Lavoro, il Cnel non risparmia le critiche al progetto di riforma messo a punto dal governo. “Va potenziato con misure urgenti e prioritarie per accrescerne l’efficacia”, strumenti “non solo di austerità, ma di crescita”, è stato sottolineato dal presidente Antonio Marzano nell’audizione in commissione Lavoro del Senato. Servono strumenti di “creazione di buona e nuova occupazione, in un’ottica di ‘patto’, non di conflitto, tra generazioni”, dice Marzano. Che in particolare punta il dito su giovani e le donne.
Sul fronte dei giovani, il Cnel sottolinea come in Italia si assista a una “forte simulazione”di forme di lavoro autonomo (collaborazioni, partite Iva, ecc) che in realtà nasconderebbero situazioni di lavoro dipendente. Da qui la necessità di regolare le varie tipologie contrattuali e intervenire su stage e apprendistato, con possibilità di accedervi durante la scuola superiore “evitandone quindi l’uso improprio finora fatto”.
Quanto al fronte femminile, per Marzano la riforma del mercato del lavoro è limitata e insufficiente e in qualche caso propone alcune misure dal significato “solo simbolico”. “Occorre mirare più in alto- aggiunge- non limitandosi a ripristinare il contrasto alle dimissioni in bianco, al troppo breve congedo di tre giorni di paternità obbligatorio, ai buoni per pagare la baby sitter”. Occorre piuttosto incrementare gli asili nido- anche con incentivi fiscali- e potenziare le politiche di conciliazione.
E poi gli interventi dovrebbero essere “significativamente potenziati nelle aree meridionali“. Secondo il Cnel interventi pilota, anche a valere con l’aiuto di finanziamenti europei disponibili, potrebbero creare nuove opportunità nei settori del turismo, dei beni culturali, dell’economia verde, dell’agricoltura specializzata, della diffusione di tecnologia innovativa.
Infine, ci dovrebbe essere un maggiore impegno di Regioni e Province per politiche attive per il lavoro.