“Allo stato Berlusconi non si presenta ai pm di Napoli”. Non lascia spazio a repliche Piero Longo, avvocato del Cavaliere, che sbarra la strada all’inchiesta su Gianpaolo Tarantini, l’uomo che secondo i magistrati partenopei avrebbe ricattato il Presidente del Consiglio. Stando al legale, la decisione del premier deriva da “difformità interpretative tra la Procura e la difesa”.
In sostanza, Berlusconi avrebbe preferito subire l’interrogatorio dei giudici spalleggiato dai suoi avvocati, ma si tratterebbe di una pratica piuttosto inusuale, dato che il Cavaliere non è imputato nel procedimento, ma verrebbe ascoltato come semplice teste, addirittura vittima dell’estorsione.
Per poter essere presente alla Procura di Napoli, l’avvocato Niccolò Ghedini ha chiesto che Berlusconi sia considerato “indagato in un procedimento connesso”, facendo riferimento al processo Ruby a suo carico a Milano. Ma i pm non hanno riscontrato alcun collegamento con la vicenda milanese e hanno rigettato l’istanza.