Immaginate di pagare un litro di latte più che un litro di benzina. In Italia sarebbe impensabile, soprattutto in questa fase in cui il pieno tende ad essere piuttosto caro, a causa della crisi delle materie prime. In Brasile, invece, succede il contrario: Petrobras, grazie all’ennesimo intervento del governo, ha recentemente abbassato il prezzo dei carburanti, favorendo così lo storico sorpasso. A luglio, nell’area metropolitana di San Paolo (presa a parametro, ma rispecchia l’andamento di tutto il Paese), un litro di benzina è sceso sotto i 6 reais, per la precisione 5,95 – l’equivalente di poco più di 1 euro, col cambio attuale – con un ribasso del 13,5% rispetto al mese precedente. Contemporaneamente un litro di latte, che è un bene di prima necessità, saliva sempre nella capitale paulista del 25% (dato nazionale +25,46%) a 6,79 reais, cioè col cambio attuale quanto un prodotto di marca in Italia, ma già ben più caro rispetto, ad esempio, alle marche del supermercato.
Perché il latte è così caro? Colpa della campagna elettorale
Un anno fa, a luglio 2021, la situazione era completamente opposta: la benzina costava 5,46 reais al litro (non era ancora scoppiata la guerra in Ucraina), e un litro di latte sugli scaffali dei supermercati veniva comprato con meno di 4 reais, circa 80 centesimi di euro col cambio attuale. Nel giro di 12 mesi, il prezzo del latte è dunque aumentato di circa due terzi, e non è tutto. Considerando anche l’aumento del costo del caffè, una ricerca dell’istituto Procon-SP fa notare che rispetto ad un anno fa il consumatore medio paulista spende il 71,5% in più per comprare latte e caffè: quest’ultimo è infatti salito da 9 reais per 500 grammi, a 15,5 reais. Come si spiega questa anomalia? In due modi: campagna elettorale e cambiamenti climatici. “Siamo tra i Paesi al mondo dove il carburante è meno caro”, aveva ribadito il presidente Jair Bolsonaro, facendo del ribasso del prezzo del carburante una delle bandiere della campagna elettorale, che culminerà il prossimo 2 ottobre con il primo round della sfida tra il presidente uscente, fautore del trumpismo in salsa latino-americana, e il socialista Lula, già a capo del Brasile dal 2003 al 2011.
Ma anche della siccità
Il notevole ribasso del prezzo della benzina, in piena fase di turbolenza sui mercati delle materie prime, si spiega infatti quasi esclusivamente con un intervento del governo, che ha tagliato per la terza volta negli ultimi mesi le imposte statali sui combustibili; anche se è pur vero che nel frattempo il rallentamento del Pil cinese ha ridimensionato il rally del petrolio, rispetto all’impennata di fine febbraio, quando era appena iniziata l’invasione russa in Ucraina. Il latte da parte sua risente del periodo di siccità estrema che sta investendo da un paio di mesi diverse aree del Brasile, compreso lo Stato di San Paolo: con i campi secchi, la produttività del bestiame è per forza di cose diminuita, e inoltre sono aumentati i costi per compensare la penuria di erba con la somministrazione di mangimi, il cui prezzo è invece aumentato durante la pandemia.
Latte più caro della benzina: penalizzate le fasce più deboli
Inutile dire che la mossa di Bolsonaro penalizza soprattutto le fasce più deboli della popolazione, che di solito non possiedono automobili e fanno così più fatica ad acquistare beni di primissima necessità come latte e caffè, nonostante l’ultimo mese sia stato in realtà caratterizzato, a livello generale, da una tendenza deflattiva (inflazione -0,68%) e persino l’indice del settore generi alimentari e bevande è sì salito ma solo dell’1,3%. Non a caso, nel mese di luglio la domanda “Por que o leite està tão caro?” (“Perché il latte è così caro?”) è stata tra le più cliccate su Google, e secondo Google Trends la ricerca non era così popolare da dieci anni a questa parte. E non è tutto: sono esplose del 290% le ricerche per le ricette dei brownie senza latte. Per ora ci si adatta, in attesa di poter esprimere il proprio voto.