La riscossa dei mercati finanziari, innescata dalla ripresa dell’economia cinese, ha acquistato velocità grazie ai dati migliori del previsto in arrivo dalle grandi banche Usa. Gli indici delle Borse Usa hanno chiuso con guadagni superiori al punto percentuale, su livelli record: S&P 500 +1% a 2.082 punti (ai massimi da quattro mesi), Dow Jones +1,06%, Nasdaq +1,55% a 4.947 punti, record dell’anno.
Non meno effervescenti stamane i listini asiatici. A Tokyo l’indice Nikkei sale del 2,5%. In terreno positivo anche tutte le altre Borse, a partire da Hong Kong (+0,6%) e dalle piazze cinesi (Shanghai +0,3%, Shenzhen +0,2%).
Ma quali sono le ragioni del rally? E quanto può durare? Tre le chiavi per tentare una risposta.
1) Il rimbalzo settore Financial americano (+2,2%). Ieri JP Morgan (+4,2%) ha convinto gli analisti con risultati migliori del previsto. Tra oggi e domani tocca a Wells Fargo e a Bank of America dimostrare che il ribasso dei prezzi dei mesi scorsi è stato eccessivo. Nel frattempo le quotazioni sono già ripartite: Goldman Sachs +2,8%, Bank of America +3,5%, Citigroup +3,9%, Wells Fargo +2,4%, Morgan Stanley +4,5%.
2) La conferma della “resurrezione” della locomotiva cinese. Il test decisivo è fissato per domattina, quando saranno annunciati i dati del prodotto interno lordo del primo trimestre. Oltre al dato grezzo conterà la qualità: Gli osservatori sperano che l’analisi confermi la crescita del peso dei consumi rispetto agli investimenti.
3) Il possibile, ma non scontato, accordo tra i produttori di petrolio in occasione del meeting di domenica a Doha tra Paesi Opec e non Opec. Nel frattempo le quotazioni di Brent e Wti sono scese di un punto dopo che le scorte di petrolio Usa sono salite di 6,6 milioni di barili a 536 milioni, un livello che non si vedeva dal 1973.
YELLEN: “ECCO PERCHE’ PROCEDO CON CAUTELA”
Intanto, ad una settimana dal vertice della Fed, Janet Yellen ha spiegato le ragioni della cautela sul fronte della ripresa dei tassi. “A volte bisogna prendere decisioni senza sapere tutto quello che si vorrebbe: è parte del nostro lavoro – ha spiegato in un’intervista al magazine Time – Perciò occorre procedere con cautela”. Il tasso di disoccupazione, ha aggiunto, è sceso ai livelli pre-crisi ma i salari ristagnano a conferma che si è interrotta la relazione tra creazione di posti di lavoro ed inflazione. “Agiamo in un contesto ad alto tasso di incertezza”, ha aggiunto Yellen, facendo riferimento a numerosi fattori dai mercati finanziari cinesi al futuro dell’integrazione europea. Di qui, ha concluso il presidente colomba, “ha senso un approccio cauto”: i falchi sono sistemati.
CREDITO, ACCIAIO, ENERGIA: ANCHE L’EUROPA IN RALLY
L’onda lunga del rialzo promette di investire stamane anche le Borse europee, già ieri in piena euforia. I mercati hanno chiuso la seduta con vistosi rialzi, in particolare nei settori materie prime (Stoxx +6,8%), Banche (+6,5%, miglior performance dal 10 febbraio) e Assicurazioni (+3,4%). Nel comparto del credito Société Générale ha guadagnato il 7,8%, BnpParibas il 6,3%. A Francoforte Deutsche Bank ha chiuso a +9,9%.
Tra i siderurgici exploit di ArcelorMittal (+9% ad Amsterdam). Il leader mondiale nella produzione di acciaio ha messo a segno un progresso del 140% dai minimi di febbraio. Credit Suisse ha promosso a Outperform da Neutral il titolo, nella convinzione che sia imminente una ripresa del ciclo dopo 5 anni di magra.
Bene anche l’energia. A Piazza Affari Eni è salita del 4,1% in linea con il settore europeo (+3,10%). Tenaris +3%, Saipem +3,9%. L’Eurostoxx ha messo a segno un balzo del 2,8%: Parigi ha guadagnato il 3,3%% davanti a Madrid (+3,2%) e Francoforte (+2,7%). Londra +1,9%.
MILANO AL TOP. MA DA GENNAIO LA PERDITA E’ DEL 14%
A guidare la corsa del Vecchio Continente è stata però Piazza Affari. L’indice Ftse Mib è risalito a quota 18.133 punti, recuperando il terreno perduto da fine marzo. La perdita da inizio anno è del 14% circa, di gran lunga il peggior risultato a livello europeo (media -10%). La perdita si dimezza se si eccettua dal contributo negativo dei titoli finanziari.
All’asta dei titoli a medio termine (collocato l’intero importo di 8,25 miliardi) ieri mattina il Btp a tre anni è tornato ad un rendimento positivo: +0,05% (-0,05% a metà marzo). L’aumento della propensione al rischio ha favorito la discesa dello spread tra Btp e Bund a 118 punti base. Il tasso del decennale cala a 1,33% da 1,35%.
PER UNICREDIT, BPER E MPS RIALZI A DOPPIA CIFRA
A Milano hanno corso tutte le banche. In testa Unicredit (+10,6%) davanti ad Intesa (+8,3%). Fa ancor meglio Monte Paschi: +11,77% alla vigilia dell’assemblea di oggi. Incontrando i sindacati l’ad Fabrizio Viola ha ribadito “la necessità, centrale all’interno del Piano Industriale, di un sensibile ridimensionamento del credito deteriorato” ma ha aggiunto che “non esistono al momento progetti attuativi aziendali riguardanti il capitolo degli Npl”, spiega la nota. Siena, insomma, si affida in toto ad Atlante.
Rialzo a doppia cifra anche per Bper (+11,47%), che ha acquisito ieri il controllo della Cassa di Saluzzo, rafforzando il suo polo piemontese. Ottimi guadagni anche per Banco Popolare (+7,7%), Pop.Milano (+7,9%) e Ubi (+8,8%).
IL MERCATO SNOBBA I DUBBI DI FITCH SUL FONDO ATLANTE
I timori emersi martedì a proposito del piano di sostegno agli aumenti di capitale lanciato dal governo sono così rapidamente rientrati, nonostante il warning di Fitch. “Secondo noi – si legge in una nota dell’agenzia – i profili finanziari delle grandi banche si indeboliranno e i rating potrebbero subire ulteriori pressioni se ci saranno richieste di continuare a fornire sostegno straordinario al settore bancario”. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, dal canto suo, non vede alcun rischio di bocciatura del fondo da parte della Commissione Ue.
La partecipazione di Intesa al fondo Atlante sarà “non oltre il 20% del veicolo”, ha chiarito il consigliere delegato, Carlo Messina. Ovvero, “sarà di 1,2 miliardi di euro se il fondo sarà di 6 miliardi di euro”.
Tra gli assicurativi, Generali sale del 3,8%, UnipolSai +4,6%.
L’AUTO GUIDA LA RIPRESA DELL’INDUSTRIA. ANCHE IL LUSSO OK
La ripresa dei titoli industriali è stata guidata anche dall’automotive: Fiat Chrysler è salita del 4,7% in linea con Volkswagen (+4%) e Bmw (+3,5%). Nella scuderia Agnelli bene anche Cnh Industrial (+4,6%) e la capogruppo Exor (+5%). Nel resto del manufacturing bene Prysmian (+2,9%) ieri in assemblea, StM (+4,2%) e Finmeccanica (+2,9%).
Forti rialzi anche per le società del Lusso: Ferragamo +4,2%, Yoox +2,4%.
RCS, NO DEL CDA A CAIRO, TAMBURI: L’OFFERTA E’ GIUSTA
Si scalda la partita Rcs. Il board della casa editrice ha bocciato senza appello l’offerta di Cairo Communications, giudicata “significativamente a sconto” dal presidente Maurizio Costa e dall’ad Laura Cioli: la valutazione dell’Ips, 0,51 euro, è giudicata “assai inferiore alla media delle valutazioni degli analisti che seguono la società”. Il Cda sottolinea anche che una delle condizioni poste da Cairo Communication (cioè la richiesta di standstill ai creditori sulle scadenze del debito) incide “sull’operatività della società”’ e “potrebbe interferire con le trattative in corso”.
Di qui la ricerca, tutt’altro che facile, di un’alternativa. Ma Cairo ha dalla sua alcuni convincenti atout, a partire dal favore dei due principali creditori, Banca Intesa ed Ubi. Secondo Carlo Messina, consigliere delegato di intesa, “l’Ops di Urbano Cairo è una soluzione industriale che può funzionare”.
A favore dell’offerta del presidente del Torino Calcio si è schierato anche Gianni Tamburi, destinato a diventare azionista del gruppo con il conferimento ai soci delle zioni oggi detenute da Fiat Chrysler. “L’offerta di Cairo – ha detto ieri – è brillante, intelligente e giusta. Da quello che sento sul mercato è un’operazione molto gradita. L’azienda passa in mano a un editore pure ed è un fatto positivo in questo momento”.
RIMBALZA TELECOM. MEDIOBANCA NON ESCLUDE LO SPIN OFF
Ancora applausi degli analisti per Mediaset (+4,5%), premiata in scia all’operazione con Vivendi. Ieri, dopo la promozione a Buy ieri di Goldman Sachs, è arrivato l’upgrade a Buy di Société Générale.
Buon rialzo di Telecom Italia (+3,2%) e di Enel (+1,9%), potenziali concorrenti sul fronte della banda ultralarga. Secondo un report di Mediobanca Securities sarebbe positivo un accordo tra Telecom (outperform, target price 1,32 euro) e Metroweb con successivo eventuale coinvolgimento di Enel Open Fiber. Ma se non si dovesse trovare un accordo sulla maggioranza della newco Telecom potrebbe trovarsi di fronte alla possibilità, per fare fronte ai debiti, di uno spin off della rete fissa e dell’apertura del capitale ad un socio terzo, magari vendendo il 25%/30% delle quote a un fondo infrastrutturale dell’area pubblica.
SMALL CAPS, L’IRAN SPINGE ITWAY
Tra le small cap corre in rialzo It Way (+11% a 1,795 euro) dopo avere annunciato la firma a Teheran di un Memorandum d’intesa con l’iraniana Patsa Holding, conglomerato di 12 aziende con oltre 600 esperti in Iran e nei paesi del Medio Oriente, operante nei settori dell’ICT, Industrial & Life Automation and Instrumentation.