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Le banche spingono la Borsa: Milano tra le migliori, Nasdaq in calo

Photo by Michael Longmire on Unsplash)

Piazza Affari parte con il piede giusto anche questa settimana e chiude in rialzo dello 0,78% a 24.802 punti, grazie alle banche, ben comprate dopo le trimestrali e in vista di una nuova stagione aggregativa. Regina del listino è Unicredit +5,39%. Sono contrastate le altre piazze europee ed è misto l’avvio di Wall Street, dove il Dow Jones aggiorna però i suoi massimi storici e per la prima volta supera i 35mila punti.

Madrid si apprezza dello 0,93%, Parigi, Francoforte e Londra sono piatte, arretra Amsterdam -0,91%. A New York, nelle prime ore di scambi, vola l’indice della 30 blue chip, mentre il Nasdaq cede l‘1,5%. Sono in ribasso le big tech e anche Tesla perde il 3,5%, dopo che il numero uno Elon Musk ha detto in Tv di soffrire della sindrome di Asperger.

Sulla cresta dell’onda si muove Biontech (+5,46%), che ha chiuso il primo trimestre con 2,08 miliardi di euro di ricavi per effetto della vendita dei vaccini anti covid sviluppati con la statunitense Pfizer (+1,2%). Per rispondere alla grande domanda di sieri basati sulla tecnologia Rna messaggero (mRna) le due partner costruiranno un nuovo sito produttivo a Singapore.

Sul mercato valutario l’euro dollaro è poco mosso, in area 1,21, mentre si rafforza molto la sterlina contro moneta unica e biglietto verde.

Sotto i riflettori restano inoltre le materie prime, a partire dal petrolio, dopo l’attacco informatico che ha colpito venerdì scorso Colonial Pipeline, la più importante infrastruttura di trasporto del carburante sulla costa orientale americana. Dopo un avvio in rialzo, si sgonfiano leggermente i prezzi dei future: Brent -0,1%, 68,20 dollari al barile; Wti -0,2%, 64,75 dollari al barile. 

Anche i metalli scambiano a livelli molto alti, dopo i guadagni delle scorse sedute che hanno portato il rame al nuovo record oltre i 10.600 dollari. Sale l’oro oltre 1841 dollari l’oncia. 

L’andamento delle commodities favorisce le azioni di imprese minerarie, energetiche, acciaio e induce qualche preoccupazione sull’inflazione negli Usa, ma il deludente dato sul lavoro pubblicato venerdì scorso (266 mila posti in più in aprile contro attese di un milione) rafforza la convinzione che la Fed manterrà ancora a lungo la sua politica monetaria ultra accomodante e quindi i tassi ai minimi storici e un massiccio programma di acquisto di bond. Il rendimento del decennale Usa è al momento in leggero ribasso in area 1,57%.

Sul mercato secondario italiano scende il tasso del Btp anni a +0,88% (era +0,91% venerdì) e si restringe lo spread con il Bund a 109 punti base (-3,26%). La settimana scorsa Moody’s ha confermato il suo giudizio sull’Italia “Baa3”, appena un gradino sopra il livello spazzatura, con outlook stabile. Il rating, sostiene l’agenzia, è supportato dalla forza economica del Paese, valutata con “a3”, che “riflette un’economia ampia e diversificata e un basso indebitamento del settore privato”, ma nello stesso tempo sconta anche “una debole performance di crescita e importanti sfide strutturali, tra cui una bassa crescita della produttività, un sistema legale e amministrativo inefficiente e ampie divergenze a livello regionale”. Il giudizio, inoltre, riflette un rapporto debito pubblico/PIL “molto elevato” che è destinato ad aumentare in seguito allo shock pandemico.

Nell’azionario il clima di fiducia sulla carta tricolore favorisce le banche, spinte  inoltre da risultati trimestrali migliori delle attese. Guida i progressi delle blue chip Unicredit +5,39%, grazie anche ai rialzi dei prezzi target da parte di Ubs e Morgan Stanley. Brillano Bper +3,87%, Banco Bpm +2,76%, Intesa +1,16% e Mediobanca +1,34%.

Fra i titoli petroliferi brilla Tenaris +2,62%. Rialza la testa Telecom +2,15%.

Buzzi Unicem si apprezza del 2,15%, dopo aver confermato la guidance 2021 e alla luce di una trimestrale con ricavi per 683 milioni di euro. Le vendite dei tecnologici penalizzano Stm -2,6%. In rosso Nexi -1,41% e Amplifon -1,65%.

Fuori dal paniere principale Aedes sale del 9,19%, a ridosso del nuovo prezzo dell’Opa di Nuova Argo Finanziaria a 28 euro (25,6 euro il precedente) annunciato venerdì scorso con estensione del periodo di adesione al 24 maggio rispetto alla scadenza odierna. 

Va a picco invece la Juventus, -5,02%, dopo la sconfitta ieri per 3-0 in casa contro il Milan, che mette a rischio la qualificazione alla Champions League. La squadra bianconera rischia inoltre si essere esclusa dal campionato di Serie A se rimane nella Superlega, secondo quanto ha detto il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina nel corso di un evento. La Juventus è una delle tre squadre, insieme a Real Madrid e Barcellona, a non aver ancora formalmente abbandonato il progetto.

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