PIAZZA AFFARI MAGLIA NERA D’EUROPA -3,82%
I BTP AL 6,18% LO SPREAD SFIORA 410 BP
La Borsa di Milano chiude l’ultima seduta di ottobre con un calo del 3,82% a 16.017 punti, il più profondo d’Europa. Pesa la tempesta sul debito sovrano, ma anche l’aumento del tasso di dissoccupazione ed il dato sull’inflazione. In rosso anche il resto d’Europa, ma con cali meno consistenti: Londra -1,7%, Parigi -2,2%, Francoforte -1,4%, Madrid -1,4%. Sale la tensione sul fronte del debito sovrano e si impennano i rendimenti dei titoli governativi di Italia e Spagna. Il rendimento del Btp decennale sale di 9 punti base al 6,18% sui massimi storici. Il bono spagnolo sale di 8 punti base a 5,55%. Anche per il calo del redimento dei bund, il differenziale tra Italia e Germania si amplia fino al picco di 410 punti base da 384 di venerdì sera. Sfiora invece la soglia del 6% il rendimento del Btp a cinque anni sul mercato secondario, segnando un nuovo massimo storico dall’introduzione dell’euro nel 1999. L’interesse sul quinquennale è infatti schizzato al 5,99% con lo spread con l’equivalente bund tedesco a 476 punti base.
Tutti i titoli del Tesoro sono sotto pressione, colpiti da una pioggia di vendite. In forte rialzo anche il rendimento del titolo a due anni che vola oltre la soglia del 5% sul mercato secondario al 5,044%, segnando i massimi da luglio 2008. L’euro si svaluta a 1,39 nei confronti del dollaro da 1,415 della chiusura di venerdì. La valuta unica europea si rafforza a 110,4 nei confronti dello yen (+3%): stanotte il Giappone è sceso in campo per frenare la sua valuta e per la seconda volta nel giro di tre mesi ha venduto yen. Il ministro delle finanze Jum Azumi ha spiegato che l’intervento ha l’obiettivo di porre un freno alle manovre speculative: negli ultimi mesi lo yen è stato riscoperto come moneta rifugio dagli investitori in fuga dall’euro e in ritirata anche dal dollaro. Il petrolio tipo Wti tratta a 92,3 dollari il barile.
TESTACODA PER FIAT -8,38% E INDUSTRIAL -7,39%
SALISCENDI PER BPM – 4,7% SOTTO AUMENTO
Piazza Affari le vendite colpiscono le banche: Unicredit -5,67%, Intesa Sanpaolo -7,39%, Ubi Banca -4,80%, Banco Popolare -4%, Mediobanca -4,48%. Grande agitazione e, probabilmente, anche molta confusione attorno a Bpm nel primo giorno dell’aumento di capitale che si conclude il 18 novembre. Il titolo chiude con un calo del 4,7% a 0,45 euro dopo essere stata sospeso per eccesso di rialzo in avvio di seduta. I diritti dell’aumento di capitale crollano a 0,636 euro, in ribasso del 36,8%. L’operazione comporta l’emissione di 2.664.736.530 milioni di azioni ordinarie per un controvalore di circa 800 milioni di euro da offrire sia agli azionisti che hai detentori del bond convertendo 2009/2013 (-6,75%) al prezzo di 30 centesimi per azione, con uno sconto del 40% sul Terp (prezzo teorico ex diritto). Il rapporto di conversione è di 138 nuove azioni ordinarie ogni 25 azioni Bpm detenute e di 276 nuove azioni ogni 3 obbligazioni detenute.
Vendite a piene mani su Fiat (-838%) e Fiat Industrial -7,89%. Mentre Pirelli perde il 3% in una giornata debole per il settore auto (Stoxx -2%). A impensierire gli investitori resta la posizione finanziaria netta attesa in rosso per 5-5,5 miliardi per fine 2011, in un momento in cui il mercato ha i fari puntati sulle società con elevato indebitamento. Fuori dal paniere principale schizza Maire Tecnimont (+14,3%) che ha chiuso un nuovo contratto in Egitto nel settore dei fertilizzanti per complessivi 540 milioni di dollari. La settimana scorsa, Maire aveva annunciata un’altra commessa da 280 milioni di euro per la costruzione, insieme a Saipem, della prima tratta della rete ferroviaria di Ethiad Rail, ad Abu Dhabi. Il titolo, in 20 sedute ha guadagnato il 107%
SU WALL STREET PESA LO STOP A MF GLOBAL (COLPA DEI BTP)
BARTON BIGGS CONTROCORRENTE: “IO COMPRO AZIONI”
Anche Wall Street registra un ribasso: il Dow Jones perde l’1,3%, al pari dell’S&P500, peggio il Nasdaq che arretra dell’1,4%. Contribuisce al pessimismo l’indice Pmi (direttori degli acquisti) della zona di Chicago di ottobre, pari a 58,4 rispetto ad attese per 59 e in calo da 60,4 del mese precedente. L’incertezza spinge la domanda verso il mercato obbligazionario americano, il rendimenti dei Treasury scende di 10 punti base al 2,2%. Il dollaro è sui massimi di tre mesi sullo yen a 78,02 dopo aver toccato un minimo storico, a causa dell’intervento sul forex del Giappone per frenare l’avanzata della divisa nipponica che metteva a rischio l’economia. Sul mercato poi è arrivata la doccia fredda del chapter 11 per MF Global Holdings, la società guidata dall’ex governatore del New Jersey, John Corzine, già uno dei personaggi più in vista di Goldman Sachs.
Mf Global, sospesa dalla Fed di New York, è esposta al debito europeo per 6,3 miliardi di dollari, di cui oltre la metà investiti in titoli del Tesoro italiani e un miliardo in buoni del Tesoro della Spagna. Il titolo, che la scorsa settimana ha perso il 66% del valore, è sospeso da questa mattina. In mezzo a tanto pessimismo spicca la voce controcorrente di Barton Biggs, uno dei guru più influenti del mercato che ha annunciato di avere portato all’80% l’esposizione in azioni del portafoglio amministrato per conto della clientela. “Questa mattina – ha dichiarato a Bloomberg – tutte le persone sagge d’Europa e gli economisti dell’intero pianeta si sono espressi in maniera assai critica sull’accordo raggiunto la settimana scorsa”. “L’opinione generale – continua Biggs – è che la cosa giusta da fare sia abbassare la propensione al rischio perché l’intesa sarà un flop, visto che hanno solo rinviato i problemi più gravi. Ebbene, io la penso in maniera diametralmente opposta. I prezzi di azioni come Apple, Cisco, Intel, Microsoft ma anche General Electric, Caterpillar o John Deerse sono assurdamente bassi”. Biggs opera, come si vede, solo su Wall Street. “E’ vero, ne so poco – ammette – ma sono tentato di occuparmene perchè a guardare i fondamentali ci sono titoli davvero a buon mercato. C’è spazio per splendide operazioni controcorrente”.