La possibilità del reintegro per i licenziamenti economici è “riferita a fattispecie molto estreme e improbabili“. Così il premier Mario Monti, in conferenza stampa a Napoli, ha cercato di rassicurare le imprese italiane, infuriate per le ultime modifiche alla riforma del lavoro.
“Quello che abbiamo scritto nel ddl – ha spiegato il Professore – è che per i licenziamenti individuali di carattere economico, se un giudice riscontri situazioni d’illegalità, ci sia l’indennizzo per i lavoratori. Se invece sono motivazioni manifestamente insussistenti, un caso molto forte, il giudice può disporre il reintegro come l’indennizzo“.
Le imprese “sono insoddisfatte perché volevano la sparizione complessiva della parola reintegro dal panorama – ha detto ancora Monti -, ma capiranno che è riferita a fattispecie molto estreme e improbabili. I sindacati si sentono colpiti dal fatto che ora il licenziamento economico è più aperto, ma col tempo capiranno il passo avanti fatto verso la tutela universalistica”.
Intanto, sono finalmente arrivati i numeri ufficiali. Per la riforma del lavoro verrano stanziati 1.719 milioni di euro per il 2013, 2.921 milioni per il 2014 e altri 2.501 milioni per il 2015. Poi, a regime, oltre 2 miliardi di euro l’anno.
Insomma, un progetto costoso. E per finanziarlo sono in arrivo nuove stangate: stavolta su biglietti aerei e affitti. Nel primo caso l’addizionale comunale salirà di due euro per ogni passeggero, che andranno versati all’Inps. Quanto agli affitti, viene ridotto dal 15 al 5% lo socnto forfettario previsto oggi per chi dichiara con l’Irpef i redditi derivanti dall’affitto di immobili. Questo significa che l’imponibile su cui si paga l’imposta aumenta del 10%.