Sarà un pool di 37 banche europee il protagonista per la concessione di mutui verdi per l’efficienza energetica. Si stanno organizzando ed entro due anni stabiliranno come, dove e in che modo intervenire. Hanno avviato un progetto pilota che maturerà, appunto, nei prossimi 24 mesi, insieme ad una ventina di organizzazioni di settore. Il quadro di riferimento per l’Energy Efficient Mortgages Pilot Scheme (questo il titolo scelto) è un aiuto vero alla transizione alle rinnovabili con prodotti finanziari dedicati. Una scommessa alla quale partecipano Istituiti di credito di medie e grandi dimensioni. Dalle italiane Monte dei Paschi di Siena, BPER, Banca Friulovest Banca, a Paribas, Compagnie de Financement Foncier, Société Généerale, Nordea Bank, Triodos Bank.
Ancora prima dell’esperimento pilota, i promotori hanno valutato il progetto dell’European Mortgage Federation, che annovera tra i partner anche l’italiana l’Università Ca’ Foscari di Venezia.
Le banche sono al lavoro per una prima raccolta dati, utile a stabilire su quali settori intervenire. Ma è noto che il comparto più critico, allo stesso tempo più interessante, è quello degli edifici antichi non ristrutturati. Evidente che la concessione dei mutui avrà ricadute anche sul mercato immobiliare.
Il buon proposito dei banchieri è di fornire risposte al mercato a sostegno dei programmi europei, tuttora rivolti agli obiettivi del 2030. L’ampio numero di organizzazioni partecipanti al progetto pilota rappresenta il 45% dei mutui attualmente accordati e corrisponde al 21% del PIL dell’Ue. Sia le banche che le organizzazioni collaterali prepareranno un protocollo standard interfunzionale che permetterà ai singoli finanziatori di capire il livello di efficienza energetica e di sostenibilità degli immobili cui andranno i soldi. Qui l’obiettivo si fa ancora più ambizioso, perché tiene conto dell’Action Plan on Sustainable Finance curato dalla Commissione Europea. Un piano sovranazionale dove i criteri di sostenibilità ambientale ed energetica non possono trascurare ciò che si trova nei singoli Paesi.
Ancora meglio nelle singole aree, come in Italia, dove le differenze del patrimonio edilizio tra Nord e Sud sono profonde e strutturali. Il governo Gentiloni si era comunque fatto carico di un proprio stanziamento di 150 milioni di euro da gestire insieme ad Invitalia.
Per Luca Bertalot, coordinatore del pool aver messo insieme le competenze dei vari attori darà “un impulso decisivo per rendere più efficiente il patrimonio edilizio delle nostre città e un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dall’accordo COP23”. Non sempre l’Europa delle banche è da biasimare.