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L’auto e la Bayer zavorrano le Borse

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In attesa delle decisioni della Fed, i listini europei trovano molte ragioni di malumore, da una Brexit sempre più confusa all’allarme utili lanciato da Bmw, al crollo di Bayer. Il finale è rosso per l’Europa, che non trova ragioni di ottimismo nell’andamento negativo di Wall Street, impensierita dalla revisione al ribasso dell’outlook di Fed Ex. Nel panorama stagnante si stacca il petrolio: Brent +0,99%, 68,28 dollari al barile, mentre il Wti tocca in seduta, per la prima volta nel 2019, i 60 dollari al barile. A sostenere le quotazioni è l’inatteso calo delle scorte settimanali di greggio in Usa, oltre all’impegno dell’Opec+ di continuare a tagliare la produzione.

Piazza Affari cede lo 0,47% e scende a 21.330. Francoforte, -1,57%, è la piazza peggiore, dopo il rally di ieri. Pesano le prese di profitto sul banche, ma soprattutto il tonfo di Bayer (-10,09%), a seguito del fatto che un altro tribunale californiano ha riconosciuto come cancerogeno l’erbicida Roundup a base di glifosato a marchio Monsanto, acquisita dal colosso tedesco lo scorso anno. Va a picco Bmw (-4,44%), con un allarme utili per l’anno in corso che si riversa sul tutto il settore auto. 

Arretrano Parigi -0,8% e Madrid -0,91%. Londra cede lo 0,45%, a fronte di una sterlina che perde quota nei confronti della moneta unica, con il cambio in area 0,860. La divisa britannica s’indebolisce con la decisione di Theresa May di chiedere un rinvio della Brexit al 30 giugno. Il mercato si aspettava probabilmente una proroga più lunga. Ma di mezzo ci sono le elezioni europee, il 23 di maggio e, nel caso di un rinvio più lungo, la Gran Bretagna dovrebbe partecipare. Apparentemente anche il 30 giugno non risolve il rebus elettorale e infatti Juncker chiarisce che, se Londra non vuole andare al voto, deve uscire prima. 

Euro-dollaro piatto in attesa di Jerome Powell, che non dovrebbe stupire con effetti speciali. Si cercheranno fra le righe indizi su tempi e prossime mosse della banca centrale americana. Le probabilità di un rialzo dei tassi nel 2019 sono scese al 60%, mentre quelle di un taglio al 25%. Grande attenzione è rivolta anche agli annunci possibili sul bilancio.

Oro in calo, sul filo dei 1300 dollari l’oncia.

Fra le big cap protagoniste della seduta milanese spicca Prysmian, +4,28%, che festeggia i positivi sviluppi del progetto WesternLink, collegamento elettrico sottomarino fra Regno Unito e Scozia. Bene Buzzi +1,81%; Amplifon +0,97%; Poste +0,96%.

Le vendite zavorrano Fca, -2,51% in linea con il settore a livello europeo e dopo l’exploit di ieri a seguito della possibilità di integrazione con Peugeot. Ancora in calo Telecom -2,39%. Moncler perde l‘1,75%%, con l’uscita dal capitale del fondo francese Eurazeo, che ha venduto le proprie azioni a 36,5 euro l’una. 

Banche deboli. Banco Bpm è la peggiore, -2,7%; Ubi -1,95%. Fuori dal listino principale è pesante Datalogic, -7,86%, all’indomani della diffusione dei risultati 2018, con ricavi giudicati leggermente deludenti rispetto alle attese (+6,2%, 165 milioni), Ebitda (+10,3% a 28 milioni). Parzialmente deludente anche l’outlook 2019, con il management che prevede di poter realizzare una crescita dei ricavi in linea allo scorso esercizio (+4%) e una profittabilità sostanzialmente stabile.

Lo spread risale anche oggi: 243.10 punti, +2,27%. Il rendimento del Btp 10 anni è al 2,52%. Domani la Bce pubblicherà il suo bollettino economico.

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