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Le alluvioni continuano a fare disastri. Nuovi appelli per la sicurezza del Paese

Il dissesto idrogeologico come accusa alla politica. Danni morali e materiali per il “Paese più bello del mondo”. È dagli anni ’80 che manca un piano nazionale di interventi per il territorio

Le alluvioni continuano a fare disastri. Nuovi appelli per la sicurezza del Paese

Disastri uno dopo l’altro: chi pensa di salvare il Paese con la retorica non ha i piedi per terra. “In un conflitto, quando a cadere è la capitale, generalmente significa la resa, ma questo non vogliamo che accada in Emilia Romagna, anche se ad essere colpita dall’estremizzazione degli eventi meteorologici stavolta è stata Bologna, capoluogo di una regione alla quarta, drammatica alluvione in 16 mesi”.

Lasciare in pace i morti è un dovere civile, ma quando le cause sono della collettività per tutto quello che non fa per salvaguardare il territorio, il dovere si trasforma in rabbia. E non è guardando all’Emilia Romagna che lascia sgomenti. Tutti i piagnistei sono diventati insopportabili. Ieri l’Associazione nazionale dei consorzi di gestione e tutela del territorio e delle acque irrigue (Anbi), ha lanciato un nuovo appello alle istituzioni e alla politica dopo le alluvioni di questi giorni.

“A poco importa ricordare che la rete idraulica minore, benché travolta dalle esondazioni dei fiumi come il resto del territorio, stia  contribuendo in maniera determinante allo scolo delle acque alluvionali o che è ripartita la rete di solidarietà  dei Consorzi di bonifica da tutta Italia”. Ma chi fa cosa da Nord Sud per non piangere vite umane?

Si continua con allarmi alla politica affinché, “in maniera unitaria, ponga la sicurezza idrogeologica lungo l’intera penisola al primo posto fra le priorità del Paese, perché le conseguenze di eventi meteo estremi stanno colpendo anche  l’economia dell’Italia” ha detto Francesco Vincenzi, presidente Anbi. Ha ragione da vendere per l’incapacità di sorvegliare e proteggere i luoghi dove viviamo e lavoriamo.

È dagli anni ’80 che in Italia manca un piano nazionale di interventi per la manutenzione del territorio. Quello che ha predisposto il governo per gli esperti dovrebbe avere almeno un miliardo di euro all’anno, che, però, non ci sono. Se non è la politica a dare le cose essenziali non si capisce chi deve muoversi. Ma tanto, pensa la gente è il solito copione triste e beffardo per il Paese più bello del mondo.

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