Arrivano i nostri. Ma non da Bruxelles, dove è in corso l’ennesimo conclave dei ministri dell’Eurozona. Prima da Oriente, dove a sorpresa la Cina ha allentato la stretta sulle banche. Poi, soprattutto, da Ovest: la Fed, la Bce e le banche centrali di altri quattro Paesi (Inghilterra, Svizzera, Canada e Giappone) hanno deciso un’azione comune per fornire più liquidità ai mercati. La manovra coordinata mira ad aiutare i mercati finanziari, alle prese con la crisi dei debiti sovrani in Europa, e quindi evitare un “credit crunch”, spiega la Fed in un comunicato, sottolineando che “l’obiettivo di queste operazioni è allentare le tensioni sui mercati finanziari e quindi mitigare gli effetti di queste tensioni sulla capacità delle banche di erogare credito a famiglie e imprese, per aiutare la ripresa economica”. Il taglio avviene sul tasso di scambio degli swap, che consentirà alle banche europee di rimediare alla carenza di dollari, e sarà operativo dal prossimo 5 dicembre fino al febbraio 2013.
Per i mercati, la mossa ha un solo significato: le banche centrali, in attesa di soluzioni dei politici al problema dei debiti sovrani, sono pronte a fare ogni mossa possibile per evitare il collasso delle banche. La Borsa di Milano ne prende atto, al pari delle altre, con un rialzo strepitoso: +4,36% l’indice Ftse Mib a quota 15.268 sui livelli di due settimane fa. Il parigino Cac sale del 4,22%, meglio di tutti il Dax di Fandocoforte +4,86%.
L’euro si rivaluta sul dollaro a 1,345 da 1,332 della chiusura di ieri sera. Il prezzo del petrolio sale dell’1,5% a 101,4 dollari il barile.
A Piazza Affari galoppano, come sempre capita in questi casi, le banche: Unicredit +3%, Intesa Sanpaolo +6,5%. Il rialzo più forte nel paniere principale lo mette a segno Banca Popolare dell’Emilia Romagna +9%. Azimut guadagna il 7%, Ubi Banca il 4%, Banco Popolare il 5,8%. In evidenza anche Fiat Industrial +6,69%, seguito da Fiat +6,28%. %. Strepitoso il balzo di Saras +22,1%, ma anche di Ferragamo +13,3%