Aumentano le assunzioni previste a gennaio ma scarseggiano ancora i candidati: rispetto ad un anno fa la difficoltà di reperimento aumenta del 5% raggiungendo il 38,6% delle entrate programmate. Sono poco meno di 458mila i contratti programmati dalle imprese nel mese di gennaio e saliranno a circa 1,2 milioni nel primo trimestre (+112mila su gennaio 2021 e +265mila in confronto al trimestre gennaio-marzo 2021). Positivo anche il confronto rispetto a dicembre 2021, con 104mila contratti in più (+29,4%), soprattutto a tempo determinato, per tutti i settori economici tranne che per il turismo dove pesano le crescenti incertezze legate all’andamento della curva epidemiologica nelle ultime settimane. È quanto emerge dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.
Nonostante le difficoltà legate ai rincari dell’energia e di molte materie prime, l’industria prosegue il suo trend positivo già registrato nel corso dell’anno appena concluso e programma per il mese di gennaio circa 150mila entrate. Sono alla ricerca di personale soprattutto le imprese delle costruzioni (46mila entrate), seguite dalle imprese della meccatronica con 26mila entrate e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo che prevedono 22mila entrate.
Nel complesso i settori del terziario totalizzano 307mila entrate: in testa i servizi alle imprese (142mila assunzioni), seguiti dal commercio (62mila entrate) e dai servizi alle persone (56mila). La quarta ondata colpisce ancora il turismo dove le imprese hanno previsto per il momento un calo del 14,6% nell’attivazione dei contratti rispetto a dicembre.
Come evidenzia il Borsino Excelsior, nel complesso il flusso delle assunzioni è caratterizzato da una prevalenza di contratti a tempo determinato (181mila unità, +55mila rispetto allo scorso anno), seguono i contratti a tempo indeterminato (116mila unità, +26mila rispetto all’anno scorso), quelli in somministrazione (70mila, +20mila rispetto allo scorso anno), di collaborazione (19mila, +6mila rispetto a gennaio 2021), in apprendistato (17mila, +3mila rispetto al 2021) e le altre forme di contratti alle dipendenze (11mila, +6mila rispetto al 2021) e non alle dipendenze (44mila, -4mila rispetto a un anno fa).
Alla crescita della domanda però si accompagna la difficoltà di reperimento del personale, segnalato dalle 22,2% delle imprese, seguito dalla preparazione inadeguata (13,4%) e da altri motivi (2,9%). A incontrare le maggiori difficoltà di reperimento sono le imprese delle costruzioni (53,3% dei profili ricercati), seguite dalle industrie del legno e del mobile (53,0%), dalle industrie metallurgiche (52,5%) e dalle imprese dei servizi informatici e delle telecomunicazioni (51,9%).
Tra le professioni più difficili da reperire ci sono i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (68,1%), seguiti dagli attrezzisti, operai e artigiani del trattamento del legno (67,9%), i fonditori, saldatori, montatori carpenteria metallica (62,4%), gli artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (62,3%) e gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (61,9%).
Ma le aziende cercano di contrastare il fenomeno assumendo figure con competenze simili a quelle ricercate per poi formarle in azienda, soluzione adottata nel 38,6% dei casi. Mentre nel 17,2% dei casi le imprese affronteranno la difficoltà offrendo una retribuzione superiore rispetto alle condizioni contrattuali mediamente proposte per il profilo ricercato.
A gennaio cresce anche la domanda di lavoratori immigrati: sono 73mila i contratti proposti, pari al 16% del totale entrate programmate. Tra i settori terziari a maggiore domanda ci sono i servizi operativi e di supporto alle imprese, servizi alle persone, trasporto e logistica (ciascuno con circa 11mila entrate previste). Per quanto riguarda l’industria spiccano le costruzioni e le industrie metallurgiche (rispettivamente con circa 8mila e 5mila entrate programmate).