Smaltito l’effetto Eni, Piazza affari si allinea agli altri mercati in terreno negativo.
L’indice Ftse Mib, partito in rialzo, perde ora lo 0,6% circa. Peggio Parigi -0,9% e Francoforte in calo dell’1,1%. In controtendenza Londra +0,90%.
In Europa tutti gli indici settoriali Stoxx sono negativi, in particolare arretrano i titoli dell’Automotive (-0,9%), Tech (-0,7%) e le Utility (-0,5%). Pesa l’incertezza sui tassi Usa emersa dal meeting di Jackson Hole. Per Equita Sim la Fed “non vede negativamente un raffreddamento dei mercati per evitare che si accumuli una nuova bolla del credito”. Di qui il consiglio di adottare un “atteggiamento cauto sui mercati”.
Arretrano Fca -1,8%, Finmeccanica -1,3% e StM [STM.MI] -1,5%.
Ancora sotto pressione il Lusso: Ferragamo -1,5%, Moncler -2%, Luxottica -1,2%, Tod’s-1%.
L’inflazione dell’eurozona si ferma allo 0,2%, invariata, sempre molto al di sotto del target della Bce fissato al 2%.
In avvio di seduta c’è stato il balzo di Eni che ha poi ridimensionato il suo rialzo dal +4,4% dei primi scambi a +1,8%. La ragione del boom è la scoperta di un megagiacimento nelle acque egiziane con un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas.
La controllata Saipem scende dello 0,1%. Mediobanca Securities boccia l’eventuale split della società se non sarà preceduta da un aumento di capitale per 3-3,5 miliardi.
La correzione del Brent (-2,6% a 48,75 dollari) piega anche Tenaris -2,5%.
Tra le banche arretrano Unicredit -1%, Intesa -0,9% e MontePaschi -1,5%. Fra le popolari, in attesa delle operazioni su Vicenza e Veneto Banca, Pop.Emilia perde il 2,2%, Banco Popolare -1,6%.
Marcia indietro anche di Telecom Italia -1,3%, che pure era partita in rialzo.
Mediaset scende del’1,8%.
Enel perde l’1,5%, EnelGreen Power -1,5%.