Che la ruota ricominci a girare. Il campionato riparte dopo la sosta per le Nazionali, anche se parlare di pausa è davvero inopportuno: mai come questa volta, infatti, i canonici 15 giorni di stop hanno stressato i club, finendo per collezionare infortuni in serie, con inevitabili polemiche annesse. Basti pensare che Lazio-Inter, uno dei big match dell’ottava giornata, sarà clamorosamente condizionata dalle qualificazioni sudamericane, terminate addirittura nella notte tra giovedì e venerdì. La stessa cosa era accaduta anche a settembre, quando a farne le spese era stata la Juventus, costretta ad andare a Napoli senza 8 giocatori, ora però, alla luce di un calendario fittissimo, si aggiungono anche gli infortuni traumatici e qui il discorso si allarga un po’ a tutta la Serie A, nessuno escluso. I club però non possono perdere tempo a piangersi addosso, non con 7 partite in 22 giorni che finiranno per indirizzare una bella fetta di stagione, specialmente in campo internazionale. E allora sotto con le prime, ovvero con un’ottava giornata che mette in locandina Lazio-Inter e Juventus-Roma, due delle sfide più accattivanti di tutto il campionato.
Oggi i riflettori saranno puntati sull’Olimpico, che alle 18 ospiterà appunto il match tra i biancocelesti di Sarri e i nerazzurri di Inzaghi, ex per eccellenza dopo la lunghissima militanza laziale, conclusa però tra polemiche e contestazioni. Molti non gli hanno perdonato il clamoroso addio estivo, maturato poche ore dopo una cena con Lotito e Tare che sembrava invece preludere al rinnovo di contratto: l’inserimento di Marotta ha fatto sì che nascesse una nuova storia, destinata però a presentare il conto in questo sabato di metà ottobre.
“So che ci saranno fischi e applausi, ma fa parte del mestiere, li accetterò anche se i tifosi laziali sanno che ho sempre dato tutto – il commento di Inzaghi – È una situazione particolare, Vidal e Sanchez non verranno neanche convocati, mentre dovrò parlare con Lautaro, Correa e Vecino e vedere come stanno. Sappiamo che abbiamo altre alternative in quei ruoli, cercheremo di farci trovare pronti”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Sarri, da sempre restio ad accettare l’intasamento dei calendari, come dimostrato già prima della sosta. “Difficile capire la situazione quando i calciatori sono in giro per il mondo, si allenano più in nazionale che nei club – ha tuonato in conferenza stampa – Non è più sport questo, il calcio ora è uno show in cui tutti i partecipanti cercano di spremere gli appassionati per fare soldi. Detto ciò, con l’Inter mi aspetto una reazione più da uomini che da giocatori, a Bologna abbiamo fatto una gara superficiale e i tre gol subiti sono nati da situazioni imbarazzanti”.
Clima incandescente, insomma, anche se il bello arriverà solo quando le squadre saranno in campo. Inzaghi sembra orientato a risparmiare tutti i sudamericani, almeno dall’inizio, anche perché martedì lo aspetta una partita decisiva in Champions contro il sorprendente Sheriff. Il suo 3-5-2 vedrà così Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Barella, Brozovic, Gagliardini e Dimarco a centrocampo, Dzeko e Perisic in attacco, con Lautaro e Correa pronti, eventualmente, a subentrare in corsa.
Una sola assenza invece per Sarri, ma piuttosto pesante: Acerbi, espulso a Bologna, non ci sarà. Il 4-3-3 biancoceleste sarà composto da Reina tra i pali, Marusic, Luiz Felipe, Patric e Hysaj nel reparto arretrato, Milinkovic-Savic, Leiva e Luis Alberto in mediana, Felipe Anderson, Immobile e Pedro nel tridente offensivo.
Il primo premio sul poco invidiabile trono degli indisponibili spetta però di diritto al Milan, capace di perdere, nel giro di pochi giorni, Maignan (3 mesi di stop), Messias, Hernandez e Diaz, quest’ultimi entrambi positivi al Covid. Una vera e propria moria generale, mitigata soltanto in parte dai rientri in campo di Giroud, Ibrahimovic e Calabria, di nuovo a disposizione dopo i rispettivi infortuni. E così la partita di San Siro contro il Verona (ore 20.45) diventa ancor più insidiosa, tanto più che martedì i rossoneri voleranno a Oporto per tentare di riaprire una Champions sin qui avara di soddisfazioni.
“La sfortuna esiste per le persone che si sentono tali – ha glissato Pioli – Non è così per noi, il gruppo vuole superare tutte le difficoltà e sfruttarle per dimostrare il nostro valore. Sarà una partita complicata, l’Hellas con Tudor ha fatto quattro risultati utili consecutivi, dovremo muoverci bene e con i tempi giusti: è vero che gli scontri diretti sono importanti, ma è fondamentale anche non perdere punti con le piccole”.
Inutile dire che il 4-2-3-1 odierno sarà molto lontano da quello tipo, visto che vedrà Tatarusanu in porta, Kalulu, Tomori, Romagnoli e Ballo-Touré in difesa, Tonali e Kessié a centrocampo, Saelemaekers, Daniel Maldini e Rebic sulla trequarti, Giroud in attacco. Formazione tipo invece per il Verona, che risponderà con un 3-4-2-1 con Montipò tra i pali, Dawidowicz, Gunter e Casale nel reparto arretrato, Faraoni, Tameze, Veloso e Lazovic in mediana, Barak e Caprari alle spalle dell’unica punta Simeone.