Per almeno metà dell’Italia il lockdown non si esaurirà a Pasquetta, come si era inizialmente sperato. Con l’indice Rt che sta un po’ migliorando in tutto il Paese, è l’incidenza a determinare i destini delle realtà locali, e stando alle anticipazioni del consueto monitoraggio settimanale dell’Iss, sono in poche a potersi permettere un allentamento delle misure restrittive in tempi brevi. Una di queste è il Lazio, che addirittura torna in zona arancione già da martedì 30 marzo, all’inizio della settimana che porta alla Pasqua. Per altre 7 Regioni (Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Lombardia, Puglia e Val d’Aosta, Toscana, Campania, Calabria, più la provincia autonoma di Trento e il Veneto), la zona rossa proseguirà almeno fino al 12 aprile: nell’ultimo dpcm è infatti previsto che quando i casi settimanali sono più di 250 per 100mila abitanti scatta la zona rossa, e che è necessario restare al di sotto di quella soglia per 14 giorni consecutivi, prima di poter passare in arancione.
Una novità è la Puglia che lancia addirittura la zona rossa rinforzata, secondo un’ordinanza del presidente Michele Emiliano. Tornano in zona rossa la Toscana, la Calabria e la Campania. Mentre il ritorno in giallo è attualmente precluso per tutti, fino a Pasqua sicuramente e – se ne sta discutendo all’interno della maggioranza di Governo – forse per l’intero mese di aprile, in modo da assestare la discesa della curva del contagio, “dribblando” altre festività a rischio come il 25 aprile e il 1° maggio. La riapertura delle scuole, almeno fino alle elementari comprese, è invece ipotizzata per dopo Pasqua, ma ad esempio il Lazio potrà farlo già da lunedì 29 marzo, in quanto zona arancione. Resta arancione, dopo aver assaporato un periodo addirittura in zona bianca, anche la Sardegna: il presidente della Regione Christian Solinas ha prorogato al 6 aprile prossimo l’obbligo di sottoporsi al test per il Covid per chi arriva sull’isola.