Le aziende partecipate dallo Stato hanno manifestato la disponibilità a mettere in campo investimenti aggiuntivi per 15-20 miliardi entro i prossimi 5 anni. Questo il risultato della cabina di regia inaugurata ieri a Palazzo Chigi, dove il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha incontrato i vertici di Eni, Enel, Snam, Fincantieri, Ansaldo Energia, Saipem, Open Fiber, Poste, Fincantieri, Italgas, Ferrovie, Terna e Leonardo.
All’incontro erano presenti anche il vicepremier Di Maio, i ministri Tria, Savona, Lezzi, Bongiorno, e i sottosegretari Giorgetti e Buffagni. I rappresentanti della Lega, però, sono usciti prima, a riprova del fatto che l’incontro è stato promosso soprattutto dal M5S.
Conte, che prima della riunione ha incontrato a parte l’ad di Eni Claudio Descalzi, ha messo sul tavolo 20,7 miliardi di investimenti pubblici per il prossimo triennio ( 15,7 stanziati per la manovra e 5,7 già previsti).
Le imprese però hanno chiesto garanzie sulla sburocratizzazione e sulla necessità di far partire i cantieri più in fretta.
L’ad di Cassa Depositi e Prestiti, Fabrizio Palermo, farà da “ufficiale di collegamento” tra le partecipate, di cui Cdp è in gran parte azionista, e maggioranza.
Eni ha detto che con quota 100 partendo dai 62 anni potrebbe fare un piano di assunzioni di 3600 persone nell’arco di 4 anni (3 giovani ogni uscita). E ha poi garantito 7 miliardi di investimenti in Italia, di cui un miliardo potrebbe essere anticipato subito. Aperture sono venute anche dall’Enel.