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Lavoro in flessione: 472mila assunzioni previste dalle imprese a ottobre. Frenata per manifatturiero e servizi

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Il lavoro inizia a sentire la frenata dell’economia globale ed europea. Sono circa 472mila le assunzioni programmate dalle imprese per il mese di ottobre e 1,2 milioni quelli per il trimestre ottobre-dicembre, in calo rispettivamente dell’1,2% e dell’1,4%. La difficoltà di reperimento del personale segnalata dalle imprese ormai riguarda il 51% delle assunzioni programmate. È la fotografia scattata dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

Assunzioni: bene costruzioni, male manifatturiero e servizi

L’industria programma a ottobre circa 150mila assunzioni (+1,7% rispetto allo scorso anno) e 365mila per il trimestre ottobre-dicembre (-1,4% sull’anno). A trainare la domanda il settore delle costruzioni con 56mila nuovi contratti programmati nel mese e 132mila nel trimestre (+6,3% e +1,1% rispetto allo stesso periodo del 2022). I settori manifatturieri mostrano, invece, una leggera flessione nel mese (-0,9% rispetto allo scorso anno) che appare destinata ad accentuarsi nel trimestre (-2,8% rispetto a un anno fa).

Più marcato il rallentamento dei servizi che programmano complessivamente 322mila assunzioni nel mese (-2,5% rispetto a ottobre 2022) e 839mila nel trimestre (-1,3% rispetto al trimestre 2022). In flessione soprattutto le previsioni di istruzione e sanità tra i servizi alle persone (-12,5% rispetto ad ottobre 2022 e -11,9% nel trimestre ottobre – dicembre). Le imprese del commercio segnalano, invece, una domanda in crescita con 66mila assunzioni ad ottobre (+1,8% rispetto a 12 mesi fa) e 177mila assunzioni nel trimestre ottobre-dicembre (+1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022).

Nel mese, il calo riguarda le imprese di qualsiasi dimensione, con maggiore intensità nelle micro e nelle medie imprese (rispettivamente -1,6% e -2,6%), ad eccezione quelle con oltre 250 dipendenti (+1,1%).

Lavoro: trainano i contratti a tempo determinato

I contratti a tempo determinato rappresentano il 54% delle entrate programmate, seguiti da quelli a tempo indeterminato (99mila unità, 21%), quelli in somministrazione (51mila, 10,7%), gli altri contratti non alle dipendenze (21mila, 4,4%), i contratti di apprendistato (25mila; 5,4%), gli altri contratti alle dipendenze (13mila; 2,9%) e i contratti di collaborazione (7mila; 1,6%).

Per il 51% delle imprese è difficile trovare personale

Il 51% delle imprese non trova personale: soprattutto gli operai specializzati (il 66,3%) e le professioni tecniche e quelle qualificate nelle attività commerciali (53%). Tra i primi c’è carenza di operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (circa il 76% è di difficile reperimento), fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (71,8%). Mancano anche gli addetti nelle attività di ristorazione (64,6%) e i tecnici in campo ingegneristico (64,1%).

In aumento anche la domanda di lavoratori immigrati con 99mila ingressi programmati nel mese (+11mila rispetto allo stesso periodo del 2022), pari al 21% del totale contratti.

A livello territoriale sono le imprese della ripartizione Sud e Isole (con 119mila assunzioni ad ottobre) a registrare dati negativi rispetto ad un anno fa (-8mila), mentre si presentano ancora positive le previsioni nel mese per Nord ovest (147mila), Nord est (108mila) e Centro (98mila).

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