Hai una laurea o un corso di formazione e specializzazione post diploma? Ebbene, dal mondo del lavoro spesso non hai il riconoscimento che ti meriteresti: infatti, numeri alla mano, un quinto della forza lavoro è impiegato in mansioni che non richiedono un livello di istruzione così elevato.
È l’Eurostat a dare la dimensione del fenomeno della forza lavoro sottoimpiegata rispetto al proprio titolo di istruzione terziaria. In Europa, il “tasso di sovraqualificazione” nel 2024 è stato del 21,3% dei lavoratori (oltre un quinto della forza lavoro), percentuale che per le donne sale al 22% e per gli uomini si ferma al 20,5%.
I Paesi con più e meno sovraqualificati
Il fenomeno di chi ha un’istruzione di livello universitario ma svolge una professione che non richiede un simile livello si riscontra soprattutto in Spagna (35%), Grecia (33%) e Cipro (28,2%).
I migliori in questo ambito sono Lussemburgo (4,7%), Croazia (12,6%) e Repubblica Ceca (12,8%), che hanno i tassi più bassi di sovraqualificazione.
E l’Italia? Intanto c’è da dire che da noi ben l’84,3% dei laureati tra i 25 e i 64 anni ha un’occupazione, ma anche da noi esiste il sottoimpiego, con un tasso in media con quello dell’Ue.
In Italia il divario di genere più alto d’Europa
Ma c’è da aggiungere che, purtroppo, il nostro Paese riflette la sperequazione europea tra uomini e donne in maniera pesante: da noi, le donne con un titolo di studio superiore rispetto al lavoro svolto sono il 7,7% in più rispetto agli uomini. Si tratta del gap più profondo tra i 27 Paesi Ue.
Dopo di noi, Slovacchia (6,4%) e Malta (5,3%).
Ma ci sono Stati membri dove la tendenza si è invertita, con tassi di sovraqualificazione superiori tra gli uomini. I divari maggiori sono stati registrati in Lituania, con 5,2 punti percentuali; Lettonia, con 2,6 punti percentuali; Estonia, con 2,5 punti percentuali.