Non riesce il timido tentativo di recupero di metà giornata: il Ftse Mib nel pomeriggio torna negativo per chiudere in calo dello 0,77%, appesantito soprattutto dal comparto bancario. Archiviano invece una giornata di rialzi, seppur frazionali, le altre principali Borse europee che in avvio avevano scontato il rosso dei listini asiatici: Londra +0,3%, Francoforte +0,28%, Parigi +0,53%.
Oggi Peter Praet, membro del board Bce, ha ribadito che l’Eurotower è “pronta ad agire nuovamente se necessario” con l’obiettivo di evitare che una bassa inflazione persistente possa danneggiare l’economia. Nell’Eurozona si è registrato intanto un buon dato sulla disoccupazione che a febbraio è scesa al 10,3%, meglio delle attese.
Sempre sul fronte macroeconomico, in Italia è stato diffuso dall’Istat il dato sul deficit-Pil del 2015 che si è attestato al 2,6%, in calo dello 0,4% rispetto al 2014. Oggi è il primo giorno di collocamento per il Btp-Italia che ha raccolto 2,3 miliardi di euro.
Lo spread sale a 111 punti base, con un incremento di 4 punti base, con il rendimento del BTP decennale all’1,25%.
A Wall Street gli indici si muovono incerti in leggero ribasso condizionando anche il sentiment sui mercati europei. Vendite in particolare sull’auto (ma Tesla va controcorrente). Gli ordini all’industria degli Usa sono diminuiti dell’1,7% a febbraio, leggermente più delle attese degli analisti. Allo stesso tempo l’indice Ism di New York è sceso sensibilmente, a 50,4 punti in marzo da 53,6 in febbraio.
Nell’ultimo Global Financial Stability report il Fmi afferma che le ricadute di eventuali shock in Cina sui mercati finanziari globali “probabilmente cresceranno in modo rilevante nei prossimi anni”, sebbene continui a essere meno significativa la possibilità di un effetto contagio puramente finanziario. Il documento completo sarà pubblicato il 13 aprile, durante i lavori primaverili del Fondo.
Il petrolio Wti scivola dello 0,71% a 36,53 dollari al barile. Il cambio euro dollaro è stabile a 1,13855
A Piazza Affari le più colpite sono le banche protagoniste dell’ultima fusione: Banco Popolare -7,37% e Bpm -4,06%. Dall’annuncio delle nozze, il 23 marzo, hanno perso rispettivamente il 27% e il 19,6%. Le vendite colpiscono però tutto il comparto: Unicredit -2,71%, Intesa -2,53%, Ubi -0,43%, Mps -3,79%. Controtendenza Bper che sale dell’1,77%. Il settore è tornato ai minimi da due mesi e dall’11 marzo scorso, giorno del picco di recupero, il Ftse Italia Banche ha lasciato sul terreno il 18%.
In fondo al Ftse Mib anche Saipem -4,39% e Telecom Italia -3,83%, che arretra dopo il naufragio della fusione fra tra Orange e Bouygues che pesa sul settore delle tlc. Fuori dal Ftse Mib sprofonda Rcs -6,34%
In evidenza invece Finmeccanica +2,99%, Mediaset +2,29% spinta dalla prospettiva di un accordo con Vivendi, Stm +2,12%, A2A +1,78%.