I listini europei recuperano terreno dopo lo scivolone di ieri e chiudono in rialzo, mentre Wall Street, altalenante nei primi minuti, tenta il rimbalzo nel giorno in cui prende il via l’importante riunione della Fed che terminerà domani e che potrà dire qualcosa sui tempi del tapering e sulle previsioni economiche Usa al 2024.
Milano si apprezza dell’1,22% a 25.353 punti, in linea con Francoforte +1,41%, Parigi +1,5%, Amsterdam +1,03%, Madrid +1,19% e Londra +1,13%.
Il caso Evergrande, il rischio di fallimento del colosso immobiliare cinese, che ieri ha provocato un’ondata di vendite a livello globale non è certo archiviato, ma la febbre appare in calo visto che il presidente del colosso cinese ha garantito che tutti i risparmiatori saranno rimborsati. In attesa di conoscere gli sviluppi della situazione e vedere se Pechino contribuirà ad arginare la disfatta, come sembra credere Hong Kong (oggi timidamente ottimista con una chiusura in rialzo dello 0,51%), le borse europee si sono concentrate su una ripresa economica più robusta del previsto, stimata anche dall’Ocse. Il miglioramento per la zona euro quest’anno è di un intero punto percentuale (+5,3%) e l’economia sarà più vivace dello 0,2% (a +4,6%) anche nel 2022. Per l’Italia il rimbalzo stimato per l’anno in corso è +5,9%. (Alza le stime sulla crescita anche la Banca centrale spagnola per la penisola iberica, visto che l’andamento del terzo trimestre è simile a quello del secondo).
Aggiornando il suo outlook globale l’Ocse raccomanda inoltre prudenza a governi e banche centrali: è troppo presto – sostiene – perché questi ritirino il sostegno eccezionale concesso alle economie nonostante il picco dell’inflazione.
Sono proprio queste le valutazioni che si troverà di fronte il Fomc in questi due giorni: inflazione galoppante, ma probabilmente transitoria a questi ritmi e occupazione che, nonostante “chiari progressi”, non è ancora a livelli ottimali (soprattutto alla luce degli ultimi dati). Inoltre molte incognite gravano sul futuro, come il lunedì nero che ha fatto tremare i mercati dimostra, tenendo conto del fatto che la pandemia non è ancora debellata. Secondo un’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo la riunione della Fed in corso sarà uno spartiacque per la politica monetaria degli Usa. Il Comitato dovrebbe aprire ufficialmente la discussione sulla riduzione degli acquisti di titoli, senza però dare indicazioni precise su modi e tempi del tapering. La svolta per il programma di acquisti dovrebbe essere discussa a settembre, annunciata nei dettagli a novembre e avviata a dicembre.
Insomma sembra esserci ancora un po’ di tempo davanti. In questo contesto il dollaro resta alla finestra contro le altre valute. L’euro tratta sui livelli di ieri in area 1,172. I prezzi dei T-Bond sono contrastati (dopo i forti aumenti di ieri, legati alla ricerca di un porto sicuro a fronte dell’incertezza creata dal caso Evergrande) e l’oro si apprezza. Lo spot gold guadagna circa l’1% e si muove intorno a 1781,50 dollari l’oncia.
Con l’apertura dei mercati Usa sbanda il petrolio, che ritrova presto la via dei rialzi sia con i contratti del Brent sia con il greggio americano.
Il settore è animato anche dalle notizie provenienti da Royal Dutch Shell, molto vivace a Londra. La società ha accettato infatti di vendere tutti gli asset nel bacino Permiano, il giacimento petrolifero più attivo degli Stati Uniti Secondo Bloomberg inoltre il colosso stima che la produzione di due dei suoi principali impianti nell’area non riprenderà fino al nuovo anno, per una perdita di 300mila barili al giorno.
In scia archiviano una seduta positiva i titoli del settore in Piazza Affari, in particolare Saipem +3,22%, che ha firmato con Saudi Aramco un protocollo d’intesa volto ad esplorare la possibilità di costituire in Arabia Saudita una nuova società per l’esecuzione di attività di ingegneria e costruzione nel settore industriale.
A livello europeo è da segnalare il debutto psichedelico di Universal Music Group, che registrava a metà seduta un rialzo del 38% ad Amsterdam nel suo primo giorno di negoziazione. Sono state vendute a piene mani a Parigi invece le azioni del proprietario Vivendi, che ha scorporato la major americana produttrice, tra gli altri, di Lady Gaga.
Tornando in Piazza Affari i maggiori rialzi del giorno sul listino principale, oltre a Saipem, sono per Amplfon +4,89%; Poste +2,84%; Finecobank +2,83%. Positive le banche dopo i cali della vigilia.
Effervescente Generali, +1,52%, mentre il patto “Del Vecchio-Caltagirone” si avvicina alla quota del primo azionista del Leone, vale a dire Mediobanca. Francesco Gaetano Caltagirone ha rastrellato infatti ancora azioni Generali sul mercato salendo al 6,27% del capitale della compagnia, se si considerano anche le quote detenute in Acqua Campania, società collegata che ha fatto incetta del titolo a inizio settembre. In questo modo, il patto costituito da Delfin (Leonardo Del Vecchio) e dalla neo entrata Fondazione CrT arriva al 12,43%, sempre più vicino al 12,93% del primo socio Mediobanca.
In rosso sono solo tre blue chip. Le perdite maggiori sono a carico di Telecom -1,46.
Stellantis cede lo 0,16%. È di oggi la notizia che Mike Manley il primo di novembre lascerà il ruolo di ‘Head of Americas’ del gruppo per assumere l’incarico di Ceo di AutoNation, il più grande rivenditore di auto americano, con sede in Florida. In una nota Stellantis chiarisce che Mark Stewart (Chief Operating Officer, Nord America) e Antonio Filosa (Chief Operating Officer, Sud America), entrambi membri del comitato esecutivo, d’ora in poi riporteranno direttamente all’AD Carlos Tavares.
Lievissimo ribasso per Tenaris -0,02%.
Cala lo spread: 101 punti base (-1,92%), con un tasso del Btp in ribasso a +0,68% (da +0,72%).