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Lavoro: al via la staffetta generazionale, il Piemonte fa da apripista

Pur se siamo un Paese che sta velocemente invecchiando, con molti disoccupati e uno scarso ricambio generazionale, un segnale di speranza è finalmente giunto: non solo i recenti dati Istat rilevano che la disoccupazione è in calo, ma l’ Eurostat ha aggiunto che in Italia si sta registrando il calo della disoccupazione più sensibile di tutta la Unione Europea.

Siamo ancora alle variazioni percentuali marginali, ma è il primo segnale che i provvedimenti del Jobs Act (contratto a termine acausale, semplificazione dell’apprendistato, contratto a tutele crescenti) stanno restituendo fiducia al mercato: i lavoratori possono non sentirsi più “precari” e le aziende possono riprendere a considerare i propri lavoratori come “risorse” su cui investire e fidelizzare.

Una ulteriore iniziativa che può contribuire ad accrescere le opportunità di lavoro è ora data in Piemonte dal via alla “staffetta generazionale” tra lavoratori, una misura di “solidarietà” che è finalizzata al ricambio generazionale all’interno delle imprese e che prevede il passaggio a part-time di lavoratori ultra cinquantenni a fronte dell’assunzione a tempo indeterminato, anche in apprendistato, di giovani disoccupati : si suddivide la coperta “corta” e viene preservata la coesione sociale tra le generazioni.   

L’iniziativa è gestita dall’ Agenzia Piemonte Lavoro e finanziata con 3 milioni di euro assegnati alla Regione Piemonte nell’ ambito del Progetto nazionale “Welfare to work”.   

I destinatari della “staffetta” sono da una parte i lavoratori “maturi” con più di 50 anni di età, che siano in forza da almeno 5 anni presso imprese aventi sede o unità produttive in Piemonte e che maturino i requisiti pensionistici previsti dalla normativa in vigore nell’ arco massimo di 36 mesi e minimo di 12 mesi, dall’ altra i giovani inoccupati o disoccupati di età compresa fra 1 18 ed i 32 anni compiuti (fermi restando i limiti di età previsti per l’ assunzione in apprendistato).

In concreto, il meccanismo della “staffetta” prevede che :

a)  da una parte, uno o più lavoratori “maturi” concordano con l’ azienda, su base volontaria e con apposito accordo sottoscritto all’ ufficio del lavoro, la trasformazione a part-time del proprio contratto di lavoro a tempo indeterminato, con una riduzione dell’ orario di lavoro, “orizzontale” o “verticale”, non superiore al 50%. In cambio l’ INPS versa a loro favore un numero di mensilità di integrazione contributiva (a titolo di contribuzione volontaria) da un minimo di 12 ad un massimo di 36 mesi. Il massimale di integrazione contributiva, inoltre, può anche essere superiore, ove, per le mensilità oltre le 36, il contributo a titolo volontario derivi da forme di finanziamento diverso, anche private. Deve restare comunque fermo l’ impegno dell’ azienda ad individuare soluzioni a garanzia del lavoratore “maturo” nel caso in cui intervengano modifiche normative in materia di accesso alle prestazioni pensionistiche.

Laddove l’accordo tra le parti lo preveda, infine, il lavoratore “maturo” può impegnarsi ad accompagnare l’ inserimento lavorativo del giovane neoassunto in azienda, svolgendo nei suoi confronti la funzione di tutor/mentor.

b)  contestualmente, l’ azienda procede all’ assunzione, all’ interno della stessa unità produttiva o di altra unità produttiva comunque presente sul territorio regionale,di uno o più giovani con il contratto a tempo indeterminato (oggi a tutele crescenti) o con il contratto di apprendistato semplificato (purchè sia garantito il completamento del percorso formativo, indipendentemente dalla durata dell’ intervento della “staffetta generazionale”). 

L’operazione deve comportare un saldo occupazionale aziendale positivo e cioè un incremento del volume complessivo delle ore di lavoro, calcolato mettendo a confronto il totale delle ore di lavoro a part-time dei lavoratori “maturi” con quelle relative ai giovani assunti. Il saldo positivo deve essere garantito per tutta la durata del periodo in cui viene versata l’ integrazione contributiva : qualora venga meno, l’ azienda deve procedere ad una nuova assunzione entro 30 giorni lavorativi (diversamente, sarà tenuta a versare all’ INPS l’ integrazione contributiva dovuta, ovvero, in accordo con il lavoratore “maturo”, a reinserirlo a tempo pieno).

Peraltro, essendo rapportato alle ore di lavoro, il calcolo del saldo occupazionale prescinde dal numero dei lavoratori coinvolti : è quindi possibile che un saldo positivo consegua anche all’ assunzione di un numero di giovani inferiore a quello dei lavoratori “maturi” che accettino la riduzione dell’orario di lavoro.

Le aziende situate sul territorio piemontese, secondo l’ Avviso pubblico regionale emanato nei giorni scorsi, potranno presentare istanza di adesione all’ iniziativa della “staffetta generazionale” sino al 30 giugno 2015, dandone comunicazione anche alle rappresentanze sindacali interne ovvero, in loro mancanza, a quelle maggiormente rappresentative sul piano territoriale e dichiarando il proprio impegno ad effettuare la trasformazione a part-time del contratto di lavoro dei lavoratori “maturi” che abbiano volontariamente aderito all’ iniziativa e la correlata assunzione a tempo indeterminato di uno o più giovani inoccupati/disoccupati.  

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