Il caffè in Italia è quasi una religione ma, nel caso di Lavazza, conquista anche l’estero. Nel 2018, l’azienda torinese ha registrato ricavi consolidati pari a 1,87 miliardi di euro, in crescita del 9,3% rispetto all’anno precedente. In questo contesto i mercati esteri si attestano a quota 64% del fatturato grazie all’integrazione delle realtà acquisite nel 2017 (Nims, Kicking Horse ed ESP) e alla buona performance del perimetro organico in particolare in Francia, Nord America, Europa dell’Est e UK. In Italia, che rappresenta circa il 36% dei ricavi totali, “Lavazza ha mantenuto la propria posizione di leadership in tutti i canali”, fa sapere la società.
Parlando degli altri parametri, l’ebitda del gruppo è cresciuto del 6,2% arrivando a 197,3 milioni di euro, per un ebitda margin pari al 10,6%. L’ebitda adjusted (prima dei costi one off relativi alle acquisizioni) è invece pari a 206,5 milioni +9% rispetto al 2017.
Su del 2% l’ebit, che tocca i 110,7 milioni di euro, con un margine pari al 5,9%, mentre l’utile netto è pari a 87,9 milioni (+12,9% rispetto al 2017). La posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2018 ammonta a 15 milioni rispetto ai 503 milioni del 2017, per effetto delle acquisizioni realizzate nel corso del 2018 e della significativa generazione di cassa.
Ricordiamo che nel 2018 Lavazza ha inaugurato la Nuvola, nuova sede del gruppo a Torino, realizzata investendo 120 milioni di euro.
“E’ stato un anno di solida crescita – afferma Antonio Baravalle, amministratore delegato del gruppo – caratterizzato dall’aumento della reddività operativa, dal continuo rafforzamento del nostro marchio e da una forte espansione, oltre che in Italia, sui mercati
“Sono proseguiti gli investimenti sull’innovazione dell’offerta e, grazie alle acquisizioni nel settore della distribuzione automatica dell’australiana Blue Pod e del ramo Drinks di Mars, abbiamo ulteriormente rafforzato il presidio diretto in tutti i segmenti del caffè”, conclude l’ad.