In Europa, dove oggi e domani si riunisce l’Eurogruppo, si tratta per scongiurare il default di Atene che, senza nuovi fondi, va verso il default quando il 5 giugno dovrà rimborsare il prestito del Fmi. Inoltre, le casse sono sempre più vuote: secondo i ministero delle Finanze ellenico restano meno di 800 milioni, quando ne servono 2,8 miliardi di euro mensili per pagare i salari della pubblica amministrazione, le pensioni, i fondi sicurezza sociale e i costi operativi del governo.
Intanto fonti greche hanno annunciato che la Bce ha aumentato di 200 milioni, da 80 a 80,2 miliardi di euro, il tetto sui prestiti di emergenza concessi alle banche greche attraverso lo sportello Ela che viene gestito dalla Banca centrale greca, a tassi più elevati rispetto alle normali operazioni di rifinanziamento della Bce e i cui rischi restano accollati alle banche centrale nazionali.
Per evitare il peggio, si starebbe profilando una soluzione in due tempi: un accordo parziale subito e un secondo più generale entro l’autunno. Secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung il piano di aiuti offerto dall’area euro e attualmente in corso potrebbe essere esteso fino all’autunno. Ne avrebbero discusso la notte scorsa i leader dell’Unione Europea.
Tra le principali Borse europee è solo Milano però a chiudere in territorio negativo (-0,14%), appesantita dalle banche: Mps -3,05% in attesa dell’aumento, Bpm -1,99%, Bper -1,81%, Mediobanca -1,74%. Tra i peggiori del Ftse Mib anche Luxottica (-1,3%).
Toniche invece Tenaris +1,95%, Azimut +1,65%, Cnh Industrial +1,56%, Finmeccanica +1,13% e A2A +1,09%.
Chiudono poco sopra la parità Londra (+0,09%), Francoforte (+0,14%), Parigi (+0,26%). La debolezza delle piazze europee è stata anche condizionata dalla delusione sull’indice anticipatore Pmi servizi che nell’Eurozona a maggio è calato più delle attese. Secondo i dati diffusi da Markit, l’indice dei manager degli acquisti del comparto dei servizi (dato preliminare) è risultato pari a 53,3 mentre la stima di consenso era di 53,8.
Dopo un’apertura in lieve ribasso, ha girato in positivo anche Wall Street: il Dow Jones sale dello 0,07%, l’S&P500 dello 0,29%, il Nasdaq dello 0,34%. Oggi sono stati diffusi numerosi dati macroeconomici che per la maggior parte hanno deluso le attese confermando quanto era emerso ieri dalle minute della Fed: a giugno i dati economici probabilmente non saranno sufficienti a far scattare un aumento dei tassi nel mese. Il rialzo del costo del denaro dovrebbe quindi slittare al secondo semestre.
Tra i dati che hanno deluso, le vendite di case esistenti calate del 3,3%, l’indice Filadelfia Fed calato a 6,7 punti e il Pmi manifatturiero di maggio sceso a 53,8 punti. Hanno in particolare deluso i dati sul lavoro con le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione relative alla settimana terminata il 16 maggio in aumento di 10mila unità, a quota 274mila a fronte di attese per un aumento più contenuto, a 271mila.
Il petrolio Wti sale del 3,02% a 60,76 dollari al barile. Il cambio euro dollaro sale dello 0,3% a 1,1127.