Foxconn, società cinese che produce smartphone e altri dispositivi hi-tech per conto di colossi del calibro di Apple, Microsoft e Samsung, tristemente nota in passato per il record di suicidi tra i lavoratori, ha deciso di sostituire 60mila impiegati facendo svolgere il loro lavoro a dei robot.
Uno dei responsabili dello stabilimento situato nella provincia del Jiangsu, Xu Yulian, ha dichiarato al South China Morning Post che “la forza lavoro è stata ridotta da 110mila a 50mila unità grazie all’introduzione dei robot”, allo scopo di ridurre il costo del lavoro. “Stiamo applicando la robotica e altre tecnologie di produzione in sostituzione delle operazioni ripetitive fatte dai dipendenti che a loro volta si concentrano di più su altri processi di produzione”, ha spiegato la stessa azienda alla Bbc.
Ad oggi, la società asiatica non ha ancora fatto sapere se, nel prossimo futuro, ripeterà l’esperimento, ma ha rassicurato sul fatto che non si verificheranno dei licenziamenti di massa, dato che i robot verranno utilizzati per sostituire i dipendenti nelle mansioni più ripetitive permettendo agli “impiegati umani” di eseguire compiti “di più alto valore”.
Già nell’agosto 2011, il presidente di Foxconn, Terry Gou, aveva annunciato l’intenzione di sostituire fino a 500mila dipendenti in fabbrica, almeno nei lavori considerati più semplici. Progetto che un anno fa sembrava aver subito ripensamenti perché secondo l’azienda la meccanizzazione non poteva essere comparata alla manualità, in alcune fasi della produzione.
L’iniziativa di Foxconn conferma le previsioni contenute nel report presentato nel corso dell’ultimo Forum economico di Davos secondo il quale, entro i prossimi quattro anni, i robot ruberanno agli umani 4 milioni di posti di lavoro nel mondo. In base ad un altro studio pubblicato nel 2013 Deloitte e Oxford University, nei prossimi 20 anni il 35% dei lavori nel Regno Unito e quasi il 50% dei lavori negli Stati Uniti potrebbero essere svolti da robot.