L’anti-Juve si chiama Lazio. La vittoria sull’Inter proietta i biancocelesti al secondo posto a quota 56 punti, uno in meno dei bianconeri, tornati in vetta grazie al successo sul Brescia e, soprattutto, al ko dei nerazzurri. Il grande sconfitto della domenica dunque è Conte, scivolato in un colpo solo al terzo posto e a meno 3 dalla Juve, ma guai a considerarlo fuori dal discorso scudetto: questa, per quanto importante, era solo una tappa intermedia, non l’ultima curva prima del traguardo.
Giusto invece celebrare la Lazio di Inzaghi, arrivata al 20esimo risultato utile consecutivo proprio nella notte più importante. Un girone fa, nella gara d’andata contro l’Inter a San Siro, nessuno immaginava neanche lontanamente di poterla vedere in lotta per il titolo, invece non solo c’è ma è anche la più convincente sia a livello di gioco che di rendimento.
“Abbiamo fatto un’ottima partita contro una grandissima squadra che aveva perso una sola volta in tutto il campionato – il commento raggiante del tecnico biancoceleste. – I ragazzi sono stati bravi a mantenere la lucidità anche quando erano in svantaggio, nell’intervallo ho detto loro che avremmo potuto ribaltarla. Lo scudetto? Sicuramente l’avere più leggerezza mentale è un vantaggio, ma ora le partite iniziano a essere pesanti anche per noi: nel riscaldamento eravamo contratti, ho detto ai giocatori di stare sereni e di non pensarci”.
Gli effetti si sono visti, perché anche nel primo tempo era stata la Lazio a giocare meglio, per quanto il match fosse segnato da un grande equilibrio. Il gol di Young (44’, tap-in dopo una ribattuta difettosa di Strakosha) poteva tagliarle le gambe, invece la squadra di Inzaghi è rientrata dall’intervallo con il piglio di chi voleva assolutamente ribaltare il tutto.
A giocare un ruolo decisivo, suo malgrado, è stato ancora Padelli, che prima ha pasticciato assieme a Skriniar sull’occasione che ha portato al rigore (50’, fallo di De Vrij su Immobile e penalty trasformato dallo stesso Ciro), poi è andato giù lento sul tiro di Milinkovic-Savic che è valso il 2-1 (69’), anche se, in sua parziale discolpa, va detto che era coperto da una selva di gambe.
Ma l’Inter non può prendersela solo con il suo portiere: la verità è che ha fatto troppo poco per vincere questa partita, finendo poi addirittura per perderla. “Abbiamo regalato i due gol alla Lazio e questo non mi è piaciuto – l’analisi di Conte. – Detto ciò i margini di errore in questa partita sono pochi, i dettagli diventano decisivi e sui gol abbiamo commesso grosse ingenuità, ma fa parte del processo di crescita. Ho tanti ragazzi che devono continuare a lavorare e migliorare per essere più sereni in queste situazioni”.
A sorridere dunque è anche la Juventus, vittoriosa nel pomeriggio contro il Brescia. Un successo che vale il primato in classifica in solitaria e un pizzico di serenità in più in vista delle prossime gare: dopo la trasferta con la Spal, infatti, i bianconeri se la vedranno con Lione e Inter e lì non ci sarà davvero più spazio per errori di nessun tipo.
Il 2-0 di ieri contro il Brescia penultimo non basta a dissipare le nubi degli ultimi tempi, anche perché Sarri, nonostante il successo, è finito nuovamente sul banco degli imputati, questa volta per l’infortunio di Pjanic: il bosniaco non era al meglio ma il tecnico, nonostante il vantaggio e la superiorità numerica, lo ha inserito lo stesso, col risultato di rimediare un guaio muscolare che potrebbe costare caro.
“Non sappiamo ancora di cosa si tratti, andrà valutato” ha glissato Maurizio, preferendo soffermarsi sulla vittoria ritrovata dopo il ko di Verona e il pari di Milano. “Abbiamo fatto quello che dovevamo fare, una volta sbloccato il risultato abbiamo avuto pazienza e giocato bene – ha proseguito. – Dobbiamo fare meglio in tutte le fasi, anche se ci servirebbe un po’ di fortuna in più visto che abbiamo preso cinque pali nelle ultime due partite…”.
Domenica tranquilla quella dei bianconeri, che dopo le burrascose trasferte con Hellas e Milan si sono trovati di fronte un avversario decisamente più morbido, tanto più dopo l’espulsione di Ayé e l’immediato vantaggio firmato da Dybala, in gol sulla punizione conseguente al fallo sopraccitato (38’). Da lì in poi la Juve ha potuto gestirsi senza troppi problemi, concedendosi il lusso, dopo aver fatto riposare Ronaldo, di riabbracciare Chiellini, al primo tagliando in vista del finale di stagione. Poco prima della passerella di “King Kong” ecco il 2-0 di Cuadrado (75’) a spegnere qualsiasi velleità di rimonta bresciana, sancendo così il ritorno alla vittoria della Signora.
A chiudere la 24esima giornata saranno invece Milan e Torino, impegnate nel posticipo di San Siro (ore 20.45). Partita molto delicata per entrambe: i rossoneri sono costretti a vincere per rientrare nella corsa Europa League, i granata per non rischiare di farsi risucchiare in zona salvezza. Punti che scottano insomma, anche perché le squadre in questione non fanno della continuità il loro punto di forza.
Il Milan comunque arriva favorito alla luce delle buone prestazioni con Inter (il primo tempo s’intende) e Juve, il Toro invece è reduce da quattro sconfitte consecutive (16 gol subiti!) e da un’involuzione che nemmeno il cambio di allenatore è riuscito a frenare.
“Dobbiamo rafforzare le sensazioni positive e rimettere in campo lo stesso spirito delle ultime gare – il pensiero di Pioli. – Bisogna continuare così per costruire qualcosa di importante, vorrei vedere una squadra con la faccia di Ibrahimovic per tutti i 90’. La semifinale con tutte le difficoltà che abbiamo è ancora aperta, in campionato ci sono tanti punti a disposizione: è tutto aperto, però bisogna stringere”.
Il tecnico rossonero sa che il tempo per migliorare la classifica sta finendo, così come il credito dei dirigenti nei suoi confronti. Il suo lavoro, sin qui, è stato giudicato positivamente, ora però è tempo di concretizzare il tutto con i risultati, altrimenti a fine stagione ci sarà l’ennesimo ribaltone. Urgono vittorie a cominciare da questa sera, dove il Milan scenderà in campo con il consueto 4-4-2 con Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Hernandez in difesa, Castillejo, Kessié, Bennacer e Calhanoglu a centrocampo, Rebic e Ibrahimovic in attacco.
Longo, dopo il debutto infelice della settimana scorsa (1-3 casalingo contro la Sampdoria), tenterà il riscatto affidandosi a un 3-5-2 che vedrà Sirigu tra i pali, Bremer, Nkolou e Lyanco nel reparto arretrato, De Silvestri, Lukic, Rincon, Baselli e Ansaldi in mediana, Berenguer e Belotti coppia offensiva.