In una delle sue numerose interviste filosofiche, Steve Jobs, a proposito dei nuovi prodotti tecnologici, disse (cito a memoria): “Inizi con un obiettivo e ti ritrovi con un altro. Il Mac era nato per automatizzare il lavoro d’ufficio e finì per cambiare il mondo della grafica e dell’editoria”, con il desktop publishing.
Lo studio dell’RNA messaggero per combattere le patologie oncologiche è iniziato in un qualche scantinato in America e Germania e ha poi finito per dar vita al vaccino antinfluenzale che ha salvato il mondo.
Steve Bezos, che conosceva bene questo schema (che io chiamerei di “scivolamento”), all’inizio dello scorso decennio comprò tutto quello che si muoveva sulla terra nel comparto delle tecnologie dei libro immateriale. Tra queste acquisizioni c’era Audible. Quando il terreno è smottato dagli ebook agli audiobook, Amazon è rimasta in piedi e Barnes&Noble è finita in amministrazione controllata Questo schema di scivolamento si è inverato pienamente nell’industria del libro.
OK, va bene così. La gente ha scelto… per ora. Un po’ è stata anche aiutata. L’ebook non è riuscito a infrangere l’ostilità (per me insensata) cui questo progetto è andato incontro a causa della sua identificazione con Amazon, che Jonathan Franzen descrive, nell’ambito di uno scenario apocalittico dei nuovi media, come il Voldemort della cultura. In questo post ho cercato di spiegare i motivi della promessa mancata degli ebook e quindi non ci torno sopra, amen.
TG1
Gli audiolibri non sono, però, una seconda o una terza scelta come quella compiuta da Zeno Cosini in casa Malfenti.
Che la gente ami ascoltare i libri quanto leggerli è qualcosa di ormai acclarato. Anche il TG1, il più compassato e mainstream dei notiziari, ha dedicato, in prima serata, un servizio molto ben fatto al boom degli audiolibri.
Lo ha fatto a fine trasmissione, in uno spazio dedicato alle cose curiose e un po’ sorprendenti che accadono nel mondo. Quando lo dice il TG1, il più rilassante dei notiziari per accompagnare la cena delle famiglie italiane, vuol dire che ci siamo.
Non intendo quindi tediarvi con dati, analisi su una modalità di accesso a contenuti che 15 anni fa costituiva un fenomeno di supernicchia.
Non per me. Per me, non lo è mai stata.
Io
Ho iniziato ad ascoltare i libri letti con un walkman Sony giallo già dal 1982. Il primo audiolibro che mi sono fatto leggere durante le passeggiate è stato I canti di Leopardi, letti da Vittorio Gassmann e poi da un Carmelo Bene strepitoso e impossibile (ma anche Arnoldo Foà, Alberto Lupo e Giorgio Albertazzi erano bravissimi a leggere). Carmelo Bene ha poi registrato una edizione “pazzesca” dei Canti Orfici di Dino Campana. Adesso li trovate anche su YouTube per iniziativa dell’Archivio Siciliano del Cinema al quale dovrebbero fare un monumento accanto alla Fontana Pretoria a Palermo.
Per secondo, è venuto Il lupo della steppa di Herman Hesse in audiocassetta (non mi ricordo più il lettore). Bello e anche breve! Ma l’ascolto più bello sono stati I Miserabili di Victor Hugo in edizione integrale (60 ore di ascolto) letti da un eroico Moro Silo, ora su Audible. L’encomiabile Moro Silo ha anche letto Guerra e Pace (73 ore di ascolto). Letture apprezzatissime quelle di Silo: I Miserabili ha ricevuto 417 valutazioni a 5 stelle e Guerra e pace 153.
Il problema che avevo 25 anni fa con le videocassette di opere di questo tipo era quello di dover sempre ultimare una cassetta per non perdere il punto di ascolto, sicché la mia giornata era schedulata dai Miserabili. Adesso l’applicazione di Audible riprende l’ascolto dal punto in cui si è lasciato. Grande Audible!
Spostandomi molto a piedi sono rimasto ipnotizzato dell’ascolto in cuffia dei libri (attenzione agli incroci, assolutamente sconsigliato a Londra) e ho poi iniziato a registrare le puntate di Ad alta voce su Radio3 in onda dal lunedì al venerdì a metà pomeriggio (difficilmente però erano letture integrali). Ci voleva metodo e perseveranza per non bucare la registrazione di nessuna puntata. Allora non c’era il podcast! Ancora oggi (ma non so più dove esattamente), ho centinaia di cassette con le registrazioni di Ad alta voce.
Sono riuscito però a recuperare gli mp3 di 240 episodi (dei veri e propri sceneggiati) della Storia in giallo, un ascolto che consiglio a tutti. Bellissimi. Molti episodi sono su YouTube. Il mio preferito è quello sull’Anabasi, regia di Francesco Pannofino.
Direi che oggi, facendo un bilancio, ho più ascoltato audiolibri che letto libri negli altri formati. Per leggere mi mancava il tempo; per ascoltare, avevo anche gli spostamenti a piedi o in bici e alle volte in auto (ma è meglio lasciar perdere).
Stephen King
Proprio per questa esperienza non sono stato sorpreso quando ho letto recentemente una intervista di Stephen King, che è sempre più avanti di tutti, dove racconta di avere dato 20 dollari ai tre figli adolescenti per far loro leggere e registrare su videocassetta numerosi romanzi che lui ascoltava durate le passeggiate nelle strade del Maine. 20 dollari a lettura, ovviamente.
Come sappiamo, nel giugno 1999 durante una di queste passeggiate, lo scrittore (che, come me, cammina sull’asfalto) fu investito da un furgoncino e ridotto in fine di vita.
Nello scantinato della casa di Stephen King a Bangor ci sono ancora scatole e scatole con le cassette registrate dai figli.
Economist
Vi voglio citare altri due episodi che confermano e spiegano il successo dei libri letti ad alta voce.
Il responsabile tecnologico di “The Economist”, che pubblica una versione audio dell’intero magazine dal 2006, ha dichiarato, a mo’ di pitch per accreditare l’audio ascolto, che un abbonato al settimanale ascolta l’intero contenuto dell’Economist (circa 10 ore) mentre nuota in piscina. Come faccia non è detto. L’iPhone è resistente all’acqua, ma gli AirPods, neanche i Pro, sono stati (peccato!) progettati per essere utilizzati sotto la doccia o in sport acquatici come il nuoto, dice la Apple. Sotto la doccia sarebbero grandiosi (per il karaoke)1 Ma ci sono auricolari di terze parti, anche se non carini come gi Airpods, compatibili con l’iPhone che sono waterproof.
New York Times
La giornalista Pamela Paul conduce il podcast del New York Times Book Review e spesso ha come ospite Alexandra Alter, book critic del quotidiano di New York. Un giorno la Paul ha chiesto alla Alter come riesca a leggere tutti i libri di cui parla.
“Semplice – ha risposto la Alter – li ascolto sull’iPhone mentre vado e torno dall’ufficio, quando faccio esercizio e quando stiro (anche le giornaliste del NYT stirano!). Ho così raddoppiato la mia capacità di lettura”. Si spera che trovi un po’ di tempo anche per i figli.
Comunque è una cosa fantastica. E si può fare anche di più.
Esiste un tool di Amazon che si chiama Whispersync for Voice che consente, se supportato dal libro, di sincronizzare Audible con le applicazioni Kindle in modo tale che il sistema tiene sempre il punto di lettura passando da un’applicazione all’altra, come succede in una staffetta. Così la produttività può andare alle stelle. State attenti, però, perché l’uso sistematico po’ nuocere al labirinto e generare vertigine.
Malcolm Gladwell
Ci sono degli autori che adesso scrivono libri (diciamo sceneggiature?) solo per l’edizione audio e poi da questa versione principale traggono il libro come prodotto di risulta. Nel mondo del cinema succede da tempo che un libro sia tratto da un film con sceneggiatura originale.
Il più fanatico di questi audio-autori è un personaggio veramente mainstream, il sociologo canadese Malcolm Gladwell. Penso tutti conosciamo i suoi libri che hanno dato origine a numerosi neologismi. Ne ricordo alcuni, nella quasi totalità editi in Italia da Mondadori: Il punto critico (2000), In un batter di ciglia (2005), Fuoriclasse (2008), David e Golia (2014), Il dilemma dello sconosciuto (2019) e l’ultimo The Bomber Mafia (2021).
Insieme a Michael Lewis, è forse l’autore che più di altri ha inverato la teoria di Roland Barthes sulla scomparsa dei generi e l’avvento della scrittura tout-court la quale vanifica ogni confine di genere.
Pushkin Industries
Qui basta dire che, nel frattempo, Gladwell ha co-fondato (con Jacob Weisberg) e presiede una casa di produzione di podcast e audiobook, denominata Pushkin Industries, un nome che già incarna la missione della casa.
Recentemente Gladwell, in una intervista al supplemento weekend (Life & Arts) del “Financial Times”, è tornato sul significato della produzione audio per il suo lavoro di scrittore e come questo abbia cambiato il suo modo di raccontare le storie. Ha detto:
“Quando ero più giovane, ho fatto spesso l’errore di prendere delle decisioni affrettate nel processo di stesura di una storia. Ora sono molto più aperto. Il podcast mi ha aiutato molto. I podcast, ho capito, sono un lavoro di squadra. Non è più un lavoro solitario. È la funzione meravigliosa del team a fare la differenza, sono le reazioni dei suo componenti che ti danno l’opportunità di rivedere e rivedere e cambiare idea e ricominciare. È una pressione oggettiva a tenere la mente sempre aperta”.
Ben detto: tenere la mente aperta, il dilemma è sempre quello. Si può fare solo con il confronto. Anche se la Cappella Sistina è stata dipinta da una sola persona che si serrava dentro.