Le banche tengono a galla Piazza Affari, che chiude piatta, +0,02%, 26.556 punti, una seduta contrastata a livello europeo e appesantita nel pomeriggio dalla volatilità di Wall Street.
Francoforte è la piazza europea peggiore e perde l’1,05%, allarmata dal fatto che l’istituto Ifo ha tagliato il proprio forecast per la crescita del Pil tedesco nel 2022, in ragione della quarta ondata di coronavirus e per il permanere dei colli di bottiglia negli approvvigionamenti che rallentano la più grande economia del continente.
Parigi cede lo 0,69%, Amsterdam -0,93%; Londra -0,21. Madrid balla praticamente da sola, +0,63%.
A New York, dopo una avvio misto, la situazione sta peggiorando sui tre indici principali che sono tutti in rosso a partire dal Nasdaq (-1,8%).
A innervosire i mercati è l’incertezza legata alla variante Omicron del coronavirus, proprio mentre una ventina di banche centrali sta per riunirsi, a partire da Fed, Bce e BoE.
FED E BCE
In particolare si guarda alla Fed, che chiuderà il suo summit domani e si prevede annuncerà un’accelerazione del tapering (con una riduzione degli acquisti mensili che passa da 15 a 30 miliardi), mossa prodromica a un primo aumento dei tassi che alcuni osservatori collocano intorno a maggio, altri a giugno. Per Reuters il mercato già sconta un rialzo dello 0,25% entro maggio e tassi dello 0,75% entro l’anno.
Il tutto mentre l’inflazione continua a mordere: a novembre i prezzi alla produzione Usa sono saliti del 9,6% anno su anno, un nuovo record, dopo l’8,6% del mese scorso, già senza precedenti. Il dato arriva inoltre dopo quelli sui prezzi al consumo di venerdì scorso, aumentati anno su anno ai massimi da 40 anni.
La Bce terrà la sua ultima riunione dell’anno giovedì, ma si stima che il suo approccio sarà più cauto.
Secondo Sylvain Broyer, capo economista per l’area Emea di S&P, Eurotower non aumenterà i tassi d’interesse “prima dell’inizio del 2024” e ridurrà gli acquisti di titoli a fine 2023. Secondo Broyer “il tasso d’inflazione scenderà già nel corso del 2022” e l’Ue “raggiungerà i livellii pre-pandemia nel 4/o trimestre di quest’anno, mentre l’Italia dovrà aspettare il secondo trimestre del 2022”. Il consiglio direttivo con ogni probabilità confermerà inoltre la decisione di terminare il programma di acquisti di emergenza pandemica (Pepp) alla fine di marzo 2022.
LO SPETTRO OMICRON
L’altro elemento di forte incertezza in questa fase è la pandemia, che si sta rivelando un avversario molto coriaceo. Secondo l’Oms “stiamo vivendo uno tsunami di contagi Covid nel mondo, dovuto alla variante Delta e a quella Omicron”. Quest’ultima è un nemico ancora sconosciuto, soprattutto in relazione ai vaccini (anche se due dosi di Pfizer, secondo studi dal Sudafrica, avrebbero ridotto del 70% le ospedalizzazioni). Sempre per l’Oms Omicron “può diffondersi più velocemente di Delta ed è probabile che diventi dominante in Europa”.
Per fronteggiare la nuova ondata gli Stati si stanno attrezzando, con restrizioni interne e anche limitando i flussi dall’estero. In Italia il governo Draghi è in procinto di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo e sta valutando di reintrodurre l’obbligo di mascherina all’aperto.
MATERIE PRIME
In un mondo ancora alle prese con problemi di relazioni e mobilità il petrolio perde appeal e i future di Brent e Wti si muovono in calo di una percentuale superiore all’1%.
Tra le commodity prosegue invece la corsa del gas dopo il balzo di ieri dovuto alle minacce del presidente bielorusso Alexander Lukashenko di bloccare il transito verso l’Europa in caso di sanzioni più severe contro Minsk. All’hub olandese Ttf le quotazioni sono salite stamattina del 3,2% a 119,5 euro per Mwh, mentre le quotazioni britanniche sono aumentate del 2,8% a 3,30 sterline per therm.
Si sta muovendo in calo frazionale l’oro, con lo spot gold che tratta intorno a 1775,38 dollari l’oncia (-0,64%).
MERCATO VALUTARIO
Sul mercato dei cambi è in progresso l’indice del dollaro. L’euro tratta in lieve calo contro il biglietto verde intorno a 1,1274.
Non si arresta l’emorragia della lira turca che cede circa il 4% contro dollaro e tratta in area 0,0696.
PIAZZA AFFARI
Sul principale indice milanese la seduta è stata animata soprattutto dalle banche, con il mercato che scommette su un nuovo Risiko nel settore.
In vetta al listino è Unicredit +4,58%, che continua a macinare guadagni, interrotti solo da brevi soste, dopo la presentazione del nuovo piano industriale firmato dall’ad Orcel.
Brillano anche Bper +1,54%, Banco Bpm +1,42%, Intesa +0,88% e Mediobanca +0,63%. La stella più luminosa del settore è però fuori dal Ftse Mib, si tratta di Carige +8,15%, in rally a seguito di indiscrezioni stampa secondo cui il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) ha in corso colloqui con un fondo e due banche per la cessione del controllo dell’istituto ligure. I dialoghi sarebbero con Credit Agricole e Bper.
Molto più cauta Mps, +0,33%. Ieri l’ad di Banco Bpm Giuseppe Castagna ha risposto “mai dire mai” a una domanda su un potenziale interesse per Monte dei Paschi. Secondo quanto scrive l’Ansa inoltre il cda dell’istituto senese dovrebbe riunirsi venerdì 17 dicembre, anche per l’approvazione della versione definitiva del piano industriale 2022-2026. Il piano sarà poi trasmesso al ministero dell’Economia.
Rimbalzano inoltre i titoli petroliferi, nonostante il fiacco andamento del greggio: Tenaris +3,35%; Saipem +0,8%; Eni +1,07%. Bene Amplifon +1,93% e Leonardo +1,8%.
Zavorrano il listino Moncler -3,22%; Interpump -3,13%; Diasorin -2,41%; Ferrari -1,87%; Stm -1,79%.
Piatto lo spread, che resta a 130 punti base, con rendimenti in leggero rialzo. Il Btp decennale segna +0,93%; Il Bund di pari durata -0,37%.