X

Lavori green e digital: i giovani a caccia di buoni guadagni. Le richieste? Via carte e timbri, sì ad aziende veloci e puntuali

Pixabay

“Dal fabbro al sarto, dal pizzaiolo al falegname, stop alla burocrazia per avviare l’attività” ha titolato il Sole 24 Ore a proposito del nuovo decreto che semplifica l’inizio di attività lavorative in proprio. Salutiamola come una buona notizia per un Paese che non riesce a fare a meno di timbri e scartoffie. Vedremo, comunque, nei prossimi mesi come se la caverà chi intende aprire un’attività.

Ricordate la riforma del 2010 del ministro Renato Brunetta sulla dematerializzazione nella PA? Avrebbe segnato “il passaggio dall’amministrazione novecentesca (fatta di carta e timbri) all’amministrazione del XXI secolo (digitalizzata e sburocratizzata). Siamo arrivati al digitale, all’AI, al metaverso e la riforma è tuttora un lavoro in corso. Brunetta passato sulla poltrona di presidente del Cnel, ne porta il ricordo.

Per chi invece non si mette in proprio e cerca un’occupazione Unioncamere ha detto che la ricerca di laureati in Italia è salita al 13,9% . C’è poi un’indagine di Fòrema che ci dice come vanno le cose un pò nel dettaglio. Forema Learning Ecosystem è la società di formazione di Confindustria Veneto ed ha svolto un’analisi su bisogni e aspettative di chi cerca o vuole cambiare lavoro. Ebbene, tra i servizi meno richiesti dagli intervistati ci sono, appunto, l’assistenza burocratica e amministrativa.

L’indagine “Cosa ti serve per lavorare ?” giunge alla conclusione che i giovani chiedono principalmente soldi, mentre i senior vogliono riconoscibilità sociale. Entrambe le categorie rifuggono da burocrazia e noie da sportello. I dati sono il risultato di interviste a disoccupati iscritti alle liste pubbliche e ad ex corsisti di Fòrema. “Lo abbiamo fatto- spiegano i ricercatori guidati da Roberto Baldo– in un momento nevralgico per il mercato dell’occupazione, alle prese con le rivoluzioni green e digital che cambieranno il mondo delle buste paga per sempre”. 

Lavoro, cosa chiedono i giovani

Accanto all’indipendenza economica, per gli under 29 c’è la sicurezza del posto. Per gli adulti è importante anche la crescita professionale. Altra antitesi a carte e impicci, è l’accesso a informazioni tempestive e puntuali sulle offerte di lavoro da parte delle aziende. Steve Jobs in Italia avrebbe avuto qualche problema, visto che assumeva le persone con i messaggini. I nostri giovani, intanto, fuggono all’estero dove le cose che cercano sono prassi consolidata.

Il mercato del lavoro è sempre più globale e lo status occupazionale e il reddito annuo, dunque, impattano molto sulla scala delle priorità. Fòrema ci dice che sono importanti anche l’assistenza nella fase di inserimento professionale, gli incontri diretti con le aziende, la certificazione delle competenze già acquisite. Conclusione, le aziende sono attrattive per coloro che hanno davanti un percorso sicuro e gratificante. I settori industriali più avanzati devono avere il passo veloce come tutto ciò che accade nel mondo d’oggi. Ancora meglio se sono aziende resilienti e sostenibili. Solo così possono incrociare le aspettative dei giovani. L’Italia dell’indolenza burocratica e delle “segnalazioni” sta per finire?

Related Post
Categories: Lavoro