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Lavoro, riprende quota il congedo di paternità obbligatorio

Dopo una pausa di nove mesi torna in pista alla Camera, in commissione Lavoro, l’ipotesi del congedo di paternità obbligatorio. Per i neo-papà, quattro giorni continuativi di assenza dal lavoro entro i primi 3 mesi dalla nascita del figlio.

La questione si era arenata lo scorso maggio. Dalle varie proposte di legge era nato un testo unificato cui i gruppi parlamentari avevano poi presentato degli emendamenti. L’argomento era poi passato all’esame del comitato ristretto della commissione. Tra i vari problemi, uno dei nodi era – e lo è tuttora – quello della copertura. E la soluzione individuata nel frattempo è stata in qualche modo cancellata dalla manovra di luglio, che ha attinto tra l’altro proprio al fondo che era stato indicato per coprire finanziariamente il congedo di paternità.

Nei giorni scorsi il ministro del lavoro, Elsa Fornero, sentita in commissione, ha riaperto uno spiraglio, dicendosi favorevole al congedo di paternità obbligatorio e disponibile a valutare la possibilità di interventi normativi. Ed ecco dunque che la questione ha ripreso vigore e si riaffaccia all’attenzione del comitato ristretto della commissione che ha reinserito l’argomento nell’ordine dei lavori.

Problema tutt’altro che marginale rimane quello del costo dell’operazione. Non è semplice quantificarne l’entità né individuare un criterio univoco per i lavoratori che potrebbero essere coperti da questo istituto: non solo i lavoratori dipendenti, ma anche autonomi e liberi professionisti, per i quali varrebbero criteri e limiti diversi. Così si oscilla tra 150 milioni e i 400-500 milioni, con il conseguente il problema su come e dove reperire questa cifra.

Nell’istituire il congedo di paternità obbligatorio si prevede che “il padre lavoratore è tenuto ad astenersi obbligatoriamente dal lavoro per un periodo di quattro giorni continuativi, entro i tre mesi dalla nascita del figlio, previa comunicazione al datore di lavoro, da rendere in forma scritta almeno quindici giorni prima della data di inizio del periodo di astensione dal lavoro. L’indennità prevista per tale periodo è posta a carico del sistema previdenziale di appartenenza. Per tale periodo la retribuzione è pari al 100%”.

Il testo messo a punto dalla commissione interviene anche sul congedo di maternità, sul congedo parentale, sulle adozioni e affidamenti in un’ottica di sostegno alla famiglia.

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