercato con il bond ‘Sure’ a 8 e 25 anni, con ordini a quasi 89 miliardi di euro.

DEL VECCHIO OLTRE IL 15% IN MEDIOBANCA

La conferma è arrivata attraverso le comunicazioni ufficiali Consob: Leonardo Del Vecchio è il compratore del 2% di Mediobanca (+0,90%) messo in vendita da Fininvest. Con questo balzo, Mister Luxottica (da un paio di mesi fermo al 13,4%) è arrivato al 15,4%, a pochi punti percentuali dalla soglia del 20% autorizzata dalla Bce lo scorso anno. Con l’uscita della famiglia Berlusconi, il patto di consultazione tra i soci dell’istituto controlla ormai solo il 10,1%.

MPS CORRE: PIACE LO SPEZZATINO

Tra le banche, in evidenza Unicredit (+0,90%) che ha curato l’operazione Mediobanca per conto di Delfin. Generali chiude a +0,2% dopo una trimestrale superiore alle attese.

Torna a muoversi intanto il fronte Monte Paschi (+6,64%): il mercato apprezza l’ipotesi spezzatino ventilata dal Mediocredito Centrale, interessata agli sportelli del Mezzogiorno. Negative Fineco (-0,90%) e Intesa Sanpaolo (-0,31%).

STM (+0,55%) PREMIATA PER LA RICERCA

Avanzano in ordine sparso Amplifon (+2,68%), Moncler (+1,54%), Pirelli (+1,15%) ed Exor (+0,94%). Poco mossa Stellantis (-0,04%) dopo la nascita di una jv con la taiwanese Foxconn.

Chiusura positiva anche per Stm (+0,55%) che ieri ha ricevuto un milestone dallo Ieee (Institute of electrical and electronics engineering) “per il suo lavoro rivoluzionario nella tecnologia di processo a semiconduttore con gate di silicio super integrato”.

IN CALO UTILITY E TELECOM

Giù Telecom (-1,1%), investita dalla bufera seguita ai conti di Vodafone. In calo anche le utility: Hera -1,06%, Terna -0,57%, Enel -0,36%

EL.EN, DATALOGIC, BIESSE: UN TRISI DI RECORD TRA LE MID CAP

Tra le mid cap, forti guadagni per El.En (+9,29%) e Datalogic (+8,07%). Da notare Biesse: +6,7%,7 in scia ai risultati del primo trimestre oltre le attese.

Sull’Aim ha brillato Promotica (+5,43%): Integrae Sim ha alzato il target price a 4,3 euro da 3,13 euro, confermando a buy il rating.

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