La settimana si chiude bene per i mercati europei anche se, dopo un momento di splendore, i vari listini ripiegano nella seconda parte della seduta. Milano si ferma in territorio positivo, +0,45%, 19.658 punti, con le banche ancora in rally. In rialzo anche Londra +0,38%, Parigi +0,24%, Madrid +0,08%; debole Francoforte -0,13%. Wall Street parte col turbo, dopo i dati sul lavoro nel mese di febbraio, con incrementi dell’occupazione superiori alle aspettative e disoccupazione in calo, anche se i salari crescono un po’ meno di quanto ipotizzato. Il primo mese del neo presidente Donald Trump si conclude con un successo, che il tycoon sottolinea retwittando “Great agin” di DrudgeReport. Il dato porta al 93% le probabilità di un innalzamento dei tassi d’interesse americani da parte della Fed, il 15 marzo, e ci si interroga se davvero si arriverà a tre rialzi nel corso dell’anno.
Il peggio, per le economie avanzate, sembra alle spalle e, anche in scia a quanto detto ieri da Mario Draghi, l’euro recupera lo 0,82% sul dollaro arrivando a 1,066. Ogni medaglia, però ha il suo rovescio e si traduce in tensioni sul secondario: il rendimento del decennale italiano sale al 2,38%; lo spread col bund tedesco resta sotto i 190 punti a 188.50 (+1,73% da ieri), perché anche la carta tedesca ritocca al rialzo. Secondo Reuters ieri la Bce potrebbe aver discusso se alzare i tassi prima della fine del QE.
Brent in ulteriore calo, dopo il tonfo dell’ultima seduta: -0,63%, 51,86 dollari al barile. L’oro scende sotto la soglia dei 1200 dollari l’oncia, a 1199,9 (-0,08%).
Come dicevamo il Ftse Mib è al traino soprattutto dei bancari: Banco Bpm +6,6%; Bper +3,26%; Intesa +1,76%; Ubi +2,48%; Unicredit +3,4%, Mediobanca +2,38%; Fineco +1,71%. In spolvero Campari +1,72% e Prysmian +0,98%. Deboli alcuni industriali, in particolare Cnh -1,2%, Leonardo -1,59% Stm -1,32%. In ribasso le utilities: Terna -1,32%; Snam -0,77%; Italgas -0,36%; A2a -1,57%.
Tonfo di Fiat -1,36% che, dopo l’approccio non ricambiato a VW, ha inanellato una serie di sedute poco brillanti. Volkswagen dal canto suo, prepara una partnership con l’indiana Tata, mentre a Detroit si dichiara colpevole di tre capi d’imputazione nell’ambito dell’accordo da 4,3 miliardi di dollari raggiunto con il dipartimento di Giustizia Usa per lo scandalo sulle emissioni diesel.
Situazione grave al Sole 24 Ore, anche se il titolo tiene relativamente botta perdendo “solo” il 2,15%. Secondo le ultime notizie i giornalisti del quotidiano hanno votato in assemblea per uno sciopero a oltranza finché non si dimetterà il direttore Roberto Napoletano, già sfiduciato e, come si è scoperto oggi, indagato per false comunicazioni sociali insieme all’ex presidente del gruppo Benito Benedini e all’ex AD Donatella Treu.