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L’Atalanta affonda la Juve con un poker di gol e torna in piena corsa scudetto ma il Napoli è a un solo punto dall’Inter

Atalanta B.C. on Twitter

L’Atalanta umilia la Juve. Lo 0-4 di Torino certifica le ambizioni scudetto della Dea e, allo stesso tempo, il punto più basso della stagione bianconera. Pensavamo che il fondo si fosse già toccato contro l’Empoli in Coppa Italia, oppure nella nefasta notte di Eindhoven, ma il disastro di ieri merita di diritto il gradino più alto del podio. Gasperini lancia un ruggito forte e chiaro a Inter e Napoli e dà appuntamento a Inzaghi nello scontro diretto di domenica prossima: a Bergamo andrà in scena un duello rusticano con vista tricolore, con Conte pronto ad approfittarne. In casa Juve, invece, svaniscono gli ultimi sogni di gloria (ammesso che qualcuno ci abbia mai creduto), con la consapevolezza di dover difendere il quarto posto, già a rischio stasera in caso di vittoria della Lazio contro l’Udinese (ore 20.45). Alla corsa, a questo punto, si iscrivono di diritto anche Bologna e Roma, corsare sui campi di Verona (1-2) ed Empoli (0-1), con Fiorentina e Milan subito dietro.

Juventus – Atalanta 0-4: Gasperini umilia Thiago Motta, lo Stadium contesta

La lezione è servita. Chi pensava che l’allievo Thiago Motta potesse battere il maestro Gasperini è rimasto gelato, perché a Torino s’è vista solo una squadra e non era certo la Juventus. Difficile trovare aggettivi per definire la prestazione bianconera: basti pensare che si tratta della peggiore di sempre sul prato dello Stadium

L’Atalanta, invece, ritrova in un colpo solo tutte le sue certezze, proprio a una settimana esatta dalla sfida con l’Inter, vero e proprio scontro diretto per il titolo. Gasp ha vinto la partita anzitutto con le scelte, a cominciare da Cuadrado titolare nel tridente d’attacco al posto di De Ketelaere. Mossa che ha spiazzato Thiago, anche se è giusto dire che il match è rimasto in equilibrio fino al minuto 27, quando Sozza ha punito un braccio di McKennie con il rigore. Episodio che avrebbe fatto discutere parecchio (il braccio è largo, ma il centrocampista viene spinto mentre saltava), se non fosse per ciò che è accaduto dopo. Dalla trasformazione di Retegui (29’) in poi, infatti, la Signora è letteralmente sparita dal campo, annichilita da un’Atalanta vicinissima al raddoppio già nel primo tempo (palo di Lookman, miracoli di Di Gregorio sullo stesso nigeriano e su Zappacosta, tiro di Ederson fuori di poco), per poi trovarlo all’inizio del secondo con De Roon, dopo una dormita di un disastroso Kelly (46’).

Il popolo bianconero, pur rumoreggiando, è rimasto al suo posto fino al minuto 66, quando Zappacosta ha freddato Di Gregorio per la terza volta, sfruttando uno splendido assist col tacco di Kolasinac. Là è iniziata la contestazione vera e propria, trasformatasi in abbandono collettivo al 77’ dopo il gol di Lookman, propiziato da un obbrobrio di Vlahovic. E così, mentre le telecamere passavano dalla gioia (Gasperini in panchina, i Percassi in tribuna) al dolore (Thiago Motta e Ferrero, seguendo lo stesso schema), ci si chiedeva cos’avrebbe raccontato il tecnico bianconero in conferenza stampa, nel tentativo di giustificare un disastro di tale portata.

Thiago Motta: “Sconfitta diversa da quella contro l’Empoli, almeno non si parlerà più di scudetto…”

“Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata, contro una squadra che voleva giocare sui nostri errori – ha sospirato Motta -. È un peccato che la partita si sia sbloccata su un calcio di rigore discutibile, perché poi una squadra giovane come la nostra si è riversata in attacco concedendo il fianco alle ripartenze degli avversari. Siamo la seconda squadra più giovane del campionato, abbiamo peccato di esperienza perché ci siamo sbilanciati troppo, lasciando campo agli attaccanti e agli inserimenti dell’Atalanta, abbiamo fatto tutto noi. Se voglio usare parole forti come dopo l’Empoli? No, sono situazioni diverse, ogni partita fa storia a sé. Siamo tristi dopo una sconfitta così e che non ci piace, ma almeno non si riparlerà più di scudetto, discorso nel quale ci avete inserito voi. Bisogna ripartire subito contro la Fiorentina e guardare avanti”.

Gasperini: “Partita perfetta, se ci credi l’impossibile può diventare possibile”

“Nel calcio si passa da vittorie e sconfitte, la Juve arrivava da cinque successi e questa era una partita inimmaginabile, ma perfetta per noi – ha esultato Gasperini -. Gli alti e bassi ci stanno durante la stagione, queste vittorie aiutano tutti a trovare la condizione migliore. È evidente che questa settimana senza giocare ci ha dato un po’ di energia, dopo tanto tempo abbiamo fatto 15 giorni normali e tutti avevano la gamba giusta. Anzi già nel primo tempo potevamo andare sul 2-0, poi loro hanno perso un po’ di morale. Lo scudetto? Sognare è un piacere, non bisogna mai togliere i sogni alla gente. È una cosa impossibile, ma a volte se ci credi fortemente può anche diventare possibile. Sappiamo che Inter e Napoli sono fortissime e non perdono mai, con i nerazzurri poi arriviamo da sette sconfitte di fila, ma non ci è mai successo di giocare per lo scudetto…”.

Napoli – Fiorentina 2-1: gli azzurri tornano a vincere con Lukaku e Raspadori

Dopo oltre un mese, il Napoli ritrova finalmente i tre punti e resta in scia alla capolista Inter, mentre la Fiorentina si stacca, forse definitivamente, dalla corsa al quarto posto. Reduci da cinque gare senza vittorie, gli azzurri potevano lasciarsi schiacciare dalla pressione di dover vincere per forza, invece sono scesi in campo propositivi e determinati, legittimando il vantaggio all’intervallo dopo appena 25’ a firma di Lukaku, l’uomo più atteso del pomeriggio campano. Sbloccato l’impasse, il Napoli è andato vicino al raddoppio con Di Lorenzo (traversa) e McTominay (tiro fuori), senza però trovarlo, mentre i viola di Palladino si sono visti solo con un colpo di testa di Kean alto di poco.

Nel secondo tempo la musica è cambiata. La Fiorentina è partita forte, consapevole della necessità di cambiare marcia per riaprire il match, ma nonostante il maggior possesso palla e una presenza più convinta nella metà campo avversaria, non è riuscita a creare pericoli concreti. E così il Napoli, sempre attento ad approfittare degli spazi altrui, ha colpito alla prima occasione con Raspadori, servito splendidamente da Lukaku per il tap-in del 2-0 (60’). Maradona in delirio, ma solo per poco: sei minuti dopo, infatti, la Fiorentina ha trovato il modo per colpire, trovando il 2-1 con un gran destro dalla distanza di Gudmundsson, sin lì poco più di una comparsa. L’ultimo quarto d’ora si è così trasformato in una vera e propria partita a scacchi, influenzata anche dai numerosi cambi: Conte ha cercato di coprirsi (fuori Politano, McTominay, Raspadori e Spinazzola, dentro Olivera, Billing, Simeone e Juan Jesus), Palladino di guadagnare metri offensivi (in particolare con l’inserimento di Beltran al posto di Cataldi), senza però creare occasioni da gol per il 2-2. Il Napoli è riuscito a gestire il vantaggio, e dopo un clamoroso gol fallito da Simeone e sei minuti di recupero, si è portato a casa 3 punti pesantissimi, fondamentali per restare in scia all’Inter e mantenere in vita il sogno scudetto.

Conte: “Vittoria meritata, ora ci aspettano dieci finali”

“Ho visto una squadra che ha sicuramente meritato la vittoria – il commento soddisfatto di Conte -. Potevamo ottimizzare un po’ di più tutto quello che è stato creato e gestire con meno ansia la parte finale, perché non dimentichiamo che nelle ultime 5 partite avevamo lasciato tanti punti intorno al 90’. Lasciare le partite in bilico ti porta un po’ di ansia, i ragazzi l’hanno interpretata bene, ma a livello realizzativo bisognava essere più cattivi. Lukaku? Ha bisogno di essere dominante, se lui lo è noi siamo avvantaggiati. E’ in un buon momento di forma e abbiamo bisogno di lui come di tutti. Da oggi sono dieci finali dove bisognare dare tutto, dovrò fare delle scelte senza guardare in faccia a nessuno. Davanti c’è una squadra che ha tutto. In dieci partite c’è un campionato da giocare, noi ci siamo ed è tutto guadagnato. Dobbiamo avere l’ambizione di pensare in grande, sapendo che sarà difficile perché il pubblico e la gente di Napoli lo merita. L’ho sentito fin dalla prima giornata, ci hanno dato sempre fiducia e noi cerchiamo di ripagarla”.

Empoli – Roma 0-1: Soulé regala a Ranieri la quinta vittoria consecutiva

Successo importante anche per Roma, che sbanca il Castellani di Empoli con un gol di scarto e conquista il settimo posto in classifica, proseguendo la sua scalata a suon di vittorie. Con quella di ieri sono cinque di fila in campionato, sei considerando anche l’Europa League: numeri di alto livello, figli dello straordinario lavoro di Claudio Ranieri, capace di far punti pure dosando le forze in vista del doppio impegno. Ieri sono bastati solo 23 secondi per trovare il gol del vantaggio: palla persa dall’Empoli, cross di Salah-Eddine per Soulé e sinistro chirurgico sul primo palo, imparabile per Silvestri. Da lì in poi la Roma ha controllato agevolmente il vantaggio, sfiorando anzi il raddoppio in diverse occasioni. Pellegrini non ha trovato la porta da ottima posizione, Shomurodov ha quasi abbattuto la traversa, Koné si è involato indisturbato verso la porta dopo un triangolo con il solito Soulé, ha superato Silvestri ma, da posizione decentrata, ha colpito il palo. Nella ripresa D’Aversa ha provato a scuotere i suoi inserendo Sambia e Kouamé, ma sono stati ancora i giallorossi a sfiorare il gol con Pellegrini, fermato solo da un bel riflesso del portiere toscano. L’ultima mezz’ora non ha regalato occasioni degne di nota, complici i numerosi cambi che hanno spezzato il ritmo del gioco. La più nitida è arrivata al 90’ con Dovbyk, ma Silvestri gli ha impedito di bissare la gioia di domenica scorsa contro il Como, mantenendo il risultato invariato. Alla Roma, evidentemente, cambia poco: il trend positivo prosegue e le prospettive di classifica, a dieci giornate dalla fine, si fanno sempre più interessanti.

Ranieri: “Abbiamo giocato bene, ma le partite vanno chiuse prima”

“Questa era una partita da chiudere prima, perché poi rischi di pareggiarla – ha spiegato Ranieri -. Ho una certa età, non possono tenermi col fiato sospeso fino all’ultimo… Detto ciò la squadra ha giocato bene e con tutta la volontà e determinazione che servivano. Stiamo facendo bene e sono contento, ma ci mancano ancora tanti piccoli particolari difficili da mettere a punto. Io voglio vincere tutte le gare e se metto uno o l’altro è solo perché penso che sia la scelta giusta. Non ho remore, i ragazzi sanno che se si allenano bene e mi convincono, hanno la possibilità di giocare. Ora possiamo pensare all’Athletic Bilbao, sarà dura perché ci aspetta una gara difficile, ma andremo lì con la nostra determinazione. Se saranno più bravi, stringeremo loro la mano, ma prima devono dimostrarcelo in campo”.

Lazio – Udinese (ore 20.45, Dazn e Sky)

Non c’è due senza tre. Almeno questo è ciò che si augura Baroni, che dopo i successi con Milan e Viktoria Plzen sogna di proseguire la striscia anche contro l’Udinese, conditio sine qua non per staccare il Bologna e scavalcare la Juve al quarto posto. Le vittorie sopraccitate hanno riportato grande entusiasmo nell’ambiente, anzitutto per le modalità con cui sono arrivate. Il 2-1 di San Siro, firmato da un rigore di Pedro al 98’, e quello di Plzen, grazie a un super gol di Isaksen allo stesso minuto (per giunta in nove uomini), al netto di un po’ di innegabile fortuna, hanno ribadito il grande cuore di questa Lazio, capace di sbrogliare le situazioni più difficili a prescindere da episodi e infortuni. Baroni sta giocando da quasi un mese senza il suo centravanti Castellanos e giovedì ha dovuto fare a meno pure di Zaccagni: altri avrebbero fatto un passo indietro e cercato di tappare le falle, lui ha insistito sul 4-2-3-1 e i risultati gli stanno dando ragione. Certo, la corsa è ancora lunga e complessa, tanto più che la Lazio (e anche questa è una grande novità rispetto al passato) sta onorando il doppio impegno campionato-Europa League al meglio delle sue forze, ma la mentalità è quella giusta. Le vittorie arrivate dopo l’80’, del resto, sono troppe per essere casuali: 7 in 38 gare stagionali, con ben 6 gol segnati nel recupero.

All’Olimpico arriva l’Udinese, una delle squadre più in forma del campionato, reduce da tre vittorie senza subire gol e speranzosa di ottenere la quarta, magari sfruttando l’inevitabile stanchezza degli avversari. Baroni, invece, fa leva sull’entusiasmo per le vittorie di Milano e Plzen, sperando possa essere più forte della fatica, oltre che sul rientro di capitan Zaccagni, già abile e arruolato per trascinare i compagni.

Lazio – Udinese, le probabili formazioni

Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Gila, Romagnoli, Tavares; Guendouzi, Rovella; Isaksen, Dia, Zaccagni; Tchaouna
In panchina: Mandas, Furlanetto, Patric, Gigot, Provstgaard, Marusic, Basic, Belahyane, Vecino, Pedro, Ibrahimovic, Noslin
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Hysaj, Castellanos, Dele-Bashiru
Squalificati: Nessuno

Udinese (4-4-2): Padelli; Kristensen, Solet, Bijol, Kamara; Atta, Lovric, Karlstrom, Ekkelenkamp; Thauvin, Lucca
In panchina: Okoye, Piana, Kabasele, Ehizibue, Giannetti, Zemura, Zarraga, Rui Modesto, Payero, Bravo, Pafundi, Sanchez, Davis
Allenatore: Runjaic
Indisponibili: Touré, Sava
Squalificati: Nessuno

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