Ciclone Atalanta sul campionato. La splendida vittoria degli uomini di Gasperini sul Napoli di Conte rimescola le carte in vetta, aggiungendo la Dea al novero di pretendenti allo scudetto. Là dentro, chiaramente, c’è anche l’Inter di Inzaghi, balzata a meno 1 dalla capolista dopo il successo (tiratissimo) sul Venezia: domenica prossima, in quel di San Siro, ci sarà lo scontro diretto e i nerazzurri potrebbero prendersi il primo posto, mettendo fine al regno partenopeo. Ad ogni modo il gruppone delle inseguitrici è piuttosto ricco, visto che oltre a Inter e Atalanta c’è anche la Fiorentina (0-1 a Torino, settima vittoria consecutiva tra campionato e coppa) e, forse, la Lazio, previo successo nel posticipo contro il Cagliari (ore 20:45). Non fa parte dell’elenco la Roma di Juric, sconfitta pure a Verona e sempre più lontana dalle zone di vertice (il quarto posto dista ben 9 punti), con la possibilità di peggiore ulteriormente dopo Empoli Como e Parma-Genoa (entrambe alle 18:30), le altre due sfide odierne.
Napoli – Atalanta 0-3: Gasperini travolge Conte ed entra in lotta scudetto
Lo scontro diretto del Maradona se l’è preso l’Atalanta, capace di strapazzare la capolista con uno 0-3 tanto clamoroso quanto meritato. Il punteggio, forse, è leggermente largo, ma non c’è dubbio che la Dea abbia dominato la partita dall’inizio alla fine, in tutte le sue fasi. Quella iniziale, improntata all’aggressività e all’attacco degli spazi, quella centrale, fatta di gestione e controllo, quella finale, in cui si è tolta pure lo sfizio di segnare il terzo gol.
Il Napoli invece esce ridimensionato, perché se già contro il Milan si erano viste delle crepe a livello di gioco (mascherate dalla vittoria), ieri si sono vistosamente allargate. Gli azzurri non sono mai riusciti a creare problemi all’Atalanta, prigionieri di uno spartito un po’ prevedibile e legato alle performance di Lukaku e Kvaratskhelia. Fermati loro (e i nerazzurri lo hanno fatto benissimo, in particolare con un sontuoso Hien in marcatura a uomo sul belga), non c’è piano B e questo ha depotenziato enormemente la fase offensiva, consentendo alla Dea di difendersi senza troppi patemi e colpire nelle ripartenze. Lo scatenato Lookman si è preso il palcoscenico con una doppietta già nel primo tempo (10’ e 31’), mentre il sigillo finale lo ha messo Retegui in pieno recupero (90+2’), peraltro da subentrato: già, perché Gasperini si è permesso il lusso di sbancare il Maradona lasciando in panchina il capocannoniere del campionato, a dimostrazione delle tantissime varianti del suo gioco. Quello che invece è mancato a Conte, che ora dovrà preparare bene la trasferta di San Siro di domenica prossima, pena rischiare di ritrovarsi addirittura al terzo posto, scavalcato dall’Inter e dalla stessa Atalanta.
Conte: “L’Atalanta è più forte di noi, non ho nulla da rimproverare ai miei”
“Devo essere molto sincero, credo che la squadra abbia performato nella giusta maniera – l’analisi di Conte -. Sui gol potevamo sicuramente fare un po’ meglio, ma non ho niente da rimproverare ai ragazzi dal punto di vista dell’impegno. Abbiamo dovuto fare una gara di pressione e speso tanta energia, ho poco da dire ai giocatori. Abbiamo incontrato una squadra forte, secondo me più di noi: lo avevo già detto alla vigila e non per mettere le mani avanti, ma solo perché analizzo le situazioni. L’Atalanta sta facendo un percorso da anni, è una squadra con una rosa strutturata che deve far paura a tutti quanti. Noi dobbiamo prendere queste partite e valutarle perché fanno parte di un percorso, loro sono tanti che lavorano insieme, ogni anno mettono dei mattoni. Non dobbiamo vergognarci se, in questo momento, possono essere un punto di riferimento per noi”.
Gasperini: “Grande vittoria, ma per lo scudetto dobbiamo crescere ancora”
“Siamo felici, abbiamo sfoderato una prestazione di alto livello – ha esultato Gasperini -. Il Napoli è una squadra forte che ha fatto cose straordinarie, ma la consapevolezza dei risultati dello scorso anno ci ha permesso di crescere in personalità e anche a livello tecnico. Noi da scudetto? Non si tratta di nascondersi visto che queste partite sono una bilancia anche per noi, ma preferisco non lasciarmi andare a previsioni eccessive. La squadra sta crescendo, questo è certo, e i nuovi innesti stanno rispondendo bene, però c’è ancora tanto lavoro da fare, il nostro nucleo di giocatori è solido e sta dimostrando di avere quella sicurezza che ci può portare lontano. Retegui in panchina? Può sembrare strano lasciare fuori un attaccante come lui, soprattutto considerando il suo stato di forma. Ma ho fiducia sia in Lookman che in De Ketelaere, oltre che in Retegui stesso, e sapevo che potevano fare la differenza anche da subentrato”.
Inter – Venezia 1-0: decide Lautaro, nel finale gol annullato ai veneti
Il big match di domenica prossima assume ancor più valore dopo il successo dell’Inter, salita a meno 1 dal Napoli grazie all’1-0 sul Venezia. Risultato striminzito e molto lontano dalle aspettative della vigilia, figlio di tanti errori sottoporta e di una prestazione quantomeno rivedibile, nella quale anche gli uomini di Di Francesco si sono resi piuttosto pericolosi. Nemmeno la prospettiva di accorciare su Conte ha destato i nerazzurri dai sonni di questo inizio di stagione, in cui la grande difficoltà di Inzaghi, più che nel battere gli avversari, consiste nel tenere tutti sulla corda ed evitare pericolosi cali di tensione. E così una partita che sembrava scontata s’è rivelata invece piuttosto ostica, con l’Inter a sprecare diverse palle gol già nel primo tempo (Lautaro, Thuram e Mkhitaryan) e a rischiare addirittura di andare sotto: solo un grande riflesso di Sommer, unito all’imprecisione di Oristanio, ha evitato infatti il clamoroso 0-1. Nella ripresa i nerazzurri alzavano i giri del motore e al 51’ trovavano la rete con Mkhitaryan, ma l’arbitro annullava per fuorigioco di Dimarco. San Siro passava dalla gioia a uno spavento altrettanto grosso, visto che Sommer murava Pohjanpalo a botta sicura, poi gridava di rabbia all’ennesima occasione sprecata (ancora l’armeno), iniziando a temere una notte stregata. Al 65’ però saliva in cattedra la coppia Dimarco-Lautaro, il primo con un assist al bacio, il secondo con il colpo di testa che mandava in delirio il popolo nerazzurro, a 249 giorni dall’ultima volta in casa. Tutto finito? Nemmeno per sogno. L’Inter si divorava altre occasioni per il 2-0 e al 97’, proprio nell’ultima azione del match, veniva gelata da Sverko: attimi di terrore trasformatisi in delirio grazie al Var, che pescava un tocco col braccio del difensore, certificando così l’1-0 finale.
Inzaghi: “Dovevamo essere più cinici! Il Napoli? Prima c’è l’Arsenal…”
“Dovevamo essere più cinici, ma ho fatto i complimenti alla squadra perché abbiamo fatto un ottimo primo tempo, pur sbagliando gol importanti – il commento di Inzaghi -. Poi nel primo quarto d’ora della ripresa abbiamo perso le distanze e concesso occasioni, e dopo aver trovato il vantaggio non siamo riusciti a chiuderla. La Serie A la conosciamo, le partite sono sempre in bilico e avremmo dovuto essere cinici, non si può arrivare al 7’ di recupero con un gol di vantaggio. La corsa scudetto? Ci sono squadre forti che hanno investito e si sono rinforzate, lo abbiamo fatto anche noi con giocatori che ci daranno una mano. Sarà un campionato equilibrato, siamo tutti lì, queste partite però possono fare la differenza e ci devi arrivare bene, con le giuste rotazioni. La sfida col Napoli? Non sarà decisiva, ma sicuramente importante. Noi tra due giorni e mezzo affronteremo una delle squadre più forti d’Europa e dobbiamo prepararci bene, il mio pensiero è all’Arsenal”.
Verona – Roma 3-2: giallorossi ancora sconfitti e lontanissimi dalla zona Europa
Altra serataccia invece per la Roma di Juric, sconfitta anche a Verona e sprofondata all’undicesimo posto in classifica, peraltro con la possibilità di scendere ancora in caso di vittoria odierna dell’Empoli. Al Bentegodi è andata in scena l’ennesima gara folle dei giallorossi, un saliscendi di emozioni condito da cinque gol che ha finito per premiare Zanetti, al primo successo dopo le pesanti sconfitte con Monza, Atalanta e Lecce.
La Roma fallisce così un’altra chance per rimettere a posto la classifica, confermando gli enormi problemi strutturali e una fragilità mentale preoccupante. Anche Juric ha le sue colpe, non tanto per la formazione iniziale (la scelta di Soulé, per esempio, ha pagato), quanto per i cambi in corsa: perché togliere Dovbyk sul risultato di 2-2? Difficile dare risposte, tanto più che il tecnico, come vedremo tra poco, continua a dirsi soddisfatto del gioco espresso, lasciando quasi increduli gli ascoltatori. Va detto che sulla sconfitta pesano anche gli errori individuali, alcuni talmente gravi da suscitare incredulità: il passaggio con cui Zalewski ha mandato in porta Tengstedt per l’1-0 Hellas (13’), infatti, verrebbe sottolineato con la matita rossa pure nelle scuole calcio. La Roma ha reagito subito e trovato il pareggio con Soulé (28’), ma poco dopo è tornata sotto per un colpo di testa di Magnani, per quanto l’azione sembri viziata da un fallo non visto né dall’arbitro né dal Var (34’). A inizio ripresa, però, ecco la bella azione sull’asse Celik-Dovbyk a firmare il 2-2 (53’), dando l’idea di un ribaltone ormai imminente. Sensazione bugiarda perché la Roma, nonostante il predominio territoriale, non è più riuscita a battere Montipò, finendo anzi per essere colpita in contropiede da Harroui proprio a ridosso della fine (88’).
Juric: “Paghiamo errori nostri e degli arbitri, ma le cose cambieranno”
“Abbiamo fatto una buonissima gara, creando numerose occasioni da gol e dominando la partita – il pensiero di Juric -. Abbiamo fatto di tutto per vincere facendo delle cose buonissime, ma in questo momento commettiamo degli errori che paghiamo caro, così come quelli degli arbitri che ci fanno perdere dei punti. Se analizzo la gara con lucidità dico che la Roma ha fatto veramente bene, creando tanto e concedendo pochissimo. Gli errori però nel calcio si pagano, sia i nostri che quelli degli altri. Abbiamo controllato bene la partita, il Verona ha tirato poco e ha fatto poche ripartenze. Nell’ultima occasione abbiamo letto male la situazione, mentre nel primo tempo abbiamo preso gol su errore clamoroso e su abbaglio arbitrale: la rete di Magnani è irregolare, c’è una gomitata che non è stata valutata. Il mio futuro? Non posso rispondere io. Abbiamo fatto meglio rispetto alla vittoria contro il Torino, ma in questo momento commettiamo errori troppo evidenti. Non sono preoccupato, vedo la crescita e sono sicuro che le cose cambieranno in meglio”.
Lazio – Cagliari (ore 20:45, Dazn e Sky)
All’appello di questa undicesima giornata mancano ancora tre partite, ma la più interessante è certamente quella tra Lazio e Cagliari. Serata importante all’Olimpico, sia in chiave Champions che salvezza: biancocelesti e rossoblu hanno ottimi motivi per vincere, anche se è chiaro che siano i primi a partire con i favori del pronostico. La squadra di Baroni è senza dubbio la più bella sorpresa del campionato, alla luce dei 19 punti in classifica e degli otto successi nelle ultime nove partite, indipendentemente dai giocatori schierati. Il tecnico non si è fatto problemi a utilizzarli tutti, sia per scelta che sopperire a infortuni e squalifiche, e le risposte sono state addirittura superiori alle aspettative. La Lazio vince e dà spettacolo giocando sempre a viso aperto a prescindere dagli avversari, ragion per cui è entrata prepotentemente nella lotta per le prime posizioni. Il calendario, inoltre, le dà una bella chance per migliorare ulteriormente la propria classifica, visto che dopo il Cagliari ci saranno Monza, Bologna e Parma (con in mezzo Porto e Ludogorets in Europa League), prima di una sfida contro il Napoli che potrebbe addirittura trasformarsi in uno scontro diretto.
Lazio – Cagliari, le probabili formazioni
Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Gila, Romagnoli, Pellegrini; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Noslin; Castellanos
In panchina: Mandas, Furlanetto, Gigot, Marusic, Patric, Vecino, Zaccagni, Tchaouna, Dele Bashiru, Castrovilli, Pedro
Allenatore: Baroni
Indisponibili: nessuno
Squalificati: Tavares
Cagliari (4-2-3-1): Scuffet; Zappa, Mina, Luperto, Augello; Adopo, Deiola; Zortea, Viola, Luvumbo; Piccoli
In panchina: Ciocci, Azzi, Wieteska, Palomino, Marin, Obert, Felici, Prati, Jankto, Makoumbou, Sherri, Gaetano, Lapadula, Pavoletti
Allenatore: Nicola
Indisponibili: nessuno
Squalificati: nessuno