Chiude in bellezza la settimana finanziaria. I listini europei si lasciano alle spalle le tensioni provocate dagli stress test grazie alle buone notizie in arrivo dall’economia Usa. A luglio l’economia americana ha creato 255mila nuovi occupati, contro i 180mila previsti dagli analisti. La creazione di nuovi posti di lavoro si è associata ad un incremento della paga media oraria, salita dello 0,3%, più dello 0,2% stimato. Sulle ali di questo dato il dollaro si rafforza nei confronti dell’euro a 1,105, da 1,113 della chiusura di ieri.
Piazza Affari ha preso il largo: l’indice Ftse Mib è salito del 2,4% davanti a Madrid (+1,8%). Rialzi largamente superiori al punto percentuale anche per Parigi e Francoforte (rispettivamente +1,3% e + 1,5%) Londra +0,8%. In Europa i titoli in maggior rialzo sono quelli dell’Automotive (Stoxx del settore +2,8%), le Banche (+2%) e le Materie prime (+2%).
Giornata di record anche a Wall Street: l‘indice S&P500 segna 2,178 punti, in rialzo dello 0,6%, nuovo massimo storico. Dow Jones +0,7%, Nasdaq +1%. I guadagni riguardano diversi settori: banche, tecnologia, pharma e media. Restano deboli le quotazioni del petrolio: il Brent scende dello 0,7% a 43,9 dollari al barile. Nelle precedenti due sedute il greggio ha guadagnato circa il 6%. Positivi comunque i petroliferi a Piazza Affari: Eni +1,2%, Saipem + 2,5%, Tenaris +2,1%
A Milano va in onda la riscossa delle banche. Vola Banca Popolare dell’Emilia +13% dopo i buoni dati diffusi ieri sera: sorpresa positiva dall’indicatore di solidità patrimoniale Cet1, salito al 14,4% dall’11,5% di fine marzo.
Mediobanca +8,7% dopo aver annunciato i risultati dell’esercizio 2015/2016, chiuso con un utile di 604,5 milioni di euro, in crescita del 2%. Il Cda ha deciso di proporre la distribuzione di un dividendo di 0,27 euro per azione, contro la cedola di 0,25 dello scorso esercizio. Unicredit guadagna il 4,5%, Intesa +2,9%, arretra Monte Paschi-1,5%.
Debole Ubi –0,9% che ha chiuso il primo semestre con una perdita netta di 787 milioni. I risultati risentono del fatto che la banca abbia deciso di spesare, come già annunciato, il 95% degli impatti previsti per l’attuazione del piano industriale con un effetto negativo nel periodo di circa 835 milioni netti. L’ad Victor Massiah, a proposito di eventuali aggregazioni, ha detto: “Noi continuiamo a cercare delle situazioni di creazione di valore da poter proporre al nostro board perché siamo, evidentemente, consapevoli che le economie di scala sono un elemento determinate per una banca in un contesto difficile come quello attuale”.
Finale in crescendo anche per gli industriali. Fiat Chrysler avanza del 4,1%, Exor +3,2%. Positiva Stm +1,8%. Prysmian guadagna il 1,6%: JP Morgan ha alzato il giudizio a Overweight da Neutral.
Fra le assicurazioni balzo delle Generali +3,99%. A Francoforte frena Allianz – 3,1% dopo avere annunciato un utile del secondo trimestre più che dimezzato (e inferiore alle attese degli analisti) a causa dei risarcimenti pagati per catastrofi naturali.
Forte rialzo anche per Yoox +12,5%, che ha annunciato risultati in linea con le attese e ha confermato l’indicazione di una crescita dei ricavi nell’intero 2016 fra il 16% e il 19%. Nel settore lusso bene anche Ferragamo +2,7%, Luxottica+2,4% e Tod’s +6,2% .
Fra le mid cap scatto al rialzo di Rcs +14,1%. Fa eccezione Recordati in calo dell’1,1%, dopo il sowngrade di Jefferies a Hold da Buy.