Il lavoro non è solo l’articolo 18. Ci sono altri temi, quale quello drammatico del reimpiego dei licenziati, o quello impegnativo della partecipazione dei lavoratori nell’impresa, o il congedo di paternità su cui Senato e Camera stanno discutendo. A Palazzo Madama la commissione Lavoro ha oggi all’ordine del giorno la partecipazione dei lavoratori nell’impresa. Il comitato ristretto ha messo a punto un testo di sintesi tra i cinque disegni di legge che erano sul tavolo – due del Pdl, due del Pd, una dell’Idv – e la commissione in seduta plenaria ne comincia l’esame e la discussione.
Informazione, consultazione, rappresentanza, piani di azionariato, uso del Tfr. Questi gli argomenti principali che caratterizzeranno il confronto. Domani, nella medesima commissione, di scena la ricollocazione dei disoccupati. Tre i disegni di legge (due del Pd, uno del Pdl) che dovranno trovare una sintesi in un testo unificato. Tra i suggerimenti, l’istituzione di un servizio di supporto alla ricollocazione a carico delle imprese che procedono a licenziamenti; incentivi all’espansione occupazionale e all’autoimpiego sotto forma di sgravi contributivi, finanziamenti agevolati, crediti di imposta; agevolazioni ai datori di lavori che assumono a tempo indeterminato disoccupati di lunga durata (almeno 24 mesi), inoccupati, giovani under 25.
Alla Camera domani in commissione Lavoro si torna a parlare, nel comitato ristretto, del congedo di paternità. Una discussione avviata già nelle settimane scorse, dopo una pausa di nove mesi. In sintesi, si prevede che “il padre lavoratore sia tenuto ad astenersi obbligatoriamente dal lavoro per un periodo di quattro giorni continuativi, entro i tre mesi dalla nascita del figlio, previa comunicazione al datore di lavoro, da rendere in forma scritta almeno quindici giorni prima della data di inizio del periodo di astensione dal lavoro. L’indennità prevista per tale periodo è posta a carico del sistema previdenziale di appartenenza. Per tale periodo la retribuzione è pari al 100%”.