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Le Borse fanno i conti con la guerra che si aggrava. La Cina apre ai controlli contabili Usa

Imagoeconomica

Le borse di Shanghai e Shenzhen sono chiuse per la festività del Qingming (festa della chiara luminosità), ma è dalla Cina che arriva, inaspettata, una buona notizia. Le autorità di Pechino hanno eliminato la norma che vietava alle società cinesi quotate su altri listini di consentire ispezioni contabili da parte di enti di sorveglianza non cinesi.

Evitano l’espulsione 270 società cinesi

Il tema dei controlli contabili era uno dei terreni di scontro tra le due superpotenze: 270 società cinesi quotate a Wall Street rischiavano l’espulsione dalla Borsa Usa entro il 2024. Insomma, un purtroppo raro segno di distensione che ha prodotto l’immediato rialzo di Hong Kong (+1,3%), con spunti ben superiori per i titoli tech.

Poco mosse le altre piazze orientali: Nikkei di Tokyo invariato. Kospi di Seul +0,3%. S&P ASX200 di Sidney +0,4%. BSE Sensex di Mumbai +1%.

Future di Wall Street in lieve calo, più spazio per l’aumento dei tassi

I future di Wall Street sono stamane in lieve calo. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 2,41%, +3 punti base. Il biennale è a 2,47%. I dati sull’occupazione di marzo hanno fornito venerdì altri argomenti alla Federal Reserve, impegnata nel contrasto a un’inflazione sempre più scatenata. John Williams, a capo della Fed di New York, ha detto che una sequenza di passi porterà i tassi su livelli più normali. Mary Daly ritiene probabile un rialzo dei tassi di 50 punti.

Al via Artemis 1: l’uomo torna sulla Luna (per restarci)

La Nasa oggi terrà uno degli ultimi test in vista del lancio del programma Artemis 1, che prevede il ritorno sulla Luna in preparazione all’approdo su Marte. Mercoledì partirà dal centro spaziale Kennedy della Nasa in Florida Ax-1 di Axiom, la prima missione di astronauti del tutto privata diretta verso la Stazione spaziale internazionale.

Meglio il football di Petrobras (90 miliardi di dollari)

Una notizia leggera in un quadro tragico. Rodolfo Landim, il manager designato da Jair Bolsonaro per prendere le redini di Petrobras, il colosso petrolifero brasiliano (90 miliardi di dollari di capitalizzazione) ha rinunciato ieri sera all’incarico dopo che la sua squadra di calcio, il Flamengo, è stata battuta per 2-1 dalla Fluminense nella finale del campionato dello Stato di Rio. “Non ho tempo per il petrolio – ha detto – devo rifare il club”.

L’Europa prepara le sanzioni dopo Bucha

Assai più tragiche le notizie in arrivo dall’Europa, e in particolare dall’enclave di Bucha, sobborgo martoriato di Kiev, da oggi al centro delle probabili sanzioni di Unione Europea e Nato. Nel ventaglio delle possibilità ci sono nuovi interventi sull’accesso ai pagamenti internazionali delle banche russe, sul divieto di ingresso delle navi nei porti occidentali e sul blocco della fornitura di materiali e apparecchiature tecnologiche. Ma da Berlino la ministra della Difesa Christine Lambrecht dice che è ora di iniziare a parlare seriamente di sanzioni energetiche, incluso lo stop al metano già approvato dalla Lituania. Tuttavia, l’azione di Bruxelles sarà frenata dall’esito delle elezioni ungheresi, stravinte da Victor Orban.

Euro invariato, petrolio in calo

L’euro è invariato a 1,104.

Petrolio WTI in lieve calo a 99 dollari il barile. La Lituania ha bloccato le importazioni di gas russo.

Oro a 1.923, poco mosso.

I future del frumento rimbalzano dopo la peggior settimana degli ultimi undici anni.

In discussione lo stop al gas russo, arrivano le minute Fed e Bce

L’andamento della bilancia commerciale tedesca e gli ordini di beni durevoli in Usa sono i dati macro più importanti in una giornata priva di indicazioni dalla Cina.

Ma l’attenzione è concentrata sula prospettiva di nuove sanzioni nei confronti di Mosca che potrebbero uscire dalla riunione odierna dell’Eurogruppo e la minaccia di tagliare le forniture di gas, mentre continua la corsa di molti materiali come acciaio e alluminio (+46% per l’indice delle commodity negli ultimi dodici mesi). In uscita domani anche i dati Pmi servizi per l’Europa.

Gli investitori guarderanno alle minute della Fed e della Bce (in uscita mercoledì e giovedì prossimo). I verbali Usa dovrebbero confermare il prossimo aumento di maggio, probabilmente mezzo punto in una volta sola dopo che, con l’inversione della curva dei rendimenti, i mercati hanno prezzato le strette Fed nell’immediato e un contraccolpo sulla crescita nel lungo periodo

La pubblicazione di Francoforte invece permetterà di capire di più la forza dei falchi della Banca centrale che insistono per anticipare i tempi di un aumento dei tassi, in linea con la crescita esponenziale dei rendimenti di mercato. Ma è assai difficile conciliare la lotta alla recessione con una stretta.

Domani il Def, la cautela di Franco

“Usciremo con una previsione cauta sul Pil, perché c’è grandissima incertezza. Come l’anno scorso, è meglio essere smentiti per essere stati pessimisti piuttosto che troppo ottimisti”. Così il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha anticipato le premesse del prossimo Def in uscita domani.

La crescita italiana, secondo Confindustria, non andrà oltre l’1,9% mentre il governo vede, per ora, +2,8% (assai sotto il +4% precedente all’invasione ucraina). Franco ha ribadito la volontà di far convivere eventuali nuove misure di supporto (non le ha escluse per l’ambito energetico) con la disciplina dei conti: “L’anno scorso – ha ricordato – abbiamo chiuso con un deficit molto più basso delle previsioni precedenti e quest’anno il deficit va ancora ridotto”.

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