Il Milan sprofonda e può solo sperare. Inter-Juventus e Lazio-Roma, infatti, potevano permettere al Diavolo di guadagnare punti su qualcuno, mentre ora, nella migliore delle ipotesi, il danno potrà essere solo contenuto. Se la Roma dovesse vincere, viceversa, ecco che i rossoneri si troverebbero al quinto posto, mentre da San Siro ci sono poche combinazioni positive: un successo dell’Inter la allontanerebbe in modo molto significativo, uno della Juve porterebbe Allegri a meno 7, in attesa del ricorso al Coni che potrebbe ridarle i 15 punti tolti a gennaio. Se ancora ci fosse stato bisogno di ulteriori spunti dai due derby in questione, ecco che ci ha pensato il Milan, trasformando la domenica che ci apprestiamo a vivere in un giorno delicatissimo in chiave Champions, forse addirittura decisivo.
Udinese – Milan 3-1, Pioli amaro: “Non hanno capito l’importanza della gara, vuol dire che ho lavorato male”
Serata disastrosa per i rossoneri, sulla falsa riga di quanto accaduto a Firenze due settimane fa. Ma se allora la squadra aveva la giustificazione del Tottenham alle porte, lo stesso non si può dire di ieri, quando aveva avuto cinque giorni pieni per preparare la partita. Inter-Juventus e Lazio-Roma, inoltre, fornivano stimoli non indifferenti, mentre adesso diventano fonte soprattutto di paura: quella di non entrare nelle prime quattro, un’ipotesi di cui il Milan non sembra rendersi conto e che invece è decisamente reale. Il Diavolo, alla quarta sconfitta nelle ultime cinque trasferte e reduce da un solo punto tra Fiorentina e Salernitana, avrebbe dovuto sbranare il campo sin dall’inizio, invece è stata l’Udinese a farlo, trovando il meritato vantaggio già al 9’ con Pereyra dopo un errore sull’asse Bennacer-Tomori.
I rossoneri hanno continuato a soffrire almeno fino alla mezz’ora, poi si sono parzialmente svegliati e hanno pareggiato con Ibrahimovic, in gol su rigore (inizialmente sbagliato, poi ripetuto per l’ingresso in area di Beto) alla prima da titolare dopo 419 giorni: con questa rete Zlatan diventa il più vecchio marcatore della Serie A (41 anni, 5 mesi e 15 giorni), superando Costacurta (in gol, ironia della sorte, proprio dal dischetto contro i friulani). Sembrava poter essere l’episodio che riaccendeva la luce, invece il Diavolo è andato in blackout dopo pochi secondi, riuscendo a subire il 2-1 da Beto prima ancora dell’intervallo. Nella ripresa Pioli ha provato a ribaltare l’inerzia con i cambi, ma la squadra non ha reagito e anzi ha finito per incassare anche il definitivo 3-1 di Ehizibue (70’), rimediando una sconfitta che potrebbe costare davvero cara nell’economia della stagione.
“Siamo in difficoltà in campionato, ma raggiungere i primi 4 posti per noi è troppo importante – il commento amaro di Pioli -. Non stiamo giocando al nostro livello e se lo abbassiamo rischiamo di fare prestazioni del genere, sono deluso, vuol dire che ho lavorato male in settimana. Non c’erano segnali per un calo di tensione e attenzione, si vede che dovrò fare meglio per tenere i giocatori più concentrati”.
Inter – Juventus (ore 20.45, DAZN)
Dopo l’antipasto del sabato è tempo di gustarsi i piatti principali, a cominciare da quello di San Siro, dove andrà in scena il Derby d’Italia numero 247 della storia, il 207 in campionato. Sarà un’Inter-Juventus decisamente atipico, su questo non c’è dubbio: la penalizzazione lo trasforma in una sfida tra la seconda e la settima in classifica, ma se il 19 aprile, giorno in cui il Collegio di Garanzia del Coni si riunirà per il ricorso, i 15 punti dovessero essere restituiti, ecco che gli scenari cambierebbero completamente.
Non è chiaro, insomma, se quello di San Siro si possa considerare uno scontro diretto per la Champions oppure no, ma nel dubbio è meglio vincerlo, o quantomeno non perderlo. Entrambe ci arrivano con il morale a mille per i recentissimi risultati europei, il campionato però è un’altra cosa e richiede testa sgombra e cuore caldo, a maggior ragione prima di una sosta per le Nazionali che moltiplicherebbe la pesantezza di un eventuale ko.
Inzaghi: “Orgogliosi della qualificazione in Champions, ora però testa al campionato”
“La qualificazione è motivo di orgoglio – ha sottolineato Inzaghi in conferenza -, questa sarà l’ultima partita di un periodo intenso, la stanchezza c’è, gli infortuni pure. Testa alla Juve, è importante per il campionato perché dopo la ripresa ci saranno 16 partite, forse qualcuna in più, e avrò bisogno di tutti sperando di volta in volta di avere sempre più scelte. Noi consideriamo la Juve una grande squadra, è completa e fatta di tanti giocatori forti. La rispettiamo, l’abbiamo incontrata in tante finali e la troveremo ancora in Coppa, la preparazione mentale sarà importantissima. La penalizzazione? Io guardo la classifica di oggi, ci sono delle vicende giudiziarie in corso, poi si vedrà. Faccio i complimenti alla Juve per la sua qualificazione in Europa League, poi vedremo cosa succederà perché serve chiarezza”.
Allegri: “Partita importante, vogliamo difendere il secondo posto”
“Dobbiamo ambire al massimo che possiamo fare, ora abbiamo la gara con l’Inter e giocare gli scontri diretti è sempre difficile. In classifica siamo indietro ed è difficile recuperare, sarà una partita importante, in questo momento la squadra ha fatto 53 punti sul campo e su questo dobbiamo ragionare, poi quando arriverà la sentenza del 19 aprile vedremo. Dobbiamo affrontare passo dopo passo tutte le gare. Ripeto, abbiamo 53 punti senza la squalifica, siamo davanti all’Inter e al Milan e dobbiamo difendere il secondo posto. Quello che succederà fuori dal campo non ci riguarda e noi non dobbiamo valutarlo. Se a fine anno, al netto delle sanzioni, la squadra sarà fuori dalla Champions, allora vorrà dire che non sarà stata una buona stagione”.
Inter – Juventus, le formazioni: Inzaghi senza Skriniar e Bastoni, Allegri pensa alla mossa Soulé
Partita tosta insomma, da giocare con le migliori formazioni possibili, al netto degli infortuni. Inzaghi sarà costretto a rinunciare a Skriniar, Bastoni e Gosens, dunque dovrà inventarsi una difesa: il suo 3-5-2 vedrà così Onana in porta, Darmian, De Vrij e Acerbi in difesa, Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco a centrocampo, Lukaku (favorito su Dzeko) e Lautaro in attacco. Problemi sparsi anche per Allegri, che oltre al solito Pogba dovrà fare a meno di Alex Sandro e Bonucci, oltre che dello squalificato Kean. Il tecnico potrà contare invece su Di Maria e Chiesa, ma nella rifinitura di ieri ha provato il giovane Soulé assieme a Vlahovic: se si è trattato di mera pretattica lo sapremo presto, ma la tentazione c’è e potrebbe diventare realtà. Il 3-5-1-1 bianconero dovrebbe vedere Szczesny tra i pali, Gatti, Bremer e Danilo nel reparto arretrato, De Sciglio, Fagioli, Locatelli, Rabiot e Kostic in mediana, Soulé (o Di Maria) a supporto di Vlahovic.
Lazio – Roma (ore 18, DAZN)
L’altro big match della domenica è quello dell’Olimpico, con Lazio e Roma pronte a sfidarsi per la supremazia cittadina, ma soprattutto per un posto nella prossima Champions. I biancocelesti ci arrivano con due punti in più in classifica, dunque potrebbero giocare anche per il pareggio, ma i risultati di giovedì sorridono ai giallorossi, qualificati ai quarti di Europa League, mentre Sarri ha dovuto dire addio alla Conference. Derby ancor più bollente del solito, insomma, e poco importa che gli allenatori abbiano deciso di stare in silenzio alla vigilia: quelle post-coppe, infatti, bastano e avanzano a incendiare l’ambiente, con lo Special One decisamente pungente nei confronti dei “cugini” appena eliminati.
All’andata vinse la Lazio con un gol di Felipe Anderson su svarione di Ibanez, la Roma però giocò complessivamente meglio, inoltre entrambe sono reduci dalle fatiche europee di qualche ora fa, per giunta in trasferta: difficile, insomma, dire chi stia meglio, anche se infortuni e squalifiche sembrerebbero sorridere alla Roma.
Lazio – Roma, le formazioni: Sarri senza Immobile e Vecino, Mou ritrova il tridente titolare
Sarri, infatti, non avrà Immobile e Vecino, mentre Mourinho potrà contare su tutta la rosa a disposizione, a eccezione di Karsdorp e dello squalificato Kumbulla. Il 4-3-3 laziale vedrà così Provedel in porta, Hysaj, Casale, Romagnoli e Marusic in difesa, Milinkovic-Savic, Cataldi e Luis Alberto a centrocampo, Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni in attacco. Consueto 3-4-2-1 anche per Mourinho, che risponderà con Rui Patricio tra i pali, Mancini, Smalling e Ibanez nel reparto arretrato, Zalewski, Matic, Cristante ed El Shaarawy in mediana, Dybala e Pellegrini alle spalle dell’unica punta Abraham.
Torino – Napoli (ore 15, DAZN)
E poi c’è la capolista Napoli, il cui esorbitante vantaggio non fa nemmeno più notizia. La trasferta di Torino però non è semplice, un po’ per il valore dei granata e la loro capacità di creare problemi alle big, molto per una possibile stanchezza fisica e mentale che sarebbe fisiologica, se non stessimo parlando di una vera e propria armata. Gli azzurri non giocano più da mesi con l’ansia dei punti, eppure sembra quasi che ogni partita sia quella decisiva, in campionato e in Champions: mentalità vincente, che infatti sta portando allo Scudetto dopo 33 anni di attesa, oltre che a risultati europei mai raggiunti prima. Spalletti dovrà ripetersi anche oggi, perché l’idea è quella di chiudere i giochi tricolori il prima possibile, per avere poi la possibilità di concentrarsi solo sulla doppia sfida di coppa con il Milan, considerata da molti (ma non dal tecnico) come un regalo della buona sorte.
Spalletti: “Occhio al Torino, per il Napoli sono disposto a tutto”
“Il Torino merita rispetto, sarà una partita molto difficile – ha ammonito Spalletti -. Loro fanno sempre la stessa partita, sono un avversario molto complicato perché asfissiante in tutto quello che fa. Anche in fase di possesso vogliono tenere un livello di fatica altissimo, sono allenati per questo, per loro è un divertimento non farti giocare sul pulito, stanno facendo un grande campionato e per Juric c’è sempre grande stima, anche se qualche volta ci ho discusso. Ogni momento può essere diverso ed è meglio non fare calcoli, ci si prepara una partita alla volta, poi i conti li faremo in fondo. Il tempo che passa mi crea sempre lo stesso problema, fare qualcosa che mi dia soddisfazione, e per il Napoli ora sono disposto a tutto”.
Torino – Napoli, le formazioni: Spalletti ne cambia due, Juric senza Miranchuk e Karamoh
Rispetto a mercoledì dovrebbero esserci due cambi di formazione, con Olivera e Lozano candidati a prendere i posti di Mario Rui e Politano. Non si potrà comunque parlare di turnover, perché la logica di Spalletti, del resto, non lo prevede: squadra che vince non si cambia e la sua lo fa decisamente spesso. All’Olimpico sarà 4-3-3 con Meret in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Kim e Olivera in difesa, Anguissa, Lobotka e Zielinski a centrocampo, Lozano, Osimhen e Kvaratskhelia in attacco. Assenze pesanti soprattutto in attacco per Juric, che non potrà contare né su Miranchuk né su Karamoh, entrambi fuori fino a dopo la sosta. Il 3-4-2-1 del Toro vedrà così Milinkovic-Savic tra i pali, Gravillon, Schuurs e Buongiorno nel reparto arretrato, Singo, Ricci, Ilic e Rodriguez in mediana, Vlasic e Radonjic alle spalle dell’unica punta Sanabria.