È uno dei pochi record sfuggiti finora al Toro scatenato. Ma ancora per poco. Già oggi l’indice Msci Global, costruito sulle performance di 46 mercati azionari mondiali, potrebbe superare il primato di 441,14 punti stabilito nel maggio del 2015, da cui lo separa un modesto 0,35%. Il dato, naturalmente, ha un mero valore statistico, ma serve a sottolineare la portata generale del rialzo azionario scatenato da Donald Trump. A sostenere il rally contribuisce la ripresa generale che ha contagiato Asia ed Europa, come dimostra la revisione al rialzo delle stime sulla crescita globale (da 2,5 a 2,7%).
Non meno importante la convinzione che la ripresa dell’inflazione e, di riflesso, dei tassi sia dietro l’angolo. Lo ha confermato ieri davanti al Senato la stessa Janet Yellen: “La Fed – ha detto – prenderà in considerazione un rialzo dei tassi di interesse ‘durante i prossimi meeting’ del Fomc” perché l’economia “continua a espandersi a passo moderato” e aspettare troppo “potrebbe essere poco saggio”.
Questa diagnosi ha l’effetto di tenere alla larga dall’obbligazionario i gestori che aspettano rendimenti più elevati per entrare in azione. Tanta euforia fa passare in secondo piano la confusione in politica estera del presidente. Dopo il pasticcio russo del dimissionario Michael Flynn, oggi va in scena la visita di Benjamin Netanyahu a Washington: possibili nuove sorprese.
GOLDMAN SACHS AI MASSIMI DAL 2007
Continua la corsa del Toro sui listini Usa: il Dow Jones è salito dello 0,45%, S&P +0,40%. Positivo anche il Nasdaq (+0,32%). Quella di ieri è stata la quarantesima seduta senza un ribasso giornaliero superiore all’1% dell’indice S&P500: non era mai capitato nella storia un periodo così lungo.
Le parole di Janet Yellen e quelle del presidente della Fed di Richmond Jeffrey Lacker (potrebbero essere necessari più di tre rialzi dei tassi per quest’anno) hanno gettato nuova benzina sul fuoco del settore finanziario (+1,24% l’indice) ormai convinto che la prima mossa della Banca centrale arriverà il prossimo 15 marzo.
Dalla data delle elezioni presidenziali a oggi, l’indice settoriale delle banche ha guadagnato il 20% ed è sui massimi degli ultimi nove anni dopo aver registrato in rialzo del 5% solo nell’ultimo mese.
Goldman Sachs ha guadagnato l’1,29%, a 249,46 dollari, toccando il massimo dal 2007, prima dello scoppio della crisi dei subprime. Bank of America +2,82%.
CI VOGLIONO 250 MILA DOLLARI PER ESSER SOCIO DI BUFFETT
Nuovo record anche per Apple (+1,30% sopra i 135 dollari). Dalla trimestrale di Berkshire Hathaway emerge che Warren Buffett ha acquistato negli ultimi mesi 57,4 milioni di titoli della Mela. Il titolo di categoria A della finanziaria ha superato ieri la soglia dei 250.000 dollari, la soglia minima per entrare nel club del saggio di Omaha.
Il caso del giorno riguarda Cynosure (+28%). Il produttore di laser per la chirurgia estetica è stato comprato da Hologic per 1,65 miliardi di dollari.
L’aumento delle scorte Usa di petrolio (+9,9 milioni di barili) ha frenato il rimbalzo del greggio sotto i 56 dollari (da un massimo di 56,46). La crescita della produzione di shale oil sta limitando l’effetto del taglio della produzione Opec. Contrastati i petroliferi: Exxon -0,22%, Conoco Philips +0,89%. A Piazza Affari Eni +0,1%, Saipem -2,7%.
CORRONO ANCHE LE BORSE ASIATICHE: TOKYO +1%
In grande effervescenza stamane anche le Borse asiatiche, trainate dal settore finanziario. Tokyo (+1,03%) ha assorbito il crollo di Toshiba (-13,2%) dopo nuove svalutazioni per 6,3 miliardi di dollari legate alle perdite nel nucleare Usa.
Colpo grosso stamane di Masayoshi Son: la sua Softbank ha acquistato il private Usa Fortress per 3,3 miliardi di dollari. Bene Sidney (+1,1%) e Hong Kong (+1,4%). Perde colpi Samsung (-1,3% a Seul): la magistratura ha chiesto di nuovo l’arresto del Ceo e proprietario Lee-Jae-Yong.
LA TRATTATIVA GM-PEUGEOT SU OPEL RIAPRE IL RISIKO: FCA +4,4%
In grande fermento il settore automotive per la prima grande operazione dell’era Trump: General Motors (+4,84%) potrebbe cedere Opel e Vauxhall, cioè tutte le attività europee a Peugeot, che ha confermato l’esistenza delle trattative rivelate da Bloomberg. La notizia ha avuto un immediato riflesso su Fiat Chrysler (+4,1% a Milano, +4,39% in chiusura a Wall Street) nella prospettiva di un prossimo consolidamento del settore.
A complicare l’esito dell’operazione potrebbe essere l’ostilità della politica. Il merger con un partner europeo, infatti, avrà una ricaduta non indifferente sull’occupazione di Opel, per giunta a pochi mesi dalle elezioni tedesche. Ma la decisione di Gm si spiega con le perdite della sua controllata europea: 257 milioni di dollari nel 2016 dopo gli 813 milioni del 2015. Negli ultimi sette anni il salasso è stato di 8 miliardi di dollari, sufficiente a convincere il colosso di Detroit a gettar la spugna. Psa, al contrario, è da tempo alla ricerca di un merger che aumenti la massa critica del gruppo franco-cinese.
Candidata all’operazione è stata a lungo Fiat Chrysler (+4,1%), ma sia Sergio Marchionne che John Elkann hanno respinto le avances, aspirando ad un’aggregazione con Gm. Se il colosso statunitense dell’auto dovesse liberarsi di Opel e di Vauxhall, è il ragionamento degli analisti, la partita potrebbe riaprirsi, perché non ci sarebbero più problemi di sovrapposizione di prodotto in Europa ad ostacolare la fusione. In ogni caso, la trattativa Gm-Psa segnala che il consolidamento del settore previsto da tempo da Marchionne è cominciato.
In rialzo ieri anche Ford +0,72%.
SALE MILANO, OGGI IL RAPPORTO OCSE SULL’ITALIA
L’euforia di Wall Street, le buone notizie dalla congiuntura europea, il calo dell’euro sul dollaro sotto 1,06. Ecco la miscela che ha favorito una giornata positiva per i listini del Vecchio Continente. Nell’attesa della seconda audizione di Janet Yellen (stavolta al Congresso) le Borse europee sono impostate al rialzo. Da segnalare oggi la presentazione del rapporto annuale Ocse sull’Italia. Presenti il segretario generale Angel Gurria e il ministro del Tesoro italiano Pier Carlo Padoan.
Nessun cedimento dell’azionario milanese, in testa tra le piazze europee: con un rialzo dello 0,65% ha chiuso a 19.188 punti. Più arretrate le altre principali piazze europee: Parigi +0,15%, Francoforte -0,01%, Londra -0,16% e Madrid +0,25%.
I dati dell’Istat sul Pil del quarto trimestre hanno evidenziato che in Italia la crescita economica resta modesta, soprattutto se il paragone è con le maggiori economie europee. Ma il dato complessivo dell’anno (+0,9% su base non rettificata) è di quelli che non si vedevano da tempo. Nella zona euro la crescita è dell’1,7%.
YELLEN FRENA I BTP E I BUND
Chiusura debole per i Btp dopo una mattinata positiva. I titoli sono stati spinti in negativo dai commenti restrittivi giunti dal presidente della Fed Janet Yellen. Si muovono anche i bond in Europa: il rendimento del Bund si porta a 0,38%, da 0,32% di ieri. Btp a 2,23%.
Lo spread tra rendimenti decennali Usa e tedeschi si amplia a 211 punti base. A fine 2016 è stato toccato il livello più alto degli ultimi 30 anni a 235 punti base. Il Tesoro ha collocato in riapertura 1,388 miliardi complessivi dei cinque Btp in asta ieri, ovvero l’intera offerta supplementare prevista.
VOLANO LE BANCHE. BANCA GENERALI VERSO IL PANIERE PRINCIPALE
Automotive a parte, anche a Milano i titoli bancari sono stati il propellente del rialzo L’indice di settore è salito dell’1,5%. Hanno guidato la corsa le ex Popolari, sulla scia di Banco Bpm (+5%). Pop. Emilia +3,5%, Ubi Banca +3,9%. Unicredit sale dell’1%. Venerdì prossimo sarà l’ultimo giorno disponibile per trattare i diritti di opzione.
In controtendenza Carige (-5%), peggior titolo di ieri: torna l’ipotesi di un aumento di capitale cui Generali potrebbe contribuire con la conversione in capitale di 80 milioni di euro di prestiti subordinati.
Brillante il risparmio gestito. Banca Mediolanum+1,3%. Banca Generali è in rialzo del 6%. Gira la voce che Credit Suisse abbia interesse per la società del risparmio gestito. Più concreta a possibilità che l’istituto possa prendere il posto di Mps nell’indice Ftse Mib nel caso che la Banca toscana non sia riammessa agli scambi entro fine febbraio.
Tonici anche gli assicurativi. Unipol, già forte nella seduta precedente, guadagna il 3,6%. Riflettori accesi su Generali (+1,6%) in attesa di novità riguardo una possibile operazione di Intesa Sanpaolo. Oggi si riunisce il Cda del gruppo assicurativo.
PROVE DI FUSIONE TRA FNM +10%, TRENORD E ATM
Promozione per Recordati (+0,9%): Mediobanca alza il target price a 30 euro da 24 euro, giudizio Neutral confermato. Soffrono le utility, inversamente correlate all’andamento dei tassi d’interesse. Enel -0,3% e Telecom Italia-1,3%, Snam -0,4%.
Vola Ferrovie Nord Milano (+10%) dopo che la società ha confermato il progetto di fusione con Trenord e Atm, ma sia Trenitalia che il sindaco di Milano Giuseppe Sala hanno giudicato “prematura” la notizia.