Il caffè di Lavazza diventa a stelle e strisce. Il leader dell’espresso italiano ha raggiunto un accordo pluriennale con l’americana Green Mountain Coffee Roasters (Gmcr) per investire 105 milioni di dollari.
L’azienda fornirà al colosso Usa del caffè le capsule per la K-Cup, il sistema che eroga anche il caffè filtro, il più consumato nel mercato americano, con una presenza stimata intorno a 20 milioni di famiglie.
“Siamo entusiasti di sviluppare la nostra partnership di successo e di sfruttare una tecnologia unica, come quella di Green Mountain, per portare la qualità delle nostre miscele agli intenditori di caffè in tutto il mondo – commenta l’ad di Lavazza Antonio Baravalle -. Un passo fondamentale per rafforzare il nostro marchio sul mercato americano”.
“Ampliamo la nostra collaborazione con la marca di caffè leader in Italia – dice il presidente e ad di Green Mountain Brian P. Kelley – per offrire ai consumatori i sapori autentici del caffè italiano con il semplice tocco di un pulsante”.
L’alleanza tra Lavazza e Gmcr così si rafforza anche perché l’azienda torinese investirà ulteriori 105 milioni di dollari confermando l’interesse per il mercato americano. “In un momento di crisi in cui poche aziende investono – spiega Baravalle – noi abbiamo deciso di farlo con l’obiettivo di rafforzare la nostra presenza in Usa”.
Con l’operazione, completamente autofinanziata con capitale di cassa, Lavazza ha acquistato anche 1 milione e 400 mila azioni di Green Mountain. Una mossa che conferma l’interesse dell’azienda torinese per il mercato Usa. Insieme alla decisione di sponsorizzare la mostra sul Futurismo al Guggenheim Museum di New York, inaugurata oggi. “Il mercato americano del caffè vale cinque volte quello italiano e cresce del 3-4% ogni anno – osserva Baravalle – . Per noi si tratta del mercato più importante in cui investire e sul quale intendiamo incrementare la nostra dimensione nei prossimi anni”.
Presente in più di 90 Paesi, oggi Lavazza esporta il 46% della sua produzione. “Il nostro obiettivo – sottolinea – è quello di arrivare al 70% attraverso operazioni di partnership come questa americana”.