Un accordo sulla Brexit sembra ancora lontano e Il calo della sterlina galvanizza Londra, che chiude in rialzo dell’1,64%, spinta anche dai minerari. Più tiepidi i listini della zona euro, che si avvantaggiano nel pomeriggio della nuova apertura record di Wall Street. Piazza Affari guadagna lo 0,69%, portandosi a 21.485 punti. Performance simili a Francoforte, +0,84% e Parigi +0,78%. Più arretrata Madrid +0,07%.
Wall Street al momento viaggia contrastata. Superano i loro massimi Dow e S&P500, mentre il Nasdaq è leggermente in rosso. In assenza di spunti macroeconomici e aziendali, gli investitori monitorano gli andamenti nel giorno delle “quattro streghe” (contemporanea scadenza di futures e opzioni su indici e singoli titoli) e della maggior riclassificazione settoriale degli indici S&P dal 1999, con cambiamenti di comparto per colossi come Facebook, Twitter, Alphabet, Walt Disney, Netflix, Comcast ed eBay. Resta sotto i riflettori la situazione dazi, in attesa dell’introduzione, lunedì, delle nuove tariffe.
Il dollaro si rafforza leggermente sull’euro, con il cambio in area 1,174, in parte a seguito dei dati deludenti sulla crescita economica dell’Eurozona, in particolare quelli sull’attività manifatturiera della Germania ai minimi da oltre 2 anni. Il biglietto verde è in rialzo anche nei confronti delle altre principali valute ma sembra in ogni caso destinato alla perdita settimanale più grande in sette mesi.
S’indebolisce la sterlina con il nulla di fatto fra UE e Regno Unito dopo il vertice di Salisburgo, giudicato un “disastro” per la premier Theresa May da parte dell’opposizione britannica. Il cross con la moneta unica si porta a 0,89823.
In altalena il petrolio, che frena bruscamente pochi minuti prima della chiusura delle piazze del Vecchio Continente: Brent -0,3%, 77,62 dollari al barile; Wti +0,04%, 68,78 dollari al barile. Si guarda alla riunione di domenica dell’Opec, dove si affronteranno i temi legati al calo dell’output successivo alle sanzioni all’Iran. Oro in calo a 1197.28 dollari l’oncia (-0,85%).
Gli acquisti sono generalizzati sui titoli di Stato europei. Il rendimento de Btp 10 anni scende al 2,67%, mentre lo spread con il Bund resta praticamente invariato a 220.70 punti base (+0,32%). Si continuano a soppesare le varie dichiarazioni di esponenti del governo sulla prossima Legge di Bilancio e si attende il fatidico rapporto deficit/pil 2019. Secondo Credit Swiss è questo il numero chiave: appena sotto il 2% sarebbe una buona notizia; vicino al 3% sarebbe negativo.
L’Istat mette in luce intanto che, nel 2017, il pil tricolore è cresciuto dell’1,6%, contro la stima di aprile dell’1,5%, mentre il rapporto deficit-pil si è attestato al 2,4%, in lieve miglioramento rispetto al 2,5% del 2016. Sempre nel 2017 il debito pubblico, rispetto al pil, è lievemente sceso al 131,2% contro il 131,4% del 2016.
Il Tesoro ha comunicato a ridosso della chiusura del mercato i dettagli dell’asta di Bot a 6 mesi di mercoledì prossimo: l’offerta sarà di 6 miliardi, a fronte di buoni in scadenza per un egual importo.
In Piazza Affari oggi chiudono molto bene Cnh +2,83% e Enel +1,87%. Quest’ultima beneficia anche del fatto che Green Power Espana ha deciso di costruire il più grande parco eolico in Spagna. Tra i finanziari spiccano Banca Mediolanum +2,57%, Ubi +2,23%, Finecobank +2,06%. Positiva Unicredit +0,23%, che rende noto di aver ceduto nel mese di settembre un portafoglio di crediti deteriorati del valore nominale di 1,09 miliardi di euro a Ifis Npl, gruppo Banca Ifis. Si tratta di oltre 30.000 posizioni verso piccole e medie imprese con garanzie personali e ipoteche di grado superiore al primo. In calo Bper -1,92% e Azimut -1%. Perdono quota Pirelli -1,19%; Saipem -0,89%; Tenaris -0,71%.