Seduta difficile, se non drammatica, per le Borse europee,investite dalle vendite sul comparto bancario. L’indice Ftse Mib, in peggioramento, segnala poco dopo le 12 un calo del 2,32% a quota 18,712. Fa peggio Madrid -2,215. Forti ribassi anche a Francoforte -1,41% e Parigi -1%. Londra arretra dello 0,95%.
Regge con qualche difficoltà la diga dei Btp: ben comprati sia i quinquennali che il decennale. Il rendimento del Btp 5 sale all’1,23% (contro l’1,06%), il 10 anni è stato collocato al 2,44%(contro il 2,45% precedente). Il Ccteu rende l’1,25% (+18 bp).Sul secondario, il decennale rende il 2,50%. Lo spread con la Germania si allarga a 162 punti base.
La ritirata degli indici è legata all’andamento delle banche, a partire da Mps che a metà giornata è sotto del 13,21% dopo diverse sospensioni nel corso della mattina. Segue Carige -10,93% nonostante il divieto di vendite allo scoperto.Per il presidente della banca senese, Alessandro Profumo, “l’indipendenza dell’istituto è a rischio. Mio malgrado”. Il Banco Popolare perde il 5,20%, Bper -5,34%. Segue a ruota Bpm -5,08%, ma la tempesta non risparmia Intesa -3,91% e Ubi -3,99%.
Hanno favorito la voragine le dichiarazioni del presidente dell’Eba, Andrea Erria, secondo cui gli istituti di credito, anche quelli che hanno passato i test, “non dovrebbero sentirsi al sicuro” L’euro accelera la discesa nei confronti del dollaro, il cambio si porta a 1,255 da 1,263 della chiusura.
La tempesta bancaria fa passare in secondo piano gli spunti più interessanti, che pure non sono mancati. Exor la finanziaria della famiglia Agnelli è in rialzo del 2% all’indomani dell’annuncio della riorganizzazione delle attività della controllata Fiat Chrysler Automobiles -1%. La finanziaria, che sottoscriverà pro quota il convertendo di Fca, si accinge a ricevere il pacchetto di maggioranza relativa della Ferrari. Pirelli perde lo 0,5%. CNH Industrial -1,8%. A Francoforte sale Volkswagen +2,02% dopo la trimestrale da cui emerge un aumeno dell’utile del 30% con un aumento del monte dividendi a 2,93 miliardi (+58%).
Eni, invariata, ha annullato i guadagni di avvio seduta, sull’onda di una trimestrale migliore del previsto. Utile netto adjusted (senza le componenti straordinarie) di 1,17 miliardi di euro, in lieve incremento rispetto a quello registrato nel 2013 grazie ad una minore tassazione nel periodo. Prosegue intanto la caduta di Saipem -2,9%. Enel è in calo del 2,3%.Rallenta ancora StM -1,4%. Finmeccanica -3,5%.
Pesante anche il lusso: Yoox perde il 3%, Ferragamo -2%, Moncler -2%. Luxottica +1,5%. Il leader mondiale dell’occhialeria ha archiviato il terzo trimestre 2014 con una crescita del fatturato a cambi correnti del 5,5% a 1,88 miliardi di euro. L’utile operativo adjusted si è attestato a 296 milioni (+16,1%), l’utile netto adjusted a 173 milioni (+17,5%). Telecom Italia perde l’1,6%. Mediaset il 3%.