L’Atalanta scavalca l’Inter e mette nel mirino la Juve. La vittoria sulla Sampdoria (2-0, gol di Toloi e Muriel), l’ottava consecutiva di questa incredibile squadra, vale infatti il terzo posto in classifica, seppur in attesa della risposta di Conte, chiamato a rispondere questa sera contro il Verona (ore 21.45). Gasperini, ora a 2 punti anche dalla Lazio (e quelli non sono virtuali), può così lanciare la sfida alla Signora, per quello che sarà il big match della trentaduesima giornata: un eventuale successo accorcerebbe il divario dalla capolista a sole 6 lunghezze, riaprendo il campionato a tutti gli scenari, anche ai più impensabili.
Ma il mercoledì calcistico ci ha consegnato pure l’ennesima vittoria del Napoli (2-1 sul Genoa, gol di Mertens, Goldaniga e Lozano) e quella ben più sofferta della Roma sul Parma, giunta in rimonta e con un episodio di moviola molto discutibile. Pronti via e i giallorossi, schierati da Fonseca con il 3-5-2 come a Napoli, si ritrovavano infatti sotto di un gol (9’, Kucka su rigore), col rischio che la paura prendesse il sopravvento sulle idee. A scacciare i fantasmi però ci pensavano Mkhitaryan (43’) e Veretout (57’), ribaltando il risultato e ridando un po’ di ossigeno al tecnico portoghese, mai così traballante. Poi, al minuto 73’, ecco l’episodio da matita rossa: braccio evidente di Mancini in area, visita al Var di Fabbri e…nulla di fatto. Decisione discutibilissima, soprattutto alla luce dei numerosi rigori concessi nelle ultime giornate per situazioni molto meno evidenti.
“Abbiamo rasentato il ridicolo, non ci danno un rigore come questo dopo che tre giorni fa ce ne avevano dato contro uno che non c’era – ha tuonato il team manager del Parma Lucarelli – Abbiamo sempre cercato di non fare polemica, ora però non possiamo più accettare questi errori: non siamo gli scemi del villaggio”.
“Era importante vincere e vincere bene, penso che oggi lo abbiamo fatto – ha commentato Fonseca, preferendo glissare sul rigore – I ragazzi hanno risposto in maniera positiva, sono soddisfatto, anche se avremmo potuto fare tranquillamente 3-4 gol, non c’era bisogno di soffrire così tanto. Penso che tutti abbiano dimostrato la loro ambizione di vincere, però stiamo parlando solo di una partita: ora bisogna continuare con questo atteggiamento”.
A chiudere la trentunesima sarà dunque l’Inter, chiamata a battere il Verona per riscattare la sconfitta di domenica. Partita delicatissima questa per i nerazzurri, passati nel giro di due settimane dal sogno scudetto al quarto posto, seppur in attesa di rispondere. Antonio Conte, esplosivo come poche altre volte nel post Bologna, ieri ha invece scelto un profilo più basso, forse nel tentativo di calmare un po’ le acque dopo i “titoloni” dei giorni scorsi.
“La delusione c’è ancora, ma avere subito un’altra partita è un bene – ha spiegato il tecnico in conferenza stampa – L’amarezza rimane, ma sei costretto subito a impegnarti e a concentrarti sul prossimo avversario”. Che è il Verona di Juric, sicuramente meno in palla rispetto al pre-lockdown (la sconfitta col Brescia penultimo lo dimostra), ma comunque temibile e affamato. “Abbiamo preparato la gara come sempre, preparando i giocatori nei minimi dettagli – ha proseguito Conte – Affrontiamo una buonissima squadra e lo dimostra anche la partita di andata, vinta in rimonta con un gol di Barella: servirà grande attenzione, ma vogliamo fare risultato”.
Rispetto a domenica, quando aveva puntato il dito sulla qualità media della rosa, il tecnico nerazzurro ha fatto un passo indietro, anche perché infortuni (Moses, Sensi, Barella) e squalifiche (Bastoni, D’Ambrosio) lo obbligano a proseguire con il turnover. “È un problema che riguarda tutti, quando giochi con queste temperature finisci per pagare dazio – il suo pensiero in proposito. – Dico però che ho fiducia in tutti i ragazzi, posso dare spazio ai vari componenti senza perdere in termini di rendimento”.
Il campo in realtà ha detto altro, ma questa società e allenatore lo sanno bene. Ora però è tempo di rialzarsi e pensare al campo, che l’Inter affronterà con un 3-4-1-2 che vedrà Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Godin in difesa, Candreva, Gagliardini, Brozovic e Young a centrocampo, Eriksen sulla trequarti, Lukaku e Sanchez (favorito su Lautaro Martinez) in attacco. Squadra tipo invece per Juric, che risponderà col seguente 3-4-2-1: Silvestri tra i pali, Rrahmani, Gunter e Kumbulla nel reparto arretrato, Faraoni, Amrabat, Veloso e Lazovic in mediana, Pessina e Zaccagni alle spalle dell’unica punta Di Carmine.